Gian Antonio Stella cita i critici Montanari e Trione: "contro le mostre" e i "mostrificatori" come Marco Goldin. A cui Vicenza dà anche tutto gratis
Martedi 24 Ottobre 2017 alle 22:58 | 4 commenti
La mostra-evento organizzata da Linea d'Ombra, ovverossia da Marco Goldin, che per alcuni, non pochi mesi, impegna la Basilica Palladiana, ha già dato dimostrazione di essere una grande attrattiva per tantissime persone che giungono in gran parte da altre province e di sicuro, anche se non ho alcun dato in merito, per turisti curiosi e appassionati che giungono da Paesi stranieri. Gian Antonio Stella, che oltre ad essere un noto giornalista del Corriere della Sera è anche un vicentino la cui famiglia è originaria dagli altopiani, dedica un articolo alle grandi mostre pubblicato dal CorSera il 18 ottobre scorso.
In particolare Stella si dedica ad illustrare e commentare "Contro le mostre", un libro, di recentissima pubblicazione per Einaudi, un pamphlet di Montanari e Trione che il giornale titola "Le mostre sono i mostri dell'arte". Penso che un titolo forte serva anche ad attrarre il lettore e quindi risulta comprensibile, ma il ragionamento del giornalista va oltre.
Partiamo dagli autori del libro: Vincenzo Trione e Tomaso Montanari sono due critici d'arte del Corriere e di Repubblica sicuramente, senza voler mancare di rispetto ad altre testate, tra le più importanti in Italia.
Cosa affermano questi critici? "Per amore della bellezza, spiegano, sono diventati intolleranti alle «mostre brutte, mal fatte, furbe, sciatte, approssimative, raccogliticce, imposte da società di produzione private e subìte da amministrazioni pubbliche allo sbando». Di più: «Mediocri, raccogliticce, inutili, dannose e diseducative». E pericolose. Non solo per il messaggio che lanciano al grande pubblico come se lanciassero special show televisivi ma pericolose per la stessa integrità dei quadri, delle sculture, dei pezzi che vengono febbrilmente spostati da un evento all'altro, da una città all'altra, da un Paese all'altro.".
Ma poi Gian Antonio Stella li interroga per conoscere quali siano i "peccatori", cioè coloro che sarebbero responsabili, secondo gli autori, di scarsa ricerca originale che in combinazione con pubbliche autorità e prive di un progetto mettono a rischio pezzi unici, etc. etc.
Chiede Gian Antonio Stella: "Quello è il peccato. Ma i peccatori?" La risposta è diretta e mi riporta a Vicenza «Tra i "promotori" di questa situazione», accusano ad esempio Trione e Montanari, c'è Marco Goldin, «un misto tra uno storico dell'arte, un impresario, un produttore, un manager» che, «sin dagli anni Novanta, ha inventato un format fortunato».
Cioè «mostre non elitarie, rivolte a un pubblico di famiglie, dedicate ad alcune tra le star dell'arte moderna e a movimenti iperpop (gli impressionisti, in primo luogo)» su «tematiche facili» come «l'acqua, l'oro, l'azzurro, la neve». Il tutto a caro prezzo. Esempio? «Tutankhamon Caravaggio Van Gogh. La sera e i notturni dagli Egizi al Novecento».
Lascio ai due critici la responsabilità di quanto affermano. Eventualmente mi inoltrerò in questa dimensione solo dopo che avrò visitato la mostra di Van Gogh in Basilica. Però, alcune domande, non dirette a Marco Goldin, che, come scrivono gli autori del libro citato, è un professionista del settore, ma dirette all'amministrazione comunale, sperando di ottenere qualche risposta. Sono domande che mi pongo dopo avermele sentite proporre da concittadini.
Ad esempio fruttano una qualche forma di reddito al Comune o sono stati offerti del tutto gratuitamente a Linea d'Ombra gli utilizzi della Basilica e del teatro Olimpico dove è annunciata per martedì 7 novembre teatro una lezione dal titolo Gli ultimi settanta giorni di Van Gogh. Pittura e vita con tanto di promozione di vendita visto che, si legge nell'annuncio dell'evento culturale, "tutti i prodotti editoriali legati all'esposizione, e anche il film, saranno posti in vendita per gli intervenuti con il 20% di sconto"?.
E la sorveglianza, le spese per la sicurezza, i Vigili del Fuoco, il personale di servizio, le pulizie ecc. chi le paga? Certo che una mostra evento porta tanta gente in città , e sul piano turistico questo rappresenta anche un beneficio per la comunità o almeno per alcuni soggetti della comunità . Però il Comune, cioè tutta la comunità , un qualche introito dovrebbe pure ricavarlo da questa grande manifestazione, a parte la promozione della sua conoscenza.
Fosse solo per poter poi risistemare, tanto per fare un esempio raccolto dalla stampa ad inizio di quest'anno, le tessere del pavimento alla veneziana del grande salone della Basilica che erano state alquanto maltrattate.
Di questo penso che dovrebbe essersene fatto carico il vicesindaco ma mi si dice che è impegnato in una gara a tre per la candidatura a sindaco per la prossima legislatura e che, comprensibilmente, vista l'importanza dell'obiettivo è anche possibile che non abbia il tempo per queste quisquiglie. Oltre tutto, stando a certi volantini che girano, sta già provando la parte di sindaco.
Però, in piena serenità , qualche minuto qualcuno dell'amministrazione potrebbe ben trovarlo per mettere a conoscenza i contribuenti vicentini di come stanno le cose.
Io,Antonio De Robertis,insieme a Emanuele Della Bella,abbiamo avuto il coraggio di dirle in faccia a Goldin queste cose,che pensiamo da tempo....ma il vostro giornale non mi sembra ci abbia dato un minimo aiuto per sostenere la nostra protesta....
https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=2&cad=rja&uact=8&ved=0ahUKEwjlofOm0IvXAhWB7RQKHTuaD88QtwIILzAB&url=https%3A%2F%2Fwww.youtube.com%2Fwatch%3Fv%3Dyp0SkDd7o7g&usg=AOvVaw2JwCbiFSbVN1DWBzP_wN4m
Io,Antonio De Robertis,insieme a Emanuele Della Bella,abbiamo avuto il coraggio di dirle in faccia a Goldin queste cose,che pensiamo da tempo....ma il vostro giornale non mi sembra ci abbia dato un minimo aiuto per sostenere la nostra protesta....
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Ma se le mostre sono servite a Variati, il suo vice avrà pensato, quando ha richiamato il Signor Goldin che potevano servire anche a lui.... A pensare male, forse qualche soldino c'è per le spese, si fa sempre bene.