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Inizia il contro semestre europeo, PdCI e USB Vicenza: appello per la Marlane Marzotto

Di Redazione VicenzaPiù Venerdi 27 Giugno 2014 alle 23:35 | 0 commenti

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Domani, 28 giugno inizia il contro semestre europeo con una manifestazione a Roma. Per l'occasione PdCi e USB di Vicenza lanciano un appello richiamando l'attenzione sul silenzio che avvolge il processo Marlane-Marzotto e quanto è successo nello stabilimento di Praia a Mare. La recente perizia sembra confermare una relazione tra condizioni di lavoro e malattie e decessi che hanno colpito i lavoratori della Marlane. L'appello dovrebbe essere letto domani dal palco della manifestazione come esempio delle condizioni di lavoro che anche nella "ricca", "civile" e "austera" Europa i lavoratori devono subire.
Giorgio Langella e Luc Thibault

In questa Europa “ricca e civile”, diventata regno di un'austerità che impoverisce i cittadini onesti e che viene imposta da un potere finanziario diventato padrone del nostro futuro, avvengono fatti che sono esempi concreti di un modello di sviluppo disumano. È il sistema capitalista, che privilegia il profitto individuale e i monopoli, che sfrutta e uccide i lavoratori, che devasta l'ambiente, che rende sempre più precario e insicuro il lavoro e ci ruba anche la speranza di poter vivere dignitosamente. Quei fatti dimostrano come la nostra “società civile” si fondi sullo sfruttamento dell'uomo sull'uomo e sul profitto criminale. Sono fatti che, ormai, sono accettati come normalità e che vengono nascosti e taciuti. Negati da un sistema che controlla l'informazione, proprietà anch'essa degli sfruttatori, degli evasori, dei padroni.

Ci riferiamo a tutte le tragedie che avvengono quotidianamente nei luoghi di lavoro. Ci riferiamo alle malattie professionali che uccidono, nel più totale silenzio, migliaia di lavoratori ogni anno.

Oggi, in questo 28 giugno 2014 che segna l'inizio del nostro semestre europeo contro le politiche liberiste del governo italiano ed europeo, vogliamo alzare la voce e squarciare quel velo di silenzio e omertà che copre una tragedia del lavoro che ha pochi eguali in Italia e in Europa.

Alla Marlane-Marzotto, fabbrica tessile di Praia a Mare chiusa circa un decennio fa per delocalizzare la produzione e sfruttare ancora di più i lavoratori, oltre cento operai si sono ammalati di cancro e decine sono morti. Sono stati sotterrati rifiuti tossici e pericolosi che hanno provocato un  disastro ambientale molto grave. Per questi fatti, dopo quasi vent'anni di indagini, sospensioni, archiviazioni, proroghe, cavilli giudiziari e quant'altro, è in corso, al tribunale di Paola, un processo che vede imputati i massimi dirigenti e i proprietari della Marlane, dell'ex Lanerossi, della Marzotto. Nomi importanti, personaggi eccellenti e molto ricchi, difesi da avvocati altrettanto eccellenti e costosissimi. Le imputazioni sono estremamente gravi: omicidio colposo plurimo, lesioni gravissime, disastro ambientale. Il processo, iniziato quasi due anni fa, si trascina nell'indifferenza dei maggiori organi nazionali di informazione, nel silenzio delle forze politiche che siedono in parlamento e di grandi organizzazioni sindacali nazionali. La Marzotto, recentemente, ha comperato il ritiro dei familiari degli operai deceduti, con qualche migliaia di euro. Lo ha fatto sfruttando la stanchezza e la miseria, usando il ricatto e il proprio “potere di persuasione”.

Noi pensiamo che non si possa e non si debba restare indifferenti. Noi, che da Vicenza (patria di “padron Marzotto”) stiamo lottando per fare conoscere questa tragedia, non possiamo e non vogliamo arrenderci. Vogliamo gridare che la lotta per conoscere la verità e garantire quella giustizia fino ad oggi negata ai morti della Marlane continua anche nel profondo nord e che noi andremo avanti nonostante tutti i silenzi e gli ostacoli che dovremo superare.

Siamo al fianco di chi ha iniziato questa battaglia di civiltà. Ai quei lavoratori che per primi hanno denunciato quanto era successo nello stabilimento di Praia a Mare, alle famiglie dei lavoratori ammalati e deceduti, ai sindacati SLAI e SI COBAS che testardamente hanno iniziato e continuano la lotta, ai gruppi ambientalisti calabresi che sono in prima linea in questa battaglia, alla CGIL calabrese che recentemente si è affiancata a questo movimento.

Vogliamo continuare la lotta in una ricostituita coscienza di classe che unisce i lavoratori sfruttati del profondo sud e del profondo nord del nostro paese.

Chiediamo a tutti di non lasciarci soli e di unirsi a questa battaglia che è una battaglia di civiltà per un mondo migliore. Un mondo dove sia bandito per sempre lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo e dove non si debba morire di lavoro né lavorare per il profitto di qualche padrone.

Riappropriamoci del nostro futuro. Uniti possiamo farlo.

Partito dei Comunisti Italiani – Vicenza

USB - Vicenza


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