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Legge elettorale, Vittorelli: schiaffo alla democrazia rappresentativa

Di Redazione VicenzaPiù Martedi 21 Gennaio 2014 alle 21:06 | 0 commenti

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Davide Vittorelli, coordinatore cittadino di Sinistra Ecologia Libertà - La bozza di riforma elettorale elaborata da Matteo Renzi ed approvata a stragrande maggioranza dalla direzione del Partito Democratico non è altro che l’ennesimo schiaffo alla democrazia rappresentativa per garantire i grandi partiti e silenziare, definitivamente, quelli medio-piccoli. Le criticità che si possono evidenziare sono molteplici.

In primo luogo questa legge continua a non prevedere le agognate preferenze, consentendo quindi, ai segretari di partito, di garantire sempre un posto ai loro sodali ed agli amici degli amici.

Le “Minetti“ possono dunque stare tranquille in quanto, a Montecitorio, avranno sempre dei posti riservati.

In secondo luogo la bozza prevede un nutrito premio di maggioranza che, come per il Porcellum, garantirebbe il 53% dei seggi alla coalizione che raggiunge il 35% dei consensi.

Matematicamente parlando si sta dicendo che chi alle elezioni ottiene poco più di un terzo dei voti, ha poi diritto, per legge, a più della metà dei seggi della Camera. Con tale stratagemma appare fin troppo comodo, per una conclamata minoranza, esprimere una maggioranza parlamentare!

Infine, ed è l’aspetto forse più tragico, viene fissata una soglia di sbarramento al 5% per i partiti coalizzati, all’8% ai partiti non coalizzati ed al 12% alle coalizioni di partiti.

Tradotto significa che, ad oggi, un partito che a livello nazionale ottiene, ad esempio, il 7,5% dei consensi, correndo da solo (magari come la Lega Nord dei tempi aurei) pur avendo avuto oltre 2,5 milioni di voti non si vedrebbe attribuire alcun rappresentante. Cosa gravissima se si pensa che, in certe regioni, quella stessa forza politica potrebbe superare il 10, 15 od addirittura il 20%.

Oggi, applicando la legge, oltre 5 milioni di elettori distribuiti tra Sinistra Ecologia Libertà, Federazione della Sinistra, Socialisti, Centristi, Fratelli d’Italia, Nuovo Centro Destra ed altre liste minori, resterebbero senza rappresentanti. Uno scenario che dovrebbe apparire inquietante per chi, nel proprio logo elettorale, ha la dicitura: “democratico”.

Questa legge, secondo i più entusiasti, avrebbe il pregio di “non consentire il ricatto dei piccoli partiti”. Tale esilarante argomentazione è l’ennesimo capovolgimento della realtà attuato dal bischero di Firenze.

Matteo, infatti, con le sue guascone prodezze lessicali, vorrebbe far credere agli elettori del centrosinistra che il male degli ultimi vent’anni non è da ravvisarsi nella conclamata incapacità della classe dirigente di battere politicamente e culturalmente Berlusconi, ma sarebbe invece da attribuirsi all’esistenza delle formazioni politiche minori, le quali, non avrebbero garantito stabilità alle coalizioni di centrosinistra.

Ma come?!

Matteo si riferisce a quegli stessi partitini che hanno consentito al Partito Democratico, anche alle ultime elezioni, di godere, come noi, del premio di maggioranza? (Alcuni onorevoli vicentini devono proprio alle forze minori il loro imprevisto approdo in parlamento).

Il neosegretario si riferisce forse a quegli stessi partitini che, a tutte le tornate elettorali, risultano fondamentali per superare le destre da Milano a Bari dal Friuli alla Puglia?

Da ultimo, ricordo sommessamente, che la nuova legge elettorale ha avuto il placet dello statista Silvio Berlusconi.

Chi ha orecchie per intendere, intenda.


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