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Le perdite della Popolare di Vicenza: quanto costa agli azionisti la cattiva informazione del GdV?

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Sabato 29 Agosto 2015 alle 09:39 | 0 commenti

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Oggi su Il Giornale di Vicenza (pubblichiamo a seguire) il collega Marino Smiderle riporta i dati della prima semestrale "lacrime e sangue" della Popolare di Vicenza a guida Francesco Iorio e, nel riferire e commentare le relative annotazioni della BCE e del management, fa una lucida analisi della situazione della banca vicentina che, per ripartire, come tutti ci auguriamo, dalla quotazione in Borsa, ormai più che ineluttabile soprattutto indispensbaile per ridare un valore di base alle sue stessi azioni, deve prendere atto delle "irregolarità riscontrate dagli ispettori di Francoforte" e della creazione di un mega accantonamento al fondo rischi e di una notevole riserva per "acquisti di azioni per mille milioni perché attuati con finanziamenti ad hoc ai soci".

Più che ricordare che da anni avevamo esaminato la situazione, sia pure partendo dalle nostre "umili" e meno privilegaite informazioni, e a rischio di compromettere i rapporti con i "poteri" vicentini avevamo sottolineato i rischi che oggi il collega ben più prestigioso di noi "ufficializza" come realtà attuale e non come possibilità futura.

Una sola considerazione facciamo.

Noi abbiamo informato da tempo i lettori e possibili azionisti dei rischi che avrebbero corso seguendo i consigli di Confindustria e del suo quotidiano per acquisiti a tutta birra di azioni della BPVi.

Il Giornale di Vicenza oggi solo informa i suoi lettori, che spesso sono anche nostri, di quanto hanno perso per aver seguito quei consigli.

Noi costiamo 70 centesimi al mese per l'acquisto del nostro VicenzaPiù Magazine (il quotidiano web è free), il GdV costa 39 euro al mese per acquistare le sue 30 copie quotidiane.

Temiamo, però, che leggere le laudi alla vecchia BPVi del quotidiano unico sia costato molto di più a chi le ha prese per oro colato.

Il direttore

 

Semestrali. Le irregolarità riscontrate dagli ispettori di Francoforte inducono il nuovo consigliere delegato ad avviare un altro ingente rafforzamento patrimoniale
BpVi perde oltre un miliardo e ne chiede 1,5
Bce "cancella" acquisti di azioni per mille milioni perché attuati con finanziamenti ad hoc ai soci
E Iorio prepara un maxi aumento di capitale

Di Marino Smiderle, da Il Giornale di Vicenza

 

«Guardate che la Bce è stata anche troppo buona con la Popolare di Vicenza». Questa frase, pronunciata da Francesco Iorio qualche settimana fa al termine della prima conferenza stampa del nuovo consigliere delegato e direttore generale della Banca Popolare di Vicenza, era stata interpretata come una battuta rivolta a chi era propenso ad addebitare a Francoforte la maggior parte dei problemi dell'istituto di credito berico. Ieri si è capito invece cosa voleva dire. La semestrale in rosso per oltre un miliardo approvata dal cda e il nuovo aumento di capitale «fino a 1,5 miliardi» che verrà proposto alla prossima assemblea straordinaria dipendono in larga parte dalle irregolarità riscontrate dagli ispettori della Bce e imputate al management precedente.

ISPEZIONE. «Le verifiche ispettive della Bce - si legge nella lunga e dettagliata nota diffusa ieri da BpVi - hanno fatto emergere diverse posizioni nelle quali la sottoscrizione o l'acquisto delle azioni della Banca da parte della clientela sono stati effettuati facendo ricorso a finanziamenti erogati dalla Banca. L'importo complessivo dei finanziamenti erogati dalla Banca individuato a seguito delle analisi svolte come correlato all'acquisto o alla sottoscrizione di azioni della Banca è pari a 974,9 milioni di euro». In parole povere: un miliardo che fino a ieri era considerato capitale, da oggi non lo è più. Questo ha reso necessaria l'iscrizione di una riserva indisponibile di 611,6 milioni e l'accantonamento al fondo rischi di 380 milioni.

PATRIMONIO. I famosi indici patrimoniali usciti a livelli di sicurezza, sia pure in zona Cesarini, in occasione degli stress test di Bce, sono stati travolti da queste clamorose novità. Dal 10,44% registrato nel bilancio chiuso al 31 dicembre 2014, il Tier 1 è precipitato al 6,81%, mentre il Total Capital Ratio è crollato dall'11,55% al 7,63%. L'inevitabile, dolorosa e doverosa operazione di trasparenza avviata da Iorio e avallata dal Cda ha dato il via libera a «una decisa azione di rafforzamento patrimoniale per rilanciare il gruppo BpVi». Entro la primavera prossima partirà un aumento di capitale, probabilmente in coincidenza con la quotazione in Borsa, per un importo fino a 1,5 miliardi. A questo vanno aggiunti i 150 milioni derivanti dalla cessione della partecipazione in Icbpi.CONTO ECONOMICO. Il miliardo e 53 milioni di perdita registrati in quella che doveva essere la semestrale del ritorno all'utile rientra nella corsa a ostacoli che porta al soddisfacimento di tutti quei rigidi parametri finanziari imposti dalla Bce. Dei 380 milioni accantonati a fondo rischi a seguito dei risultati dell'ispezione si è detto. Vanno però aggiunti il taglio di 269 milioni sugli avviamenti relativi alle acquisizioni passate (nessun impatto sui ratios patrimoniali) e, soprattutto, il forte aumento dei «livelli complessivi di copertura, con rettifiche di valore su crediti, pari a 703 milioni» rispetto ai 157 milioni del primo semestre 2014. In questo modo l'indice di copertura dei crediti deteriorati si avvicina notevolmente alla media di sistema e passa dal 35,1% del 31 dicembre 2014 al 39,6% attuale. Ad appesantire ulteriormente il conto economico ci sono poi 119,3 milioni di rettifiche di valore delle attività finanziarie. Il risultato della gestione operativa è positivo, a 219,4 milioni, anche se in calo del 6% rispetto al primo semestre 2014.I SOCI. Le tappe di avvicinamento alla trasformazione in spa e alla successiva quotazione in Borsa adesso sembrano quelle di una via crucis. Il prezzo di collocamento in Borsa sarà molto lontano dai 48 euro fissati dall'ultima assemblea e in più verrà chiesto ai soci di por mano al portafogli per aderire a un altro maxi aumento di capitale. Iorio è consapevole che la pazienza e la fiducia dei 120 mila soci di BpVi, oltre metà dei quali sono a Vicenza e in Veneto, sono ridotte al lumicino. Ma la sua "verginità" rispetto alla gestione precedente, il buon andamento della gestione ordinaria e il nuovo piano industriale 2015/2020 sono le armi che gli restano per evitare che la rabbia, comprensibile, degli azionisti si trasformi in autolesionismo. Tenuto conto che per molto meno in Veneto Banca avevano mandato un esercito di finanzieri, qualcuno ipotizza che il Cda possa avviare un'azione di responsabilità nei confronti del management precedente. Ma al momento la priorità è quella di rifocalizzare la banca sul core business e preparare la prossima rivoluzione societaria.LA BORSA. Paradossalmente questa operazione draconiana di pulizia diventa il miglior biglietto da visita per presentarsi al mercato. I risultati economici della gestione commerciale sono in miglioramento, con proventi operativi invariati e un aumento del 15% delle commissioni. L'anno prossimo, il 150° della storia della Popolare di Vicenza, sancirà la quotazione della banca al listino di piazza Affari. Iorio ha preso il timone nel momento più difficile di questa lunga storia e il primo documento contabile che porta la sua firma costituisce il momento di partenza di una nuova avventura. Risulta un po' strano che, dopo mesi e mesi di ispezione della Banca d'Italia, nessuno si sia mai accorto che un miliardo (vale la pena ripeterlo: un miliardo) di capitale fosse in realtà frutto di una gigantesca partita di giro. Il nuovo consigliere delegato, uno che fino a ieri ha lavorato in una Popolare quotata importante come Ubi, ha il vantaggio non trascurabile di godere della stima del mercato dove dovrà portare a navigare il vascello, ora alleggerito e ripulito e domani, spera, rafforzato, della Popolare di Vicenza. Di sicuro tutte le gravi incongruenze riscontrate dalla Bce sono state portate alla luce del sole. Si riparte dalla trasformazione in spa, che potrebbe coincidere con il primo segno di discontinuità anche a livello di presidenza. L'intenzione di Iorio è quella di mantenere BpVi sul territorio ma ora spetta ai soci, quelli in grado di rappresentare il capitale di riferimento, battere il prossimo colpo.


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