Lista Falciani, tremano 77 vicentini: ispezioni della Guardia di Finanza
Martedi 10 Febbraio 2015 alle 09:41 | 0 commenti
Clicca qui per la fonte originale della notizia sull'inchiesta durata due anni dell’International consortium of investigative journalists e cheriguarda anche 77 vicentini.
Lo «SwissLeaks» investe anche il Veneto. L'indagine portata avanti dal quotidiano francese Le Monde e da altre quarantaquattro testate internazionali (per l'Italia, il settimanale L'Espresso), coordinate dal Consorzio di giornalismo investigativo americano Icij, svela che all'incirca 180 miliardi di euro - appartenenti a oltre centomila clienti - sarebbero stati depositati nella banca svizzera Hsbc tra il novembre 2006 e il marzo 2007.
Sarebbero settemila gli italiani che compaiono nella cosiddetta «Lista Falciani», l'elenco completo dei clienti che prende il nome dal funzionario della banca «Hsbc» con filiale a Ginnevra, l'italo-francese Hervé Falciani, scappato con i file riservati che poi ha consegnato, nel 2008, agli inquirenti francesi con i quali aveva deciso di collaborare.
A fronte di 5.439 nominativi di italiani inclusi nella lista che era già stata «girata» ai Reparti della guardia di finanza, in questi anni sono stati conclusi 3.276 interventi ispettivi. Complessivamente sono stati constatati «elementi positivi di reddito non dichiarati» per 741.755.879 euro, e per 4,5 milioni di Iva. Di fronte all'ispezione delle Fiamme Gialle, 1.264 «controllati» hanno opposto l'adesione allo scudo fiscale per un ammontare di capitali rimpatriati pari a 1.669.075.253 euro.
Nella lista Falciani compaiono centinaia di veneti, soprattutto imprenditori, manager e finanzieri. Già prima del 2012, quando ai finanzieri del reparto regionale vennero trasmessi i dati relativi ai depositi presso la banca svizzera, finirono nel mirino dei controlli 301 persone nate in Veneto e quattro società con conti esteri. Soprattutto vicentini (77 i nominativi della lista), seguiti da padovani (66) e trevigiani (53). Di questi, un centinaio ha opposto lo scudo fiscale per un ammontare complessivo di capitali che si è attestato intorno ai 70 milioni di euro. Gli altri duecento veneti nei confronti dei quali si sono già concluse le attività ispettive, avevano depositi per circa 80 milioni di euro. Alcuni di loro ne sono usciti senza alcuna sanzione, visto che risultavano risiedere stabilmente all'estero e quindi non erano tenuti a pagare le tasse al Fisco italiano.
Ora che l'Icij svela le identità di chi, tra il 9 novembre del 2006 e il 31 marzo 2007 avrebbe fatto circolare il proprio denaro attraverso la filiale di Ginevra della Hsbc, ai finanzieri spetterà il compito di capire se nell'elenco pubblicato in queste ore dai giornali che hanno lavorato all'inchiesta giornalistica, ci siano nuovi nomi rispetto a quelli già emersi in passato.
C'è chi, di fronte ai controlli delle Fiamme Gialle, oppone dubbi di legittimità vista la provenienza illecita della prova-principe: il furto del data-base da parte di Falciani. Ma già tre anni fa, la commissione tributaria di Treviso aveva negato il ricorso a due evasori che comparivano nell'elenco, e che si erano visti notificare saldi stellari di imposte evase dalla Direzione provinciale delle entrate del capoluogo. Insomma, per l'Agenzia delle Entrate la lista Falciani, ottenuta sì illegalmente ma poi «ratificata» da accordi internazionali e consegnata agli organi di polizia degli stati membri, è ormai divenuto uno strumento irrinunciabile per individuare chi, in passato, ha curato i propri affari approfittando dell'anonimato garantito da Hsbc.
Di Andrea Priante, da Il Corriere del Veneto
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.