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Arresto Maltauro: la nuova tangentopoli tra grandi abbuffate, cene della Moretti e Grillo come il pallone

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Sabato 10 Maggio 2014 alle 02:10 | 0 commenti

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Di Giovanni Coviello con la collaborazione per dati e fonti di Federica Raccanelli

I nomi sono sempre gli stessi di vent'anni fa e come e più di allora sono emanazioni di partiti e gruppi trasversali per far sì che nessuno possa accusare gli altri, che si sia presa al tavolo degli appalti mezza torta o solo una fetta. E il problema torna ad essere lo stesso di tangentopoli aggravato dalla pervicacia e dalla strafottenza del malaffare, una delle cause alla base della crisi nelle sue aggravanti italiche.

La pessima versione odierna della politica decide tutto ciò che ci circonda in base ad accordi nascosti, illeciti e neanche più ammantati dal presunto "bene" del partito ma dettati solo dall'interesse e dall'ingordigia personale.

Nella rassegna di venerdì e nell'elenco degli arresti di ieri si rileggono nomi già coinvolti in Tangentopoli, di centro destra e di centrosinistra, oltre a nuovi adepti del malaffare per soldi e per cariche che poi vogliono dire soldi.

Prendiamo per semplicitàda Il Fatto Quotidiano (ma un quotidiano vale l'altro per questo scopo)  il quadro sintetico di arresti e collegamenti.

«A finire in cella... non è solo il direttore della pianificazione acquisti di Expo, Angelo Paris, ma anche personaggi che hanno punteggiato la bufera di Mani Pulite: l’ex segretario regionale della Dc lombarda e parlamentare di Forza Italia (pluricondannato) Gianstefano Frigerio, lo storico esponente del Pci Primo Greganti (il “compagno G”) e l’imprenditore) Enrico Maltauro (un grande nome ridotto, vorremo capire perchè e per chi, a fare il porta buste vicentino, ndr). Gli altri a essere stati raggiunti da un ordine di custodia cautelare in carcere sono stati l’intermediario genovese Sergio Catozzo (ex Cisl, ex Udc infine berlusconiano) e l’ex senatore del Pdl Luigi Grillo, già coinvolto in numerose inchieste (la più nota quella sulla Banca Popolare di Lodi, alla fine della quale è stato assolto in appello). Ai domiciliari, infine, Antonio Rognoni, direttore generale di Infrastrutture Lombarde, già arrestato due mesi fa per presunte irregolarità negli appalti delle opere pubbliche...) ».

I primi effetti? Da un sondaggio IXE per la trasmissione di Rai Tre Agorà il 18% delle persone, in vista delle elezioni europee, dopo gli arresti di ieri ha deciso di cambiare la propria precedente decisione di voto, il 12% non sa cosa votare, un altro 12% non sa se andrà a votare e il 58% non cambierà il proprio voto. Non sono, quindi, mai abbastanza le domande e le riflessioni sulla "nuova Tangentopoli" scoppiata proprio quando mancano poco più di quindici giorni alle elezioni. Dall'Ansa si leggono alcune dichiarazioni di Edmondo Bruti Liberati, procuratore della Repubblica di Milano: "Abbiamo reciso nel più breve tempo possibile i rami malati, proprio per consentire ad Expo di ripartire al più presto". La procura di Milano ha agito veramente celermente, come ha detto anche Renato Ellero, in un'intervista a noi rilasciata "la Procura della Repubblica di Milano non perde neppure un minuto, è efficentissima a paragone con quella di Venezia".

Renato Ellero, ex senatore, docente di diritto all'università di Padova e avvocato penalista, non nasconde così le sue critiche (che lui pone da legale come dubbi) su un'altra inchiesta, quella in corso a Venezia da oltre un anno sui mega appalti sospetti in Veneto di cui si sono visti solo alcuni effetti, anche se importanti, mentre le quasi 500 pagine secretate (su nomi eccellenti della galassia Galan - Pd, come sostiene Sergio Berlato) ancora non hanno portato a decisioni dirompenti come quelle di Milano.

Certo è che ci sarebbe da tremare definitivamente per tutto il sistema e ci sarebbe da sperare che finalmente implodesse, sia quel che sia, se, dopo il caso Expo 2015, esplodesse nella sua completezza anche il "caso Veneto", in cui già hanno patteggiato vertici della Mantovani spesso in affari proprio con la Maltauro, che, oltre che con Mantovani, risulta assegnataria con l'altra azienda vicentina, la Gemmo, di appalti con una frequenza che Berlato e la procura veneziana, come aveva già segnalato pubblicamente ancor prima di loro questo mezzo, hanno valutato come, diciamo, almeno... eccessiva.

E, intanto, l'asse Maltauro-Tosi, di cui hanno riferito i media in questi giorni pare stia facendo preoccupare non poco altri politici veneti e del capoluogo berico, vicini a Maltauro, Gemmo e Tosi...

In questo quadro complimenti al... coraggio, o a qualcos'altro, della sveglia e carina stellina del Pd, Alessandra Moretti, ex vice di Variati, ex sostenitrice di Bersani, "uora uora" candidata di Renzi alle europee, che va in questi giorni a una cena di raccolta fondi elettorali  con a capotavola  Francesco Gianfranco Simonetto, l'amico personale che però è anche l'uomo forte della Maltauro.

D'altronde, direbbe un Beppe Grillo sempre più gongolante per questi fatti e misfatti, se il presidente Giorgio Napolitano riceve al Quirinale il condannato definitivo Silvio Berlusconi, che vuoi che sia che la bella Moretti vada a cena in cerca di "talenti" con chi la tavola imbandita l'aveva finora condivisa con il porta tangenti e da ieri presidente dimissionato del gruppo Enrico Maltauro, che, ricordiamolo, è arrestato sì ma è solo accusato, non condannato...?

L'augurio è che questa cena, di sicuro costosa ma "innocente", come ci piacerebbe che ci avesse risposto la invece muta Moretti, e che le altre, tante, troppe cene ai tavoli del malaffare siano le ultime, perchè a pagarne i conti gli italiani non ce la fanno proprio più.

Il rischio di esplosione del popolo non è stato finora messo in conto magari anche contando, non riusciamo a non pensarlo e a non temerlo, su un Grillo che abbaia ma non morde. Funzionale anche lui a questo sistema, a cui un grande accusatore mediatico e di sfogo della rabbia, ma neutralizato nelle decisioni (anche da lui stesso grazie al nebuloso Casaleggio) fa un comodo enorme.

La fame di Napoli il vecchio comandante Lauro la sfamava col pallone.


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