Quotidiano | Categorie: Politica

Modalità di accesso ai fondi europei, Crimì: istituire strutture provinciali specializzate

Di Redazione VicenzaPiù Giovedi 25 Luglio 2013 alle 18:17 | 0 commenti

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On. Filippo Crimì, PD - “Non si può ritenere che il “decreto fare”, provvedimento principale del governo Letta, che si propone lo scopo di intervenire a 360° per rilanciare l’economia, sia il mezzo risolutivo delle molte problematiche presenti nell’economia Italiana.” – ad affermarlo è Filippo Crimì, membro della XIV Commissione “Politiche per l’Unione Europea”, che interviene nella discussione in atto sulla conversione del decreto del fare in legge.

“Il Decreto non è che l’inizio di misure da adottarsi urgentemente e gli innumerevoli emendamenti presentati freneticamente ed in modo massivo in questi ultimi giorni di Governo ne sono una dimostrazione. – continua Crimì – Al momento, però,sono circa 900 gli emendamenti presentati e tenuto conto che il decreto dovrà essere convertito in legge entro il 20 agosto, ritengo sia più opportuno intervenire su quanto normato senza presentare ulteriori emendamenti, che si sommerebbero inutilmente a quelli già presentati, ma depositando un ordine del giorno che se approvato indirizzerà l’attività del governo. L’altro ieri, assieme ai colleghi
d’Arienzo e Sbrollini, ho depositato un Odg che è stato approvato oggi con riformulazione. Col
documento si vuole supportare e migliorare quanto contenuto nel decreto del fare relativamente allo
sblocco dell’accesso ai fondi europei. Visti gli innumerevoli fondi comunitari che spesso non
vengono assegnati per errori riconducibili ad una sbagliata gestione dei rapporti tra enti locali e
finanziatori, a nostro avviso è necessario integrare le misure, previste dal decreto, intervenendo sul
sistema col quale piccoli e medi comuni accedono ai finanziamenti comunitari per soddisfare le
proprie esigenze.” – conclude Crimì – “Il governo si impegnerà a valutare l’ipotesi di istituire
strutture provinciali specializzate che a titolo gratuito supportino i comuni, facendo da intermediari
tra gli enti locali e Ministeri o Comunità europea, durante tutto l’iter necessario per accedere ai
fondi comunitari. Gratuità del servizio offerto e specializzazione, del personale che sarà presente
nelle varie strutture, garantiscono supporto a tutti gli enti locali ed una corretta gestione delle
procedure essenziali per accedere ai fondi. Pertanto, il numero di finanziamenti europei che
annualmente vengono perduti dovrebbe notevolmente diminuire.”


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