Caso Mantovani, tra silenzi trasversali e anfratti vicentini
Venerdi 1 Marzo 2013 alle 20:00 | 0 commenti
L'affaire Baita-Minutillo potrebbe riservare sorprese tanto eclatanti quanto clamorose. Ad ogni modo nessuno qui vuole emettere una sentenza giudiziaria quando questa spetta ai magistrati. Il gruppo industriale che fa capo a Piergiorgio Baita sostiene di avere rispettato la legge penale, ma sicuramente ha violato quella della statistica. Dagli ospedali, alle superstrade, ai tunnel, Mantovani c'è. Mancano solo i velodromi per bruchi e i kartodromi per pokemon e poi la lista sarà al completo. Sempre o quasi in nome del project financing.
Ora che è scoppiato lo scandalo, mentre Galan tace, i parlamentari del Pd, pensi, ci andranno a nozze nel massacrare mediaticamente gli avversari, giacché l'idem sentire tra Baita e l'ex governatore azzurro Giancarlo Galan è sempre stato un vanto per quest'ultimo. Soprattutto in un momento in cui proprio tutti i piddini fanno a gara ad attegiarsi a descamisados anticorruzione per cercare un contatto con i grillini. E invece sulla stampa, da parte dei neoeletti, non c'è uno straccio di dichiarazione in cui si prenda per la collottola il sistema Galan. Poi però uno va a spulciare le carte, vicentinissime, relative all'ospedale di Santorso, tanto per dirne una, e si accorge che oltre alla Mantovani nel raggruppamento che ha realizzato l'opera in project financing ci sono due coop rosse di area centrosinistra (il raggruppamento nel dettaglio è questo: Gemmo Spa, Palladio Finanziaria spa, Impresa di costruzioni Ing E. Mantovani spa, Cooperativa Muratori e Braccianti di Carpi, Consorzio Cooperative Costruzioni, Studio Altieri Spa, Servizi Italia Spa, Coop Service Sca, Serenissima Ristorazione Spa). E ancora, se si spulciano le carte della contestatissima e bassanesissima Valsugana bis, voluta dal Pdl, si scopre che l'istituto finanziario che assevera la procedura sul piano della bancabilità è Mps. Ma guarda. E poi leggendo i giornali si scopre che un pezzo della indagine di queste ore è nata da quella che ha poi portato alla condanna, ancora non definitiva, di Lino Brentan per una storiaccia di tangenti. Sì, quel Brentan espressione del Pd Veneto, storicamente vicino a un Pd doc come Davide Zoggia, venuto a salutare il sindaco "bericodemocrat" Achille Variati proprio poco prima delle elezioni. E allora qualche dubbio ti viene quando non senti nulla di nulla dai vari, appunto, Zoggia, Filippin, Sbrollini, Crimì, Ginato (Puppato in passato da consigliere regionale due tre ammonimenti li aveva lanciati per vero, idem dicasi per il vicentino Stefano Fracasso del Pd e per Pietrangelo Pettenò di Rifondazione). Il silenzio è d'oro. Paradossalmente in una vicenda che politicamente inguaia i vertici del Pdl, l'unico che ha scosso il torpore politico è un certo Sergio Berlato, eurodeputato del... Pdl. Ed ecco spiegata la diffidenza dell'opinione pubblica nei confronti di D'Alema, Bersani & soci quando fanno aperture strane prima al M5S e poi al plurindagato Berlusconi, l'amico di Galan. Intanto sui media regionali la vicenda impazza, si amplifica e si tinge anche di gossip.
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