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Il Vicenza pride 2013 visto con gli occhi di un omosessuale credente

Di Citizen Writers Domenica 7 Luglio 2013 alle 07:39 | 1 commenti

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Da La parola per la rubrica autogestita Vita gay vicentina da VicenzaPiù n. 257 in distribuzione e sfogliabili comodamente dagli abbonati online    

La parola nasce nel 1988 per offrire un'esperienza più specificatamente religiosa ad un gruppo di omosessuali. Costituitasi poi come associazione di omosessuali credenti "laica, ideologicamente libera e apartitica" questa esperienza personale è rimasta e ai partecipanti è rivolto l'invitato al condividere la parola di se.

Una forma di accoglienza che non guarda alle inevitabili differenze, o ai contrasti che possono accadere, ma alla storia unica e preziosa di ogni persona.
Io sono entrato a farvi parte 13 anni fa, con una difficile accettazione della mia omosessualità. Ne sono presidente da quando, agli inizia del 2010, morì prematuramente l'allora presidente. Non si può sapere se la sua decisione di porre fine alla vita sia dovuta all'omosessualità. Spero che questo PRIDE nella mia città natale aiuti a non avere vite a metà. Penso che questo valga più dei dubbi che mi hanno accompagnato nella strada del VIPRIDE, che non è solo quella di sabato 15 giugno. Del resto, una delle definizioni di Chiesa è "popolo in cammino". Un pezzo di strada, sia fisica che interiore, è anche la mia di quel giorno.

Quel pezzo di strada iniziò sabato 15 giugno alle ore 13,30
Dopo mesi di eventi il momento era arrivato. Avevo deciso di parteciparvi da quando avevo proposto ai soci l'adesione della nostra associazione al comitato per il VIPRIDE.
Mi ero offerto volontario per il DIS (dispositivo mobile di sicurezza). Non sarei stato con i miei amici a portare lo striscione de "la parola", omosessuali credenti, però mi faceva piacere sapere che avrei contribuito affinché l'evento iniziasse e finisse come una festa.
Nel guidare ero di umore particolare. Ritengo importante molto di quanto il VIPRIDE chiede e testimonia, ma alcune questioni non si conciliano bene con la mia cultura di cattolico e la mia fede cristiana.
Nel manifesto c'è la richiesta del matrimonio civile. É la stessa parola del matrimonio religioso, con un significato diverso. É vero, avevo votato perché ci fosse. Dopo anni di "presa in giro" le coppie omosessuali sono nella non esistenza sociale. Mi vengono in mente le coppie dell'associazione che sono assieme da 15, 20 e oltre anni. Qualcosa andava fatto. Erano entrati anche termini come procreazione assistita e migliorare l'accesso ai consultori per l'aborto. Sono convinto che l'embrione è già "persona umana" e non cosa da essere costruita o scartata.
L'approccio a tali questioni non è omogeneo neanche all'interno de "la parola". Ho fatto bene a metterle da parte nell'essere "rappresentante dell'associazione"? La diversità a volte è difficile.
E se venivo ripreso? I miei amici sanno che sono omosessuale, non in famiglia e in parrocchia. Col parroco ci si può parlare, ma coi parrocchiani? Se sono come mia mamma, sarebbe stato difficile continuare con quel volontariato. Pazienza. Non potevo restare nella paura dei "e se..." Confido in Dio che quello che avverrà sia per il meglio.

Poi arrivai. Lasciai da parte i dubbi per unirmi ai volontari del DIS mentre concludevano il percorso che avrebbe poi fatto il corteo del PRIDE.
La responsabile ci ha spiegato dove prestare attenzione: in quel bivio il corteo poteva sbagliare strada, in quella strettoia formarsi delle calche. É stata eccezionale: durante tutto il corteo, nonostante il caldo, ha corso avanti e indietro ad ogni intoppo.

Nella pausa cercai gli amici de "la parola". Li trovai all'ombra degli alberi e il nuovo striscione che avrebbero portato era venuto meglio che in foto. Arrivai in tempo per assistere alla controversia di tre ragazzotti. Avevano il tono alterato. Provai un attimo di smarrimento. Qualcuno disse di chiamare la polizia, dall'altro lato della strada, e i tre se ne vanno.
Tornai in viale Roma dagli altri del DIS, distribuiti in coppie lungo il corteo.
Ricordo che guardai all'ingresso dei giardini Salvi, dove iniziava.
C'era tanta gente. Era bellissimo. Ogni persona contribuiva a formare un mosaico di tanti colori diversi.


http://laparolavicenza.blogspot.it/

http://parola.altervista.org/  

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Commenti

Inviato Domenica 7 Luglio 2013 alle 18:01

Il vero problema degli omosessuali è che ritengono che la loro esistenza si esprima in un solo modo di esistere: quello sessuale.
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