Montanari del Vajont, abitanti di borgo Berga e il male dell'indifferenza
Domenica 13 Ottobre 2013 alle 22:37 | 0 commenti
L’avevano detto sin da subito i montanari più anziani che abitavano i paesi nella valle del torrente Vajont: “il monte Toc se si chiama così ci sarà un motivoâ€. Un “toco†in Veneto è un pezzo, e quella montagna era formata da un instabile ammasso di pietre. Poi sono seguiti diversi segnali premonitori raccontati da una donna tenace, diventata giornalista per un giornale, l’Unità , che a quel tempo in Veneto di lettori ne poteva contare sulle dita di una mano. E per questo non meritava di essere presa in considerazione, al pari di quei montanari pazzi che sentivano i “rumori†nella montagna.
La frana del Vajont, l’olocausto veneto di duemila morti, devastazione di interi paesi, centinaia di persone superstiti segnate per tutta la vita: una tragedia provocata dall’incuranza dell’uomo che si poteva evitare, di segnali c’erano tanti. E invece coloro che obiettavano venivano accusati di creare allarmismo nella popolazione. A volte si può anche sbagliare, certo, ma lo sbaglio più grande che si possa commettere è quello di lasciare spazio all’indifferenza.
È per questo che l’impegno di tanti cittadini nel segnalare le stranezze sulla costruzione del complesso edilizio di borgo Berga non merita di non essere confinato a poche righe secondarie. Lo stesso vale per le testimonianze degli abitanti, come quella della signora Lia Sofia Stella residente a borgo Berga all’angolo con via Tiepolo che ci racconta:
“Siamo sempre più perplessi dai lavori che sono in corso sugli argini del Retrone fino alla confluenza con il Bacchiglione: hanno nettamente ridotto l'alveo del fiume e per quanto possiamo vedere da casa nostra, in particolare dalle nostre finestre che sono al terzo piano sulle sponde, è stato versato e consolidato con reti e massi materiale pietroso per non meno dello spessore di 80 cm/1 metro, forse anche più, restringendo così nettamente l'invasoâ€.
Ora sta per arrivare la stagione delle piogge e la preoccupazione di un’altra alluvione torna a riaffiorare:
“Spero non ci sia rischio di esondazione del fiume in caso di piogge forti. Già negli scorsi anni l'acqua era arrivata a sfiorare la strada di borgo Berga. Le cantine del nostro condominio sotto il livello della strada sono rimaste infatti allagateâ€.
La signora Lia magari potrà anche sbagliare, ma per fortuna potrà dire di non essere stata colpita dal male dell’indifferenza.
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