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Mose, Meneguzzo lascia Palladio e Galan insiste sul rinvio del voto

Di Redazione VicenzaPiù Lunedi 21 Luglio 2014 alle 23:30 | 0 commenti

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Di D.P. da Venezie Post
Mentre continua il braccio di ferro tra Giancarlo Galan e il presidente della Camera, Laura Boldrini, sul voto che deve sancire il via libera oppure lo stop all’arresto dell’ex Doge, sul fronte Mose oggi è il giorno della dimissioni di Roberto Meneguzzo. Il finanziere vicentino, coinvolto nell'inchiesta con l’accusa di aver fatto da intermediario tra il Cnv e l’ex braccio destro di Giulio Tremonti, Marco Milanese, si è autosospeso a tempo indeterminato dai poteri e dalle deleghe conferitigli in Palladio Finanziaria, per «evitare – si legge in una nota diffusa dalla società – che questioni riguardanti la sua persona abbiano a ledere gli interessi» della Palladio stessa.

Il presidente della finanziaria veneta, Roberto Ruozi, esprime perciò «il proprio riconoscimento e la massima solidarietà nei confronti del dottor Meneguzzo, certo che la sua totale estraneità rispetto ai fatti che gli vengono contestati sarà pienamente dimostrata».
Massimo fair play, dal lato Meneguzzo, e massimo scontro invece da quello Galan. L’ex presidente di Regione si sta infatti giocando il tutto per tutto per rinviare il più possibile il voto dell’Aula o oggi ha chiesto alla presidente della Camera, Laura Boldrini, di rinviare la seduta di domani durante la quale l'assemblea di Montecitorio dovrà votare sulla richiesta d'arresto nei suoi confronti. Il deputato di Fi, ricoverato in ospedale, spiega di voler essere presente in Aula per spiegare ai colleghi «le ragioni che depongono per la sussistenza del fumus persecutionis» e chiede perciò un rinvio «ad una data in cui, terminata la convalescenza (quindi non prima del 20 agosto prossimo), mi sarà possibile essere presente». 
Nella lettera indirizzata a Boldrini, Galan ricorda che dal 12 luglio scorso si trova «ricoverato all'Ospedale di Este (Padova) a causa dell'aggravamento delle già complesse condizioni di salute (in conseguenza di un incidente domestico)». E allega perciò «l'ultimo certificato di ricovero», datato sabato scorso 19 luglio, «ove si attesta la mia attuale degenza presso l'Unità Operativa Complessa di Medicina Interna del nosocomio (in precedenza il ricovero era presso il reparto di Cardiologia, il trasferimento è avvenuto il 17 luglio) ed i trattamenti in atto (terapia anticoagulante orale e ottimizzazione della terapia antidiabetica)». «Viene certificato, altresì – prosegue il deputato – che “permane la precedente diagnosi per quanto riguarda la presenza di valva gessata all'arto inferiore sinistro”, e quindi, come da documentazione medica già dimessa alla Sua attenzione: “valva gessata per un totale di 40 giorni, riposo assoluto con arto in scarico. Ghiaccio e terapia farmacologica indicata dall'angiologo per la trombosi venosa”».
Galan allega anche la relazione del cardiologo in cui si suggeriscono «ulteriori accertamenti da compiere ed in particolare: esecuzione elettiva di TC-coronarica in prevenzione primaria ed EcoColer Doppler degli arti superiori». «Le ribadisco – conclude l’illustre indagato – la mia ferma volontà di partecipare alla discussione in assemblea, sede in cui potrò illustrare agli Onorevoli Colleghi le ragioni che depongono per la sussistenza del fumus persecutionis. Mi permetto quindi, da ultimo, di rinnovarLe la richiesta affinché voglia rinviare la discussione e la decisione in ordine all'autorizzazione ad acta richiesta nei miei confronti, ad una data in cui, terminata la convalescenza (quindi non prima del 20 agosto prossimo), mi sarà possibile essere presente in Aula».
La martellante richiesta di Galan di un rinvio scatena inevitabili reazioni da parte dei colleghi. L’Idv Ignazio Messina si dice «dispiaciuto per il fatto che stia male», ma «Non si può più temporeggiare: in questi casi occorre lanciare un segnale forte per far capire ai cittadini che il governo vuole dare all'Italia un verso nuovo». Ma Fi appoggia la battaglia di Galan. Deborah Bergamini, responsabile comunicazione del partito, si dichiara «sorpresa dell'insistenza con cui la presidenza della Camera ha voluto mettere al voto domani l'arresto di Galan, al quale va la mia solidarietà. Non fosse altro per il riconoscimento delle condizioni di salute in cui si trova, questo voto avrebbe dovuto essere rimandato». Sembra comunque che il pressing di Galan e Fi non stia portando i frutti sperati e che il voto sia confermato per domattina alle 11.


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