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La vera storia della "paladina" De Bortoli e della nebbia mediatica sul riconteggio

Di Edoardo Andrein Domenica 15 Dicembre 2013 alle 10:34 | 0 commenti

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La vicenda dell'errato conteggio elettorale con conseguente riconteggio, che VicenzaPiu.com ha fatto conoscere per primo tramite l’intervista ad Angelo Tonello che denunciava le incongruenze nell’attribuzione delle preferenze degli eletti in consiglio comunale, si sta trasformando in un dibattito al limite del surreale, a causa forse e anche della narrazione" di Nicola Negrin su “Il Giornale di Vicenza” quando ha ripreso la vicenda. Proviamo a fare un po’ di chiarezza, partendo dagli ultimi avvenimenti.

Pochi giorni fa è stato effettuato il riconteggio delle schede elettorali ordinato dal Tribunale amministrativo regionale e, come era preventivabile, è stato ristabilito il risultato originario, quello messo nero su bianco nei verbali dell’Ufficio Elettorale Centrale che aveva come Presidente un magistrato nominato dal Tribunale di Vicenza.

Pochi, infatti, ricordano come tutto questo caos sia partito dal ricorso proprio della candidata della lista civica Variati Monica De Bortoli (nella foto ripresa dal suo profilo FB) sulla base dei risultati differenti raccolti dall’Ufficio dati del Comune. Un ricorso accolto in modo frettoloso e senza convocare i delegati di lista dei vari partiti dal magistrato assegnato all’Ufficio Elettorale Centrale.

In seguito a quella richiesta risultò esclusa, oltre che Fioravante Rossi della lista civica Variati, anche Lorenza Rizzini del Partito Democratico, candidata del quartiere dei Ferrovieri: per questo motivo Tonello si è attivato, forte dei dati raccolti dal rappresentante di lista del Pd al seggio 62 dove è stata rilevata la difformità nei dati.

A questo punto della nostra ricostruzione ripetiamo il punto fondamentale della vicenda emerso dopo il riconteggio delle schede disposto dal Tar: il verbale dell’Ufficio Elettorale Centrale depositato in Prefettura è giusto, mentre i dati diffusi dai dipendenti del Comune no.

Lo sottolineiamo per le dichiarazioni "fuori contesto" dei mesi scorsi rilasciate dalle forze d’opposizione cittadine e soprattutto per quelle di alcune personalità che, basandosi evidentemente e solamente sulla ricostruzione confusa fatta dal GdV, hanno lanciato proprio dalle pagine del principale quotidiano cittadino, sia pure in calo di ... copie vendute e lette, accuse pesanti e sgradevoli al Presidente e agli scrutatori del seggio 62.

Ora, però torniamo a monte della questione. Come è stato possibile che Monica De Bortoli abbia fatto un ricorso basandosi solo sui dati del Comune e che questo sia stato accolto?

E con nell’aria un verdetto giudiziario che in molti prevedevano sarebbe stato sfavorevole com’è possibile che sia stata affidata proprio alla De Bortoli la delega delle politiche giovanili?

C'entrano qualcosa i suoi trascorsi sotto l’ala protettrice di Alessandra Moretti che durante il suo mandato di assessore le aveva già affidato un incarico al laboratorio giovanile Vi.Lab?

Oppure dietro alla De Bortoli c’è qualcuno che ha tentato di manovrare questa giovane donna, magari per gli equilibri interni di nuove associazioni civiche avvolte intorno all’antico vessillo variatiano?

Altro fatto rilevante è che De Bortoli, a differenza della collega coinvolta nella vicenda Silvia Dalle Rive, si è avvalsa di un avvocato per difendere il proprio posto in consiglio provando a impedire al Tar di procedere con il riconteggio delle schede.

Il perché forse si può spiegare andando a controllare la posizione nella lista Variati di De Bortoli e scoprire che, secondo i dati originari della Prefettura, scenderebbe in posizioni non ripescabili; mentre Dalle Rive sarebbe la prima dei non eletti, con buone possibilità di reintegro in consiglio. Anche per questo motivo, probabilmente, Dalle Rive non ci pensa nemmeno a dimettersi come ha fatto invece De Bortoli pochi giorni fa. E anche perchè Dalle Rive non si è candidata, come ha fatto recentemente De Bortoli, per il posto di “Garante per i diritti delle persone private della libertà personale” per il quale secondo regolamento è incompatibile il ruolo di consigliere comunale… a cui ora ha stoicamente rinunciato.

Insomma, se ci sono complimenti da fare in questa vicenda non sono certo quelli arrivati negli ultimi giorni dal vicesindaco (nemmeno candidato alle elezioni) Jacopo Bulgarini e dal consigliere d’opposizione (esperto di mobilità e “zone rosse”) Claudio Cicero per il gesto della “paladina” De Bortoli di dimettersi.

Andrebbero fatti, invece, a chi come Tonello, insiem ad altri rappresentanti cittadini del Pd, si è battuto affinché emergesse la vera volontà espressa dagli elettori diventando lui sì, e con merito, “Garante per i diritti delle persone private della libertà personale”. Di scegliere i propri eletti.


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