Quotidiano | Categorie: Arte

Manuela Bedeschi e Jacques Toussaint, due artisti per la "pace" al Festival Biblico 2016

Di Redazione VicenzaPiù Lunedi 2 Maggio 2016 alle 11:08 | 0 commenti

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Il titolo scelto per la XII edizione del Festival biblico 2016 proviene dal Salmo 85,11: “Amore e verità s’incontreranno, giustizia e pace si baceranno”. Un altro riferimento è alla celebrazione del Centenario del primo conflitto mondiale, ma si estende alle tante emergenze contemporanee, come per una “terza guerra mondiale” che si gioca nelle tante conflittualità locali, sociali e personali. Anche il tema dell’anno giubilare ci rinvia ad una “pace impossibile senza giustizia, e una piena giustizia impossibile senza misericordia, a ricordare una dimensione inesaurita dal punto di vista procedurale, cioè la permanente dialettica che intercorre fra il sogno e la realtà, fra storia e l’utopia, fra speranza e fallimenti, fra recezione del dato e progettualità.

La speciale installazione luminosa di Manuela Bedeschi protesa dalle logge di Palazzo Chiericati verso Corso Palladio, allude all’armonia interiore e con il mondo, con gli altri e con la società, ma anche di alterità, squilibrio, opposizione, disarmonia, “con la rottura dell’ordine che l’arte porta con sé come forma di provocazione e di risveglio. In tutte queste trasversali dimensioni la descrizione si fa denuncia, il racconto di ciò che è stato e che è si fa attenzione alle condizioni di ciò che sarà.” (dall’introduzione generale al Festival). La pace si definisce come un compito sempre a venire, così come inesausta è la ricerca dell’armonia, dell’equilibrio, della verità, dell’unità, della proporzione, del sublime. Le installazioni di Bedeschi portano con sé le stesse irrisolte proposizioni in cui giocano antinomie, talvolta semplicemente evocate, agglomerate o giustapposte, ma recentemente – come pare per l’installazione vicentina – tematizzate con più rigore. In Palladio le esigenze della riscoperta classicità si coniugarono utopicamente nella ridefinizione degli spazi della città. Non fu soltanto il sogno di una bramantesca città ideale, ma la misura di un presente in cui il futuro si traduceva in tracciati rigorosi e armonici. Oggi l’apertura al futuro si incarica invece di disegnare sentieri sostenibili, senza dimenticare la finitezza e il limite (pena i molti progetti incompiuti e i cantieri abbandonati) ma nemmeno presumendo di avventurarsi nell’impossibile. Nel novembre del 1550, Girolamo Chiericati registra nel proprio “libro dei conti” un pagamento a favore di Palladio per i progetti del proprio palazzo in città, tracciati all’inizio dell’anno. Palazzo Chiericati (e il progetto per le Logge della Basilica) rappresentano il passaggio definitivo dall’eclettismo dei primi anni alla piena maturità di un linguaggio dove stimoli e fonti provenienti dall’Antico e dalle architetture contemporanee sono assorbiti in un sistema ormai specificatamente palladiano. Nella loggia al piano superiore – scrive Bedeschi nel progetto attuale – “la bellezza dell’equilibrio è data in Palladio, dalla ripetizione di un modulo che ho individuato nel diametro della colonna e che ho preso come misura base per la mia opera, secondo i calcoli allegati”. E individuando nel quadrato lo stilema base dal cui multiplo e scomposizione l’Architetto ragionò in pianta ed elevato, l’Artista ne riproduce le proporzioni
in un’opera concettuale che, come scrive, “ritengo rappresenti al meglio il concetto di equilibrio, armonia e simmetria dell’architettura che mi ospita”. Il “quadrato di luce” che l’Artista propone mediante il tracciato sospeso di un tubo al neon si protende fuori da una loggia, ed è volutamente instabile, fuori calcolo, fuori del disegno dei piani: sfiora la balaustra laterale e poi rientra. Il quadrato, per sé perfetta figura capace di inserzione della perfetta circonferenza, si pone qui in posizione volutamente inclinatadisassata, come segno indicatore di un equilibrio da conquistare anche attraverso momenti di incertezza e di lotta; di una stabilità commisurata alla coesistenza di squilibri
negli orizzonti calcolati da pesi, pressioni puntuali e assorbimento nelle tessiture murarie, carichi in elevato e distribuzione fondazionale.
G.P. FESTIVAL BIBLICO 2016 - coord. artistico a cura di Simona Tozzo
In collaborazione con:
- Comune di Vicenza - Assessorato alla Cultura – Museo civico Palazzo Chiericati
- a cura di AxA Associazioni artisti per l’arte sacra di Vicenza – M.L. Ferraguti e G. Prandina
- Galleria PIO MONTI Roma
- con un intervento di Patrizia Nuzzo
- catalogo in sede
Inaugurazione: 19 maggio 2016 / ore 18,30
Conclusione: 12 giugno (con proroga estiva)
Vicenza – Palazzo Chiericati – Museo Civico

Attraverso e mediante installazioni visionarie di prodotti minimalisti Jacques Toussaint rivisita i quattro elementi costitutivi della natura e della vita - aria, terra, acqua e fuoco - che prendono corpo grazie ad apporti ora decisamente palpabili, ora fatti di simboli e di immagini fluttuanti. La presenza, qui frammentata e da ricomporre mentalmente, di un saio schematizzato seconda la logica compositiva dell'artista, riconduce la mente e il cuore al Cantico delle creature di San Francesco, in cui si compendia la lode al Signore per tutte le grandi e piccole manifestazioni della natura. L'alta filosofia antica si intreccia qui con la semplicità del Santo d'Assisi e insieme ispirano e attraversano la narrazione di Toussaint che esalta le piccole cose con un fare rigoroso e compiuto, il cui valore si sublima nella presenza della luce che genera percorsi e guida il pensiero al di là delle contingenze del tempo presente. Chiarezza ed essenzialità sono tipici del lavoro di questo artista che cerca l’armonia tra segni, forme e parole, che evocano, nel fluttuare nello spazio, sensazioni, pensieri, slanci e nuovi possibili universi. E nella leggerezza del loro porsi diventano testimoni di un mondo che anela alla giustizia e alla pace. (L.Cavadini)
Il titolo della mostra, L'Esprit des lieux, prende spunto dalla riflessione di Laurier Turgeon (Université Laval, Quebec. Canada) a proposito dello spirito del luogo, tra materiale e immateriale. “Anziché dividere lo spirito e il luogo, il materiale e l'immateriale, mettere in opposizione, proponiamo di esplorare i modi in cui i due sono uniti in una stessa interazione, l'uno costituendosi all'altro… Lo spirito rimanda al pensiero, agli esseri umani, e agli elementi immateriali, il luogo evoca un sito geografico, un mondo fisico, in breve, gli elementi materiali.”
Il progetto della mostra in Santa Corona si base principalmente sulla valorizzazione del luogo senza cambiarne l’aspetto, e inserendo con parsimonia le installazioni che sono in realtà delle allegorie al canto delle creature di San Francesco. Nella parte frontale della cripta, a destra e sinistra del gruppo scultoreo sono proiettati Sorella Luna e Fratello Sole, due video realizzati in collaborazione con Vincenza Nardino che riprendono il tema caro a San Francesco. Nella stessa sala sono presenti le tre installazioni Terra, Acqua, e Fuoco. La quarta installazione, sempre ispirata al cantico delle creature di San Francesco, Frate vento, sarà presentata nella Cappella Valmarana, opera di Andrea Palladio, mediante la proiezione sulla piccola volta che sovrasta l'altare, di un video imperniato su questo tema, raffigurato dalla presenza di nuvole che attraverseranno questo “piccolo cielo”, metafora del cosmo dal quale riusciamo a percepire solo microscopica parte. La mostra si concretizza infine attraverso il cambio dell’ illuminazione attuale, creando un universo colorato di blu intenso, che valorizza l’equilibrio architettonico dell’edificio e al tempo stesso consente al visitatore di immergersi nei propri pensieri alla ricerca di una dimensione altra. Come già espresso nel comunicato del festival biblico“il ruolo della dimensione estetica per coltivare e creare le condizioni di armonia interiore e con il cosmo, con gli altri e con la società, ma anche lo stupore e la rottura dell’ordine che l’arte porta con sé come forma di provocazione e di risveglio.”
La mostra di Jacques Toussaint è inserita nel programma del festival biblico 2016 che propone attraverso numerose iniziative un' approfondita riflessione sul tema della pace. Il titolo scelto per l’edizione 2016 del festival è tratto dal Salmo 85,11 ‘Amore e verità s’incontreranno, giustizia e pace si baceranno’. Un tema che, attraverso la figura-icona di San Francesco, patrono dell’ecologia ma anche paladino di sentieri di pace, prosegue idealmente il cammino della scorsa edizione sul tema ambiente e cura, e si inserisce nella riflessione dell’anno giubilare. La Pace – intesa non solo come assenza di guerra – è la più grande questione del nostro tempo. Essa è anche giustizia e dignità umana e passa attraverso la misericordia, che è amore gratuito offerto a chi ha sbagliato. Da questo parte la riflessione del Festival Biblico sulla pace come bene comune fondamentale: la Pace colta nei suoi paradossi, all’interno delle emergenze contemporanee e delle conflittualità sociali, nelle crisi personali e, infine, attraverso la misericordia, come atteggiamento in grado di suscitare la pace nell’intreccio di giustizia e perdono.
FESTIVAL BIBLICO 2016
coord. art. Simona Tozzo
In collaborazione con:
- Institut Français Milano
- Comune di Vicenza - Assessorato alla Cultura – Museo civico Palazzo Chiericati
- VALMORE studio d’arte
- Piccolo Museo del Progetto
L’ESPRIT DES LIEUX. SULLE ORME DI SAN FRANCESCO
a cura di Luigi Cavadini
e di AxA Associazioni artisti per l’arte sacra di Vicenza – M.L. Ferraguti e G. Prandina
Inaugurazione: 19 maggio 2016 / ore 17,00
Orari: Martedì - Domenica 9:00 - 12:00 / 15:00 - 18:00 - Sabato chiusura ore 17:00
Vicenza - Chiesa di Santa Corona -Contrà Santa Corona 2
tel. axa 329 7393249 – Piccolo Museo 0423 538230 - 329 9688761


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