I sindacati festeggiano oggi. Fatturati e costi milardari
Mercoledi 1 Maggio 2013 alle 15:54 | 0 commenti
Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo sono due nomi noti a tantissimi perchè ad ancora di più di questi tantissimi è noto il loro libro inchiesta del 2007 "La casta" con l'illuminante sottotitolo "Così i politici italiani sono diventati intoccabili". Da lì nacque il serial sulle caste che dominano l'Italia più di quanto non facciano, forse, in India: magistrati, giornalisti ...
E sull'analisi e sulla condanna di quelle caste si sono riversati fiumi di altro inchiostro oltre che miliardi di frame (immagini) tv e ore e ore di talk in radio e sui canali pubblici e privati.
Di una, stranamente, si fa fatica, però, a trovare tracce consistenti.Â
Stefano Livadiotti, giornalista cinquantacinquenne de L'Espresso, per il quale lavora dai primi anni 80, nel 2008, prima di scrivere nel 2009 "Magistrati, l'ultracasta", ha pubblicato nel 2008 e sempre per Bompiani, gruppo Rcs, "L'altra casta", sottotitolo "Privilegi, carriere, misfatti e fatturati da multinazionale".
Di chi? Lo rivelano il secondo strillo di copertina "L'inchiesta sul sindacato" e la controcopertina che in questo primo maggio di festa della mancanza del lavoro rimbomba di un deciso atto d'accusa verso sindacati che spesso hanno dimenticato che la tutela e la creazione del lavoro sarebbero il loro unico oggetto sociale: "Le allegre finanze del sindacato: la sola Cgil ha un giro d'affari valutato un miliardo di euro. I delegati delle tre centrali sindacali sono (dati del 2008, ndr) 700 mila, sei volte più dei carabinieri. I loro permessi equivalgono a un milione di giornate lavorative al mese. E costano al sistema paese un miliardo e 854 milioni di euro l'anno" ...
Nelle 236 pagine del libro di Stefano Livadiotti c'è una sconvolgente verità nascosta e occultata, non solo dai sindacati (confederali, ndr) per "autotutela" ma anche dai politici che a volte recitano la parte degli accusati, altre degli accusatori. Sempre sulle questioni del lavoro e dell'imprenditoria, per parate da 1° maggio, ma mai su quei miliardi di euro di privilegi e costi per un esercito che del sindacalismo fa un mestiere, protetto e poco precario, salvo grandi e ancora inesplorati buchi "neri", e in nero, nei quadri inferiori. Così come sono migliaia quelli che dalla politica o dalla religione traggono profitto e sostentamento.
Non è un caso che proprio Chiesa, partiti e sindacati non paghino l'Imu se non in maniera marginale e protetta dalla stessa legge che non è sfociata nei suoi decreti attuativi in tempo utile per sanare quella disumana diversità nei confronti di chi la paga: quei meno abbienti, che pure politici, ecclesiastici e sindacalisti dovrebbero tutelare. Di più.
Così come non è un caso che "privilegi, carriere, misfatti e fatturati da multinazionale" della casta sindacale non siano quasi mai resi pubblici. E Vicenza e i suoi media non fanno eccezione anzi eccellono, come dimostrano le nostre inchieste e denunce, le prime, ad esempio, sulla Uil Trasporti coperta anche da confratelli omertosi, le seconde sulla prevaricazione delle volontà dei lavoratori, ultima Aim docet. Inchieste e denunce che non ci risultano riprese così come meriterebbero da media che avrebbero, alcuni o ... uno, anche armi più potenti per farsi ascoltare dalla gente (e dalla casta parallela della magistratura) e che sembrerebbero anche ideologicamente più interessati a farlo, essendo espressioni di proprietà editoriali su sponde diverse, sulla carta, da quelle sindacali, come sono o sembrano Confindustria e imprenditori vari titolari dei media locali.
Perché, a parte i ripetuti schernimenti dei loro comportamenti quando toccano "gli imprenditori" (il titolo classico per gli scioperi, pensateci, è: "disagi per gli automobilisti"), i sindacati sono "protetti" dai media quando si entra nel mondo dei loro privilegi a danno dei lavoratori e del sistema Italia.
Perchè, casta tra le caste, sono funzionali al sistema di potere?
Leggete Livadiotti e cercate risposte. Il cambiamento dell'Italia passa, sì, dalla rifondazione dei partiti e delle emanazioni temporali della Chiesa. Ma anche dal ritorno dei sindacati a tutelare i lavoratori e non se stessi.
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