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Miniera Bertozzo, le osservazioni di Italia Nostra contro la richiesta di proroga di attività

Di Redazione VicenzaPiù Domenica 3 Novembre 2013 alle 14:34 | 0 commenti

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Italia Nostra Medio e Basso Vicentino - Ancora nel lontano 2006 (segnalazione del 28 Marzo 2006; prot. n.011 /2006) abbiamo denunciato le numerose irregolarità e inadempienze che avevano accompagnato lo svolgersi dell'attività estrattiva nella Miniera “Bertozzo” - Cantiere Graone – nel Comune di Sarego (VI).

Dopo tutti questi anni, ci troviamo a dover ancora sopportare che vi sia un ulteriore atto prevaricatore dei diritti dei cittadini nel vedere rispettate le normative legate all'attività estrattiva, atto con cui si permette di eludere ed aggirare tali regole, prorogando i termini per la conclusione dei lavori di coltivazione nel cantiere suddetto, addirittura fino al 2025!Dal primo rilascio della concessione mineraria del 17/12/1980 ( atto n. 22/80), la Miniera Bertozzo ha continuato indisturbata l' attività estrattiva, tra concessioni e proroghe, fino ad oggi. E ancora, si richiede una ulteriore proroga fino al 2025! Un totale di 45 anni di attività estrattiva!
Sono dati sconcertanti, che mostrano in modo chiaro e inequivocabile la totale mancanza di
rispetto per il territorio e per la popolazione che lo abita. Gli enti preposti alla gestione del
territorio ne sono i responsabili!
Italia Nostra, ancora nella segnalazione del 2006 aveva avanzato forti dubbi sulla effettiva qualità
del materiale estratto e sui volumi del medesimo: non vi era stato modo di avere alcun dato in
merito, non essendovi stato alcun formale controllo da parte di chi era preposto.
Questo induceva ad avanzare notevoli perplessità sul materiale estratto: non materiale minerario
costituito da argille caolinitiche ma materiale calcare per l'edilizia!
La Perizia Geologica – Tecnica dello Studio Mastella analizza e dimostra scientificamente come i
dubbi di allora siano diventati certezza: l'attività estrattiva per cui si richiede proroga dimostra
in modo chiaro tutta la sua inconsistenza, rivelandosi come una vera e propria attività di
cava! Non argille caolinitiche ma calcare delle Marne di Priabona.
Un controllo sulla tracciabilità contabile e commerciale del materiale estratto avrebbe fornito dati
sulla sua reale qualità in tempi assai brevi e con modalità semplici! Perchè questo controllo così
facilmente attuabile non ha mai avuto luogo in tutti questi anni? Come può la ditta richiedente
affermare che la proroga è necessaria a causa di una stasi estrattiva dovuta alla crisi del settore
edilizio? Forse la crisi edilizia compromette così tanto la produzione di manufatti caolinitici?
Suvvia! Non prendiamoci in giro! Qualunque persona, dotata di minimo buonsenso, capisce quanto
pretestuose siano queste motivazioni.
Di sicuro vi sarà un ulteriore sfregio ad un territorio già fortemento compromesso: la presenza di
una cava attiva da così tanti anni, ha distrutto una parte del colle che connotava da sempre il
paesaggio di Sarego e luoghi limitrofi, connotazione che gli ha valso l'inserimento in area SIC e nel
PAMOB. Con la richiesta proroga dell'attività estrattiva, sarà distrutta una dolina e quindi, rovinato
ancor più questo paesaggio. Ma allora, a cosa valgono i vincoli, le prescrizioni di tutela, apposti
dagli stessi enti che poi, di fatto, concorrono a distruggere questo ambiente, tutelato solo a parole?
ITALIA NOSTRA, alla luce di quanto esposto,
AFFERMA
la propria decisa contrarietà alla richiesta di rinnovo dell'autorizzazione ai fini ambientali e
paesaggistici del Cantiere Graone e la proroga dei termini dei lavori di coltivazione fino al
31/12/2025.
CHIEDE
che venga annullata l'autorizzazione di cui alla DGR 69/2012
che il Cantiere Graone venga ultimato nei tempi previsti senza ulteriori irreparabili danni
paesaggistici
che i lavori e il materiale associato siano finalizzati esclusivamente per la ricomposizione
ambientale del sito.


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