Quotidiano | Categorie: Politica

C'è una sorpresa amara nell'uovo di Pasqua di Renzi. Secondo Ciambetti

Di Citizen Writers Sabato 19 Aprile 2014 alle 21:42 | 1 commenti

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Riceviamo da Roberto Ciambetti, assessore regionale al bilancio - Lega Nord, e pubblichiamo

Quando lo stato restituisce soldi ai cittadini, diminuendo le tasse, è comunque una buona notizia. Il fatto che avvenga in campagna elettorale lo è molto meno. Nessun pasto è gratis. Tra i pagatori certi Regioni e Comuni, cioè chi negli ultimi due anni ha sacrificato più di tutti nella struttura pubblica.

Una vignetta del quotidiano della Cisl "Conquiste del lavoro" sintetizzava nei giorni scorsi questa situazione: la mano dello stato che consegna delle banconote a un cittadino e un'altra mano che preleva dal portafoglio dello stesso cittadino una cifra ben superiore. Morale: lo stato buono restituisce, Regioni e Comuni cattivi prelevano. Quanto sarà questo prelievo in Veneto? da una prima stima possiamo ipotizzare tagli tra 112 e 140 milioni, insomma tra l'8 e il 10 per cento dei fondi che il governo prevede di ottenere dal decentramento. Più o meno in Veneto tra i 23 e i 28 € pro-capite, il che non è poco se consideriamo che questa diminuzione va a incidere su bilanci già fortemente compressi di Comuni e Regioni che hanno ridotto al lumicino buona parte dei servizi.
A questo calcolo, poi, vanno aggiunti i costi per la razionalizzazione sulle aziende municipalizzate: esistono margini per risparmiare in queste realtà, tuttavia bisogna ricordare che molte di esse, in Veneto, forniscono servizi pubblici che altrimenti nessun operatore darebbe. Sottolineo il dato geografico: in Veneto. In Lazio, a Roma, la razionalizzazione delle municipalizzate potrebbe portare risparmi importanti, basti pensare che le maestranze a capo alle tre maggiori aziende comunali romane sono 31.338, pari all'85 per cento dei dipendenti di tutte le municipalizzate in Italia.
E qui emerge un altro dato su cui riflettere: il governo chiede ai Comuni e alle Regioni circa 1 miliardo e 400 milioni di tagli. E' lo stesso governo che recentemente ha varato il Salva Roma con circa 600 milioni portati in dote al sindaco Marino: il comune capitolino per funzionare nel 2013 è costato 2 miliardi 59 milioni, più di quanto costi la Regione Veneto sanità esclusa. LA Regione Veneto ha meno di 3 mila dipendenti. Il Comune di Roma ne conta 25 mila. Il budget della capitale avrebbe dovuto scendere quest'anno almeno a 1 miliardo 861 milioni, con un taglio di 198 milioni, al quale vanno però aggiunti i 308 milioni bloccati dal patto di stabilità per un totale di 506 milioni. Ma la voragine capitolina non s'arresta qui: all'ultimo esame dei conti ci si è accorti che nel budget romano rimangono ancora 197 milioni di spese non coperte. Insomma per chiudere in pareggio il 2014 il Comune di Roma dovrebbe tagliare le sue spese rispetto al 2013 del 34 per cento, circa 700 milioni, tanti quanti lo stato s'aspetta di incassare da tutti i Comuni italiani per questa sua campagna di maggio. Nella capitale c'è già chi parla di crisi e defenestrazione del sindaco Marino: forse è una boutade, ma non è una battuta il fatto che a Roma i conti siano decisamente fuori controllo. Chi pagherà?
Quante Roma ci sono in Italia? Chiediamocelo, perché l'ultima notizia negativa, molto brutta, sta nel constatare che buona parte della manovra "85 € in busta paga" varata da Renzi si basa su entrate "una tantum", come l'aumento della tassazione sulle quote di rivalutazione di Bankitalia, circa 1,8 miliardi di €. Per il 2015 bisognerà ritrovare 14 miliardi aggiuntivi quando non si potrà più far slittare all'anno successivo il pareggio di bilancio. Non si tratta di essere gufi o colombe: nell'uovo di Pasqua la sorpresa è molto più amara, e costosa, di quanto oggi non si pensi.

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Commenti

Inviato Domenica 20 Aprile 2014 alle 22:48

Credo che lei abbia ragione. Finita l'era delle veline è cominciata quella delle saccentine (almeno le veline erano coscienti di essere ochette...queste hanno l'arroganza delle saputelle). E' palese che Renzi ha provveduto prima a gratificare quel pacchetto di potenziale elettorato che potrebbe garantirgli un maggior numero di voti, a differenza dei pensionati che potrebbero perdersi nel percorso della vita per sopraggiunti limiti di età. Per di più anche lui anche lui non ha premiato la meritocrazia e lo dimostra la scelta dei ministri, dei capilista e dei candidati. Insomma una ribollita, stra ribollita. Per questo io alle prossimi elezioni europee aggiungerò alla mia lista il mio candidato ideale ovvero Avigdor Lieberman, Ministro degli Esteri Israeliano, e consapevole del mio voto nullo, meglio un voto nullo che uno sbagliato!
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