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La 'ndrangheta e le armi semiautomatiche dismesse alla base Usa di Vicenza

Di Redazione VicenzaPiù Venerdi 14 Marzo 2014 alle 15:04 | 0 commenti

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Di seguito pubblichiamo l'interrogazione parlamentare depositata dal senatore Enrico Cappelletti del Movimento 5 Stelle, relativa all'operazione "New Bridge", operazione di polizia internazionale che ha messo in luce le ramificazioni oltreoceano dell' 'ndrangheta calabrese e che ha coinvolto la città di Vicenza, con particolare riferimento all'episodio delle presunte armi semiautomatiche, dismesse da parte dell'esercito americano di stanza alla base di Vicenza.

Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri degli affari esteri, della difesa e della giustizia. -

Premesso che:

nel mese di febbraio 2014 la Procura nazionale antimafia, unitamente alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria ed alle forze di polizia statunitensi, ha diramato una nota con cui dichiarava concluse le indagini in merito all'operazione "New Bridge", volta allo smantellamento di una vasta organizzazione di narcotraffico le cui basi erano a Reggio Calabria e New York;

nella nota veniva indicato che le indagini, iniziate nel 2012 con il supporto dello U.S. Department of justice e Federal bureau of investigation, hanno portato all'arresto di 17 persone in Italia e 7 negli Stati Uniti facenti parte di un'organizzazione transnazionale finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti (come eroina e cocaina) tra la Calabria e l'America, avente come riferimento la famiglia di 'ndrangheta degli Ursino di Gioiosa jonica (Reggio Calabria) e quella mafiosa siciliana dei Gambino di New York City;

il traffico, per quanto riguardava l'attività in Italia, ruotava principalmente attorno all'area di Gioiosa jonica e buona parte dei personaggi indicati nella nota congiunta sono legati direttamente o indirettamente ad una organizzazione di tipo 'ndranghetistico che fa capo alla cosca Ursino;

l'indagine ha consentito di individuare un legame, a doppio filo, tra famiglie di 'ndrangheta con particolare riguardo alla citata famiglia di Gioiosa jonica e alcuni personaggi italo-americani, insediati a New York, di chiara estrazione mafiosa;

in questo senso, è stato fondamentale per l'avvio delle indagini il contributo di un agente statunitense sotto copertura, il cui pseudonimo era quello di "Jimmy", che grazie a un suo fiduciario è riuscito a infiltrarsi nelle cosche newyorkesi ed a intrecciare rapporti con malavitosi italiani;

ciò ha consentito di svelare un'attività diretta ad assicurare un'esportazione di sostanze stupefacenti (del tipo dell'eroina) dalla Calabria a New York;

il ruolo dell'agente "Jimmy" infiltrato nella cosca è stato fondamentale nell'operazione;

il fatto che nel corso dell'operazione la sua copertura fosse saltata (dalla nota congiunta delle Procure si evince che era stata già decisa la sua esecuzione) ha convinto le forze dell'ordine ad intervenire;

considerato che:

in un articolo de "Il Sole-24 ore" del 19 febbraio 2014 intitolato "Operazione New Bridge/3" il giornalista Roberto Galullo riporta che tra i vari traffici emersi grazie all'operato dell'agente infiltrato Jimmy vi sia stato anche un episodio che interessa la base militare americana di stanza a Vicenza;

in particolare, citando come fonte il provvedimento di fermo emesso dalla Procura di Reggio Calabria, il giornalista riporta che il 5 febbraio 2014 un rappresentante della cosca Ursino avrebbe chiesto all'agente infiltrato di poter acquistare 500-1.000 armi semiautomatiche, frutto di una dismissione effettuata dalle autorità americane "in particolare da parte dell'esercito americano di stanza nella base di Vicenza";

tale episodio si ripeteva nuovamente il 12 febbraio;

considerato infine che:

i protocolli della Nato per la dismissione delle armi sono normalmente segretati ed inaccessibili ai civili;

la base americana di stanza a Vicenza (Camp Ederle) ha un ruolo strategico importantissimo ed impiega un gran numero di personale militare e di armi. Inoltre è destinata ad ospitare le truppe terrestri della United States Africa command, organo che ha come obiettivo principale la stabilizzazione di Paesi poveri e deboli attraverso la formazione delle forze di sicurezza locali e l'aiuto umanitario ed ha un ruolo strategico fondamentale per quanto riguarda il terrorismo internazionale, le forniture di petrolio e l'espansione delle relazioni sino-africane;

la sola possibilità che le organizzazioni mafiose possano avere libero accesso alle informazioni riservate riguardanti uno stabilimento militare Nato così importante rappresenta un pericolo gravissimo per la popolazione e per le possibili operazioni militari in cui è coinvolto lo Stato italiano;

a parere degli interroganti, volendo porre in secondo piano la grave falla di sicurezza che ha permesso alle cosche 'ndranghetiste di venire a conoscenza della dismissione delle armi, ancora più preoccupanti risultano gli interrogativi sulle modalità con cui la compravendita sarebbe dovuta avvenire e per quali attività dovessero essere utilizzate 500-1.000 armi semiautomatiche,

si chiede di sapere:

se il Governo sia a conoscenza dei gravi accadimenti descritti;

quali misure intenda porre in essere per verificare se e in che modo sia stata violata la riservatezza delle informazioni sensibili relative alla base militare di Vicenza;

quali misure intendano assumere per contrastare il fenomeno mafioso che ha dimostrato una capacità operativa preoccupante all'interno del territorio veneto.


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