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La parabola dei condomini Julia, modello di integrazione fallito

Di Edoardo Andrein Mercoledi 26 Giugno 2013 alle 12:50 | 0 commenti

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Salire le scale faceva quasi impressione per la quantità di sporco annidato tra gli scalini. Alcuni dei mini appartamenti, dove vivevano anche famiglie straniere con sei figli, erano tenuti in condizioni pietose; con le madri che lavoravano tutto il giorno e padri che chissà dov’erano. Le liti tra inquilini erano all’ordine del giorno, tra etnie, abitudini diverse e discussioni di vario genere.

Il malumore serpeggiava già tra diversi condomini e quando si sono sparse le prime voci che qualcuno non pagava da anni l’affitto a costi agevolati continuando ad abitare in quegli appartamenti, una reazione a catena ha portato a 250 mila euro di morosità per gli affitti e le bollette non versati al Comune.

Una realtà sociale di immigrazione paradossale quella dei due condomini di via Divisione Julia a pochi chilometri dal centro di Vicenza, costruiti dai privati con agevolazioni e dati in concessione al Comune per 9 anni; ora la ditta ha chiesto la restituzione degli immobili.

Lunedì tutte le famiglie hanno sfilato davanti agli occhi dei vicini lasciando libero l’edificio:

“Negli anni passati i servizi sociali del Comune e la Parrocchia di Santa Bertilla si erano attivati per cercare di migliorare l’integrazione di quelle famiglie coinvolgendo i volontari del quartiere e del servizio civile, anche con un progetto di mediazione civile”, racconta Maria Rosaria Fulmine (nella foto con i bambini del condominio), una dei volontari del quartiere impegnati che aveva anche attivato il doposcuola per i numerosi bambini residenti.

“Abbiamo segnalato le cantine adibite a dormitorio nella notte – continua Fulmine – per gli amici o parenti immigrati, dove si accendevano anche fuochi pericolosi e per fortuna sono state messe in sicurezza. Sono stati organizzate feste e pranzi comuni, fatta tagliare l’erba e ripulito l’immondezzaio nel giardino abbandonato dietro gli edifici, coinvolgendo i bambini e gli inquilini più volenterosi. Ci sono storie strazianti di famiglie che vivevano all’interno di quegli appartamenti, con minori problematici; alcune famiglie adesso sono state messe in hotel, altre dalle suore orsoline, altri non si sa che fine hanno fatto. Per il progetto di mediazione civile attivato qualche anno fa in collaborazione con il professor Turco dell’Università di Padova si sono spesi una montagna di soldi, ma i risultati sono stati fallimentari”.

Tra sgomberi di abusivi e sfratti, a Vicenza sta scoppiando sempre più il dramma sociale della casa.


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