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La cronistoria di Cappelletti sull'iter per la legge anti-corruzione non approvata

Di Redazione VicenzaPiù Mercoledi 11 Giugno 2014 alle 10:39 | 0 commenti

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Enrico Cappelletti, Portavoce al Senato M5S - Di ieri sera, martedì 10 giugno, la decisione dell'Assemblea dei capigruppo del Senato di rinviare, ipoteticamente a fine giugno, la discussione in Aula del provvedimento anti-corruzione. Contrari a questo ennesimo rinvio M5S e LN. Astenuta Sel. Favorevoli tutti gli altri. Mi preme far pervenire agli organi di stampa una ricostruzione il più obiettiva possibile e una mia personale interpretazione di quanto finora accaduto.

Parliamo di corruzione. E di falso in bilancio e auto-riciclaggio.

Martedì 3 Giugno, in Commissione Giustizia al Senato, il sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri (di prima nomina in quota Forza Italia), ha chiesto ed ottenuto (col parere contrario del M5S) di sospendere all'ultimo minuto la votazione del provvedimento relativo a corruzione, anti-riciclaggio e falso in bilancio.

E' opportuno dunque tracciare la storia di questo provvedimento, per capire chi lo sostiene e chi lo sta invece ritardando.

Sono stati presentati in Commissione Giustizia 7 disegni di legge, dei quali 4 del M5S ed uno, certamente rilevante, a prima firma Piero Grasso.

Ebbene, c'é voluto oltre un anno di continui solleciti, rinvii, discussioni, audizioni, per riuscire ad incardinare e discutere questo provvedimento in Commissione. Terminata la discussione, il relatore Sen. D'Ascola ha redatto un testo base. (Per inciso, il Sen. D'Ascola era balzato agli onori della cronaca per essere stato nominato avvocato difensore di Scajola ma, valutata l'inopportunità dell'incarico, vi ha poi rinunciato.)

Sul testo base del relatore tutti i gruppi hanno presentato degli emendamenti.

Che avremmo dovuto votare in Commissione, in modo da riuscire a portare il provvedimento in aula il 27 o 28 maggio scorsi, data fissata e promessa dalla maggioranza, durante la campagna elettorale.

L'accelerazione dei lavori in Commissione ed in Aula, dopo un anno di sostanziale ristagno, é stato un piccolo successo del M5S. Siamo stati noi infatti a richiedere di calendarizzare in aula la discussione del provvedimento sulla “Corruzione”. Richiesta che abbiamo avanzato in un momento in cui gli altri gruppi non la potevano respingere, sia per l'esplosione dello scandalo Expò, sia per non scontentare il proprio elettorato... durante la campagna elettorale!

Ma le elezioni finiscono. E le promesse in Italia si dimenticano in fretta. Compresa quella di licenziare questo provvedimento in tempi brevi.

26 Maggio: primo stop del Governo.

Il sottosegretario Ferri chiese in Commissione Giustizia di rimandarne la votazione, annunciando un proprio emendamento sull'auto-riciclaggio.

Dichiarando di voler intervenire solo sull'auto-riciclaggio, implicitamente, il Governo riconosceva dunque che, rispetto alle altre parti della norma in discussione relative a corruzione e falso in bilancio (peraltro messe a punto grazie ad un sostanziale contributo della maggioranza), non era particolarmente contrario. Si trattava dunque di rinviare la votazione solo di qualche giorno.

Ne prendemmo atto.

Questa richiesta fece ovviamente slittare anche la data fissata di discussione in aula, martedi o mercoledi subito dopo le elezioni. Ad ogni buon conto, ricevemmo l'emendamento del Governo nei giorni successivi.

Martedì 3 Giugno avremmo, dunque, finalmente potuto votare emendamenti e sub-emendamenti. Ma, colpo di scena, cinque minuti prima di iniziare a votare, il sottosegretario Ferri chiese un ulteriore rinvio, questa volta con la scusa di voler intervenire con un provvedimento del Governo sulla riforma della prescrizione.

Ora, che la prescrizione sia da riformare nel nostro paese, non c'é dubbio. Esistono due disegni di legge M5S depositati tra Camera e Senato, di cui uno a prima firma del sottoscritto.

Ma che si venga in Commissione cinque minuti prima del voto, dopo oltre un anno di interminabili discussioni, e si tenti di farci credere che l'obiettivo della ulteriore sospensione sia quello di fornire un contributo al miglioramento del testo... lo credo poco credibile. Anzi, per niente.

La decisione successiva, del 5 giugno, in Commissione Giustizia al Senato é stata quella di procedere dunque ad un ennesimo rinvio della votazione. E di approfittare di questo slittamento per procedere con la votazione di una differente norma, quella sulla Responsabilità Civile dei Magistrati.

Direi... esattamente l'opposto di quanto si attendevano gli Italiani dalla politica in questo momento, ossia una risposta pronta, immediata ed efficace al problema della corruzione.

Poco importa che il nostro paese si trovi investito da una valanga di episodi corruttivi che arrivano fino al cuore dello Stato, coinvolgendo in una voragine di mazzette perfino tre ex Ministri della Repubblica.

Abbiamo dunque votato contro quest'ennesima richiesta di rinvio, con noi solo la Lega Nord.

Gli altri gruppi erano tutti d'accordo, od assenti.

Paradossalmente, dunque, Renzi in TV invoca e dichiara di voler accelerare l'iter di approvazione di una nuova più efficace legge contro la corruzione.

Il Governo Renzi in Parlamento fa esattamente il contrario. Sospende reiteratamente l'iter di approvazione della norma.

Analogamente a quanto avvenne per il 416-ter, é infatti realistico ritenere che anche questo stop sia diretta conseguenza di ricatti interni alla maggioranza, che da una parte vorrebbe procedere e fare una legge efficace contro la corruzione e dall'altra... é chiaramente trattenuta dal farlo.

La terza ed ultima scusa presentata dal Governo, dopo la volontà di intervenire autonomamente su auto-riciclaggio e prescrizione, é la necessità di tempo per mettere a punto un terzo testo di legge alternativo a quello della Commissione Giustizia, in materia di corruzione.

Ma nel nostro paese le leggi non dovrebbe farle il Parlamento?

La proposta della Camera alta di questo Parlamento era pronta, bastava solo votarla.

Se non fosse stata fermata, sarebbe probabilmente già legge dello Stato.

Ed i cittadini saprebbero chi l'ha sostenuta e chi invece l'ha boicottata.

In verità, il ruolo ricoperto dal Governo sembra essere quello di garante della stabilità degli equilibri della maggioranza, vigilando e bloccando in commissione tutti i provvedimenti che ritiene lesivi degli accordi in essere.

Ed é facile capire perché.

Basta leggere gli emendamenti che sono stati presentati dalle varie forze politiche all'anti-corruzione: centro sinistra e centro destra hanno infatti una visione diametralmente opposta del come intervenire.

Confrontiamo alcuni emendamenti, a puro titolo di esempio: partiamo dall'incapacità  del condannato per corruzione a contrarre con la Pubblica Amministrazione: il PD la propone nel massimo di 10 anni (emendamento 1.7). Il PDL la propone nel massimo di 3 anni e 6 mesi (emendamento 1.8). Noi proponiamo l'interdizione perpetua (emendamento 3.1001), peraltro propagandata da Renzi come una sua iniziativa...

In tema di sospensione della prescrizione per i reati di corruzione, il PD – sostanzialmente – la propone di 3 anni e sei mesi dalla pronuncia della sentenza di primo grado (emendamento 1.1001). Il PDL non ne vuole sapere e vorrebbe mantenerla così com'é; noi proponiamo una sospensione della prescrizione senza interruzioni dalla sentenza di primo grado (emendamento 3.0.1000).

Per il reato di corruzione (319 c.p.), il PDL punta a mantenere la pena massima prevista dal nostro ordinamento, cioé 8 anni (emendamento 1.22); il PD vuole portarla a 10 anni (testo base). Noi vorremmo portarla a 12 anni (emendamento 1.23).

Con riferimento alla concussione, il PDL propone di non estendere la fattispecie di reato all'incaricato di pubblico servizio (emendamento 2.4). Noi ed anche il PD siamo invece decisamente favorevoli.

Con riferimento all'Auto-riciclaggio, il PDL propone di ridurre le pene minime e massime, portandole da 3 a 8 anni a 1 e 6 anni, e ridurre le sanzioni della metà (emendamento 5.100/20). Il PD vorrebbe pene da 3 a 8 anni (emendamento del Governo 5.100) e sanzioni da 10.000 a 100.000 Euro. Noi vorremmo portare le pene minime e massime a 4 e 12 anni e mantenere le sanzioni come citate (emendamento 5.100/23).

Sulle False Comunicazioni Sociali, il PDL (emendamento 7.2), punta a ridurre la portata della fattispecie di reato, prevede una pena massima di tre anni ed un ambito significativo di non punibilità. Noi proponiamo una pena massima di 8 anni (emendamento 8.1000). Il PD propone una pena massima di 6 anni (emendamento 7.11).

In estrema sintesi, dunque, pur con diverse sfumature, sussiste in capo al centrosinistra l'intenzione di andare verso un inasprimento delle pene, un allargamento delle fattispecie di reato, l'introduzione del reato di auto-riciclaggio, il conferimento alle norme esistenti di una maggiore efficacia e deterrenza, grazie ad un intervento sulla prescrizione. Tutto l'opposto per il PDL.

Per completezza, devo ricordare che la linea politica dei “commissari” PD in Commissione Giustizia al Senato non raramente é in... contraddizione con il proprio partito.

Giusto per fare un esempio, si pensi allo sconto di pena del 416-ter: in preda evidentemente ad uno scrupolo di coscienza, hanno depositato emendamenti per ripristinare le pene a 7 e 12 anni... esattamente come da noi richiesto ed in contraddizione con quanto votato solo poche settimane fa dalla loro maggioranza...

Aggiungo, di rilievo, che il M5S é il solo gruppo ad aver proposto in questa legge l'introduzione dell'istituto dell'Agente Provocatore. Si tratta di un ufficiale di polizia incaricato dal PM – sulla falsa riga di quanto avviene negli Usa – che propone al pubblico ufficiale o all'incaricato di pubblico servizio la commissione di atti corruttivi, al fine di testarne l'integrità (operazioni sotto copertura). 

In conclusione, se prima che scoppiasse lo scandalo Mose l'intervento del Governo di sospensione dell'iter di approvazione dei provvedimenti anti-corruzione in Parlamento, avrebbe potuto essere interpretato come un tentativo di insabbiare un provvedimento scomodo per gli equilibri stessi di Governo (Governo notoriamente sotto ricatto di Berlusconi, per le riforme istituzionali), dopo lo scoppio dello scandalo Mose credo che il Governo vorrà intervenire con un suo provvedimento ad hoc, che temo tuttavia sarà un ennesimo compromesso al ribasso rispetto a quanto atteso dal Paese.

D'altra parte, il testo base uscito dalla Commissione Giustizia del Senato, i 7 disegni di legge che ne sono stati ispiratori, le 71 pagine di emendamenti presentati dai gruppi, stanno lì a testimoniare

le vere intenzioni dei vari partiti presenti in Parlamento, rispetto a questo importante provvedimento, a partire dal PD, con il disegno di legge Grasso (sottoscritto praticamente da tutto il gruppo PD), che rappresenta un buon punto di partenza e che potrà essere confrontato con il testo che arriverà dal Governo.

Ogni eventuale compromesso al ribasso, sarà dunque facilmente smascherabile.

Ma la sfida vera, come spesso succede, sarà un'altra: quella di far sapere veramente al Paese cio’ che succede nel Palazzo.

Leggi tutti gli articoli su: Corruzione, Movimento 5 Stelle, Enrico Cappelletti

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