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Maxi frode fiscale nel settore hi-tech: la GdF scopre fatture false per oltre 240 mln

Di Redazione VicenzaPiù Venerdi 1 Marzo 2013 alle 17:18 | 0 commenti

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Guardia di Finanza Vicenza  -  A conclusione di un’ampia indagine svolta dal Nucleo di Polizia Tributaria di Vicenza nei confronti di tre società vicentine, operanti nel settore del commercio all’ingrosso di componentistica elettronica ed informatica, il Sostituto Procuratore della Repubblica di Vicenza, Dott.ssa Silvia GOLIN, ha richiesto ed ottenuto, dal G.I.P. del Tribunale vicentino, Dott. Massimo GERACE, l’emissione di un decreto di sequestro preventivo sino al concorso dell’importo di € 17,5 milioni.

I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Vicenza, pertanto, in data odierna, hanno sottoposto a sequestro tutti i beni riconducibili agli autori della frode. Oggetto della misura cautelare sono quindi stati, oltre alle somme liquide depositate sui conti comunque riconducibili agli indagati, anche altri beni mobili e immobili a questi intestati.

In particolare, le Fiamme Gialle hanno eseguito il provvedimento sulle abitazioni dei soggetti autori della frode carosello all’IVA. Fra queste spicca una lussuosa villa composta da 15 vani con piscina annessa in località Monte Berico. Tra gli altri beni sottoposti a sequestro, oltre alle autovetture e agli altri automezzi intestati agli indagati, risultano le quote relative a sei società, tre delle quali peraltro coinvolte direttamente nel circuito illegale.

I sequestri sono stati operati nei confronti delle seguenti persone: B.A.R., F.F., D.V.L., B.R., B.G. e S.G., tutte della provincia di Vicenza.

I provvedimenti eseguiti in data odierna costituiscono l’ultimo tassello dell’operazione denominata SENZA FRONTIERE, che ha permesso di smascherare l’ennesima frode carosello attuata mediante l’emissione di false fatture per oltre 240 milioni, con le quali veniva documentata la vendita fittizia di processori a 14 società con sedi in altri Paesi dell’Unione Europea (Olanda Regno Unito e Lussemburgo), mentre nella realtà venivano venduti “sottocosto” a società italiane.

Sul fronte interno, sono state individuate 33 imprese nazionali (con sede in Vicenza, Milano, Varese, Bologna, Napoli e Caserta) coinvolte a vario titolo nel sistema di frode, mentre 21 persone sono state denunciate per reati fiscali alla Procura berica.

La frode nel settore hi-tech è stata scoperta grazie anche al sequestro di “classiche” agende cartacee nelle quali l’amministratore della principale società vicentina coinvolta annotava l’intero percorso fittizio dei prodotti con indicazione dei prezzi di acquisto e vendita già stabiliti “a tavolino”: una regia comune che gestiva il circuito illegale fra società solo apparentemente estranee l’una all’altra. Inoltre, la merce ceduta solo cartolarmente tra le diverse aziende, molte delle quali senza un minimo di struttura organizzativa, in realtà raramente si spostava dalle sedi delle società di logistica e trasporti presso cui era depositata. L’interposizione di tali  ultime società senza alcun compito concreto serviva solo per rendere più difficile la ricostruzione delle transazioni agli inquirenti.

L’operazione di oggi, di fatto blocca il proprio patrimonio degli indagati anche a beneficio delle pretese del Fisco, dando concretezza all’azione di contrasto dei fenomeni evasivi più pericolosi e pregiudizievoli per l’Erario. I beni sequestrati, infatti, qualora non fossero saldate le pendenze tributarie da parte dei diretti interessati, saranno acquisite al patrimonio dello Stato.


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