Quotidiano | Categorie: Politica

Patto di stabilità, Ciambetti: per imporlo lo Stato viola il Patto sociale

Di Redazione VicenzaPiù Mercoledi 20 Novembre 2013 alle 11:25 | 0 commenti

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Roberto Ciambetti, assessore Regione Veneto - “Non è pensabile che noi si abbia un tesoretto in cassa e non lo si possa spendere. E’ assurdo che lo stato costringa per legge la Regione del Veneto a spendere per cittadino nel 2014 solamente 312 €, quando la media nazionale di spesa è pari a 384 €”. L’assessore regionale al Bilancio del Veneto chiede la revisione degli obiettivi del Patto di stabilità regionale imposti dal governo.

“Bisogna mettere in campo risorse e avviare politiche anticicliche – ha ripetuto l’assessore – Bisogna anche guardare in faccia la realtà: non è ammissibile che lo stato autorizzi in Basilicata una spesa pro-capite tripla rispetto al Veneto o alla Puglia: non è una questione di nord, sud, alto, basso, destra sinistra o centro: quando lo stato consente trattamenti diversi per i cittadini, viola cioè il principio di uguaglianza, viene meno il Patto sociale e qui dobbiamo chiederci se il Patto di stabilità sia più importante del Patto, o contratto, sociale.  Mi chiedo come lo stato potrà confrontarsi con i lavoratori di tante imprese venete oggi in gravissima difficoltà,  con i troppi esodati, con i troppi lavoratori ultracinquantenni che si sono visti aumentare grazie a mr. Monti  l’età della pensione fino a 66 anni, quando in Sicilia, ma solo in Sicilia,  viene sospesa dal governo Letta la Riforma Fornero permettendo così a migliaia di lavoratori del pubblico impiego di andare in pensione con le vecchie norme consentendo poi alla Regione e agli enti locali di assumere a tempo indeterminato oltre 20 mila lavoratori oggi precari.  Così, mentre si sottoscrive, alla chetichella e senza tanto clamore, questo accordo, che ricadrà sui contribuenti italiani e che  offende l’intero mondo dell’economia produttiva, si impedisce al Veneto, come alla Puglia, di usare soldi che abbiamo già in cassa per sostenere le nostre imprese e avviare politiche anticicliche e magari aiutare i nostri precari, i cassaintegrati, i disoccupati”. Ciambetti ha assicurato che riproporrà la questione del Patto in sede di Conferenza delle Regioni e delle Provincie autonome, perché “i limiti del Patto di stabilità delle Regioni  nel 2007, prima della grande crisi,  erano pari a circa 35 miliardi di euro. Cinque anni dopo – ha  concluso Ciambetti - si è arrivati a  poco più di 19 miliardi. In pratica, se prima le Regioni potevano spendere 565 euro pro capite, adesso, quando maggiore sarebbe il ruolo delle risorse pubbliche se non altro per affrontare la domanda sociale, si è passati a soli 384 € con il Veneto fortemente penalizzato”


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