Quotidiano | Categorie: Teatro

Laboratorio "I cinque sensi dell'attore" sulle metamorfosi di Ovidio con il Teatro del Lemming

Di Redazione VicenzaPiù Giovedi 9 Giugno 2016 alle 11:28 | 0 commenti

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Teatro del Lemming
Nell’ambito della programmazione Primavera AB 23 e prima tappa di una serie di laboratori che si svolgeranno tra giugno e luglio in diverse città d’Italia, dal 10 al 12 giugno ( dalle ore 15.00 alle ore 20.00) il Teatro del Lemming propone a Vicenza, presso lo spazio AB 23 – Cento Internazionale di produzione e ricerca, un laboratorio intensivo per attori intorno ad una delle più belle e significative opere della letteratura classica: le Metamorfosi di Ovidio.

Il poema epico-mitologico che ha trasmesso ai posteri i miti dell'antichità greca e romana, sarà infatti il nucleo centrale del lavoro condotto dal regista Massimo Munaro e da alcuni attori della compagnia, già da qualche tempo alle prese  con l'opera di Ovidio in vista di una prossima produzione teatrale. Il laboratorio si popone di coinvolgere un nutrito gruppo di allievi in un processo laboratoriale sul teatro e le sue forme, attingendo da un metodo di lavoro assolutamente originale, denominato "I cinque sensi dell'attore", divenuto base fondante di una poetica tra le più interessanti e radicali del teatro contemporaneo.
Da molti anni il Teatro del Lemming conduce infatti un percorso teatrale, unico nel panorama italiano, che si caratterizza per il coinvolgimento sensoriale degli spettatori. Nella metodologia pedagogica sviluppata dal Lemming durante i suoi svariati anni di attività, l'attore deve essere inteso, etimologicamente, come una guida, come colui che conduce lo spettatore in quell'altrove che costituisce da sempre lo spazio del teatro. I cinque sensi, indagati ed esperiti singolarmente e in continua sinestesia tra di loro, diventano così uno strumento di ricerca prezioso, attraverso il quale l’attore coinvolge lo spettatore a farsi parte e a vivere su di sé un’esperienza vera e propria. Affinando le sue capacità di ascolto-adeguamento-dialogo in virtù di una relazione intima con se stesso, con lo spazio e con l'altro, l'attore è chiamato ad una messa a nudo radicale al fine di approfondire e rendere possibile una ricerca  personale  e  tecnica  che  passa  per  una disponibilità assoluta all’ascolto, all’attenzione di sé e dell’altro, all’incontro, delineando una via d’accesso all’altrove del teatro e alle capacità creative dell’attore stesso.


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