Legge veneta su società partecipate, per il Governo è ok. Via al taglio di 50 poltrone
Sabato 8 Febbraio 2014 alle 14:10 | 0 commenti
Costantino Toniolo, NCD - "Siamo soddisfatti! Il Ministro agli Affari regionali ha comunicato che il Governo ha ritenuto valida la legge della Regione Veneto approvata in aula su mia proposta e volta a contenere al minimo le società partecipate e a tagliarne in modo deciso le spese!" Lo afferma il presidente della Commissione Bilancio del Consiglio regionale del Veneto Costantino Toniolo (NCD) dopo aver letto il comunicato stampa del CDM di ieri che definisce tra le non impugnabili la legge "Norme in materia di società regionali".Â
"Significa che avevamo ragione, e che i detrattori di questa legge sacrosanta sono stati definitivamente sconfitti", spiega Toniolo. "Non si può più tenere in piedi realtà costose e poco produttive, che alterano il mercato e che molte volte finiscono per essere semplicemente dei poltronifici!"
"Ora la Giunta non temporeggi e applichi in tempi brevi la legge!", dichiara Toniolo.
Dall'inizio della legislatura il presidente Toniolo si è battuto per la nuova legge sulle Ater che elimina i Consigli di amministrazione delle Aziende territoriali per l'edilizia residenziale tagliando le spese di un milione di euro all'anno per tutta la Regione. Toniolo è anche il presentatore della legge che fa chiudere quattro società regionali di fatto improduttive, ovvero con bilanci in rosso o con patrimoni sottoutilizzati (Ferrovie Venete Srl, Immobiliare Marco Polo Srl, Società Veneziana Edilizia Canalgrande Srl, Terme di Recoaro Spa). "E' meglio che la regione agisca direttamente, con le regole dell'ente pubblico dove può", spiega Toniolo, "e dove non può si lasci tutto al mercato con regole precise e certe!"
"Anche nella PA le parole d'ordine devono essere meritocrazia, trasparenza e mercato!", sottolinea Toniolo, "e ora siamo all'avanguardia nel nostro Paese, non c'è dubbio!".
"L'impostazione di questa nuova norma è innovativa e profondamente liberale", spiega Toniolo, "perché parte dal presupposto che se la Regione intende produrre beni, servizi, lavori o opere ha due scelte: o lo fa tramite la propria organizzazione attualmente esistente, oppure li acquisisce sul mercato mediante procedure a evidenza pubblica".Â
"Se invece il ricorso alle partecipate rimane l'unica via possibile", sottolinea il Presidente Toniolo, "allora la Regione è tenuta a fare una seria analisi economica sull'efficacia e sul risparmio del conferimento". Per le società partecipate che supereranno questo esame preliminare di 'funzione', Toniolo propone ulteriori limiti ed obblighi di trasparenza, controllo, contenimento dei compensi e delle retribuzioni.Â
"Le società partecipate dovranno pubblicare nel loro sito web i bilanci e le spese per incarichi e consulenze. A tutt'oggi - puntualizza Toniolo - gran parte dei siti istituzionali delle società non contiene questi dati, spesso sconosciuti anche al Consiglio che ha funzione legislativa e di controllo".Â
Il Consiglio regionale dovrà riappropriarsi del proprio ruolo di controllo, esaminando ogni sei mesi il rapporto di monitoraggio delle partecipate, integrato dalle delibere amministrative interne. Il trattamento del personale delle società partecipate dovrà essere uniformato a quello della Regione: "Anche qui il principio è chiaro", ribadisce Toniolo, "se si conferiscono funzioni a un soggetto esterno all'insegna dell'efficacia e del risparmio la forza-lavoro non può costare di più".Â
La norma propone di fissare un tetto massimo di 80 mila euro per i compensi ai componenti degli organi di amministrazione (25 mila euro il massimo previsto per revisori e organi di controllo) e metodi di selezione del personale più trasparenti e aperti a tutti (art. 7).Â
Al prossimo rinnovo dei Cda delle società a partecipazione diretta della Regione, verranno tagliate complessivamente circa 50 poltrone retribuite (art. 6).
I risparmi derivanti dal riordino delle società partecipate saranno destinati al capitolo dedicato allo "Sviluppo del sistema produttivo e delle piccole medie imprese" del bilancio pluriennale 2013-2015. Grazie ad un emendamento acquisito in sede di commissione parte dei risparmi andranno anche al capitolo del sociale (art. 13).
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