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Minaccia cinese sul vino, Ciambetti: rischia il vino vicentino, il più venduto in Cina

Di Redazione VicenzaPiù Giovedi 6 Giugno 2013 alle 17:13 | 0 commenti

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Regione Veneto - “La guerra dei dazi tra Cina e Ue rischia di colpire Vicenza con una stangata di cui non abbiamo nessun bisogno”. Perentorio Roberto Ciambetti, assessore regionale al bilancio e alla cooperazione transnazionale, davanti alla ritorsione di Pechino che, in reazione ai dazi comunitari europei sui pannelli solari made in China, ha annunciato un’inchiesta sulle importazioni di vino dall’Europa.

Il rischio di un aumento dell’imposizione fiscale risultato per altro auspicato dai produttori cinesi, i quali, in misura sempre crescente, accusano Bruxelles di invadere il mercato cinese con prodotti sovvenzionati.

“Attualmente il vino italiano più conosciuto e venduto in Cina è il Freschello, marchio ideato dalla Cantina Cielo di Montorso e che la Cantina sociale dei Colli Berici oggi è riuscita a imporre al mercato – spiega Ciambetti –. L’anno scorso sono state commercializzate oltre 200 mila bottiglie a un prezzo medio di 50 Renminbi, circa 6 euro al litro. I consumatori cinesi hanno fatto salire nel 2012 il consumo di vino a 18 milioni di ettolitri, di cui 4,3 importati dall’Europa e 1,7 dalla sola Francia, a cui segue la Spagna e quindi l’Italia, per un export di circa 77 milioni di Euro anno, in crescita costante e in cui, appunto, il Freschello fa la parte del leone, trainando in realtà il prodotto Veneto. Chi ha seguito l’ultimo Vinitaly a Verona ricorderà come la Cantina sociale dei Colli Berici ha fatto da apripista, creando una fama di qualità ai nostri vini, non solo al Prosecco, ma anche a prodotti di nicchia come i vini biologici”.

Dopo la presa di posizione dell’assessore regionale all’agricoltura, Franco Manzato, anche Ciambetti sottolinea la necessità di tutelare la nostra esportazione. “Per capire la partita in gioco – ha continuato Ciambetti – Yesmywine, il colosso cinese delle vendite online di vino, cui fa capo il 60% del commercio elettronico enologico in Cina, riesce a vendere fino a 120 mila bottiglie di vino al giorno ai 6 milioni di utenti registrati, e stiamo parlando solo di commercio online. Per la nostra agricoltura, quindi, è un mercato di straordinaria importanza. Aumentare i dazi sul nostro vino significa mettere a rischio quel rapporto qualità-prezzo che ha permesso ai nostri prodotti di imporsi. Il caso del Freschello è paradigmatico, visto che i cinesi notoriamente  preferiscono il vino rosso al bianco, ma davanti ad un prodotto di qualità, ad un prezzo adeguato,  come appunto quello della cantina dei Colli Berici hanno modificato le loro abitudini”. “Le preoccupazioni espresse dal collega Manzato, dunque, non solo mi vedono d’accordo pienamente, ma con ancor più forza bisogna agire per difendere la nostra economia – ha concluso Ciambetti –. I tedeschi, dopo averci fatto digerire le loro insane politiche di austerità che hanno portato anche il Fmi a recitare il mea culpa,  ora, per difendere la loro produzione di pannelli solari, hanno scatenato una bagarre con Pechino e la stanno facendo pagare alle nostre aziende agricole di qualità. A tutto c’è un limite”.

 

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