Quotidiano | Categorie: Politica

La Valdastico Nord al vaglio della Commissione Europea

Di Redazione VicenzaPiù Mercoledi 10 Luglio 2013 alle 15:39 | 1 commenti

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Andrea Zanoni, deputato al Parlamento europeo - “Il progetto di completamento della A31 Nord, detta Valdastico Nord, potrebbe violare ben tre direttive europee, la 2003/4/CE sull'accesso del pubblico all'informazione ambientale, la  2004/35/CE sulla responsabilità ambientale in materia di prevenzione e riparazione del danno ambientale e la 2011/92/UE sulla valutazione di impatto ambientale VIA”.

Lo dice Andrea Zanoni, eurodeputato ALDE e membro della commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo, che oggi ha presentato un'interrogazione alla Commissione europea. “Gli aspetti normativi poco chiari sono troppi e il rischio ambientale che questo progetto comporterebbe è troppo alto. Adesso vediamo cosa ne dicono gli esperti di Bruxelles”.

Sotto accusa l'approvazione del primo stralcio dell'Autostrada A31 Valdastico nord che intende unire Piovene Rocchette (VI) e Besenello (TN) da parte del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica il 18 marzo 2013. Il progetto andrebbe a alterare l’ambiente nei comuni di Piovene Rocchette (VI), Cogollo del Cengio (VI), Velo d’Astico (VI), Valdastico (VI), Pedemonte (VI), Lastebasse (VI), Arsiero (VI), Rotzo (VI), Lavarone (TN), Folgaria (TN), Besenello (TN), Calliano (TN) e Nomi (TN).

“La commissione Valutazione Impatto Ambientale VIA nazionale si è espressa sul progetto (parere 1112 del 07/12/2012) senza menzionare la relazione tecnica dell'esperto professor Zampieri  (“Individuazione di criticità geologica particolarmente rilevante nei Comuni di Valdastico e Pedemonte in merito al progetto preliminare Autostrada Valdastico A31 Nord”) riguardante una zona di frana in località Marogna, nel comune di Valdastico, lungo il tracciato autostradale che evidenzia le tematiche geologiche e i rischi per l'infrastruttura e le persone”, spiega Zanoni.

E poi i problemi di segretezza. “Dal parere della commissione VIA Regionale si vede che il tracciato autostradale è stato modificato ma questo cambiamento non è stato reso pubblico impedendo così alla popolazione e alle amministrazioni coinvolte di poter confutare le disposizioni del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica – aggiunge l'eurodeputato - “Questa segretezza è contraria al principio di trasparenza in base al quale tutti gli atti della pubblica amministrazione devono essere divulgati e accessibili, ad eccezione di quelli segretati, e ha impedito al partecipazione del pubblico garantita dalla Direttiva VIA 2011/92/UE. Avevo avvertito i responsabili del progetto che non avrei esitato a portare il caso in Europa. Oggi sono passato dalle parole ai fatti”.

BACKGROUND

Lunedì 3 giugno, l’europarlamentare Andrea Zanoni, membro della Commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo ha effettuato un sopralluogo nella Valle del fiume Astico (FOTO e VIDEO), dove è previsto il completamento dell’A31 Valdastico Nord. Nella visita è stato accompagnato da Renzo Priante del Comitato No Valdastico Nord, Giuliano Zuccollo del Gruppo sportivo e ricreativo di Casale, dal sindaco e dal vicesindaco di Besenello, Christian Comperini e Roberta Rosi, da Daniele Romare di Legambiente Alto Vicentino e da Silvano Adami, che ha collaborato con il professor Dario Zampieri dell’Istituto di Geoscienze dell’Università di Padova allo studio sulla frana della Marogna.

Andrea Zanoni è il responsabile per il Parlamento europeo del rapporto sulla nuova direttiva 2011/92/UE sulla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) di determinati progetti pubblici e privati. Si tratta di un rapporto fondamentale che si iscrive nel procedimento di modifica e aggiornamento della normativa sulla VIA alla base di tutte le opere con un alto impatto sull'ambiente in tutti i 28 Paesi Ue.

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Commenti

Inviato Giovedi 11 Luglio 2013 alle 18:19

Le autostrade e le ferrovie sono INVESTIMENTI. Hanno un costo finanziario ed ambientale. Tutti e due questi costi devono essere minimi. Il perfetto rispetto ambientale richiede un costo finanziario tale da non rendere conveniente l'investimento perché dovrebbe essere ripagato con pedaggi/biglietti ferroviari dal costo troppo elevato. In questo caso, ad opere terminate, solo pochissimi sarebbero gli utenti e le opere risulterebbero un fallimento economico.
Io sono in pensione e non sono più coinvolto nello sviluppo economico della nostra area/regione, però i miei figli/nipoti sono/saranno molto interessati alle opportunità di lavoro (produzione di beni e servizi, commercio e turismo) che il nostro territorio offrirà con o senza queste opere.
Da come si sta mettendo la questione direi che è meglio lasciare perdere tutto e cercare di spostarsi con le attività più vicino alle ferrovie e alle autostrade già esistenti ( anche se intasate o con convogli-lumaca).
Naturalmente questo spostamento avverrà lentamente nei prossimi decenni e, altrettanto lentamente, gli attuali residenti seguiranno le aziende o resteranno sul posto a guardarsi in faccia chiedendosi cosa cavolo avevano preteso anni prima.
Vedremo se la S.P.V. avrà dallo Stato i milioni di ? per le varianti richieste dai Comuni. In caso contrario o lavori fermi o pedaggi più alti (e quindi meno utenti e meno incassi).
Capisco che vivere in un ambiente modificato non sia un bel vivere, ma perdere o peggiorare le opportunità economiche del territorio potrebbe dimostrarsi peggio.
Ai posteri....
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