Il Teatro del Lemming torna in scena a Vicenza con "Dioniso e Penteo" il 27, 28 e 29 ottobre
Lunedi 23 Ottobre 2017 alle 18:17 | 0 commenti
Prosegue la rassegna "Nel segno di Dioniso", ideata e curata dal Teatro del Lemming presso l'AB23 di Vicenza e realizzata in collaborazione con l'Assessorato alla Crescita del Comune di Vicenza e con il sostegno della Fondazione Cariverona. Dopo lo spettacolo dell'artista vicentino Fabio Benetti, sarà la volta di Dioniso e Penteo - Tragedia del Teatro, uno degli spettacoli-manifesto del Teatro del Lemming. Il lavoro sarà in scena presso lo spazio AB23 di Contrà Sant'Ambrogio il 27, 28 e 29 ottobre con sette repliche al giorno alle ore 17.00, 17.40, 18.20, 19.00, 19.40, 20.20 e 21.00. Lo spettacolo prevede la limitazione di sette spettatori a replica; la prenotazione è quindi obbligatoria al numero 327.3952110.Â
Dioniso e Penteo rappresenta il secondo capitolo, dopo Edipo, della celebre Tetralogia sul Mito e sullo Spettatore, che ha portato il Lemming a divenire uno tra i gruppi di punta della ricerca teatrale a livello nazionale ed europeo.
Si tratta di un ciclo di quattro lavori rappresentativi dell'originale poetica del gruppo, denominata Il Teatro dello Spettatore, che pone al centro dell'esperienza teatrale il coinvolgimento drammaturgico e sensoriale dello spettatore partecipante.
Tratto da Le Baccanti di Euripide, lo spettacolo mette in scena la vendetta di Dioniso, dio del teatro, nei confronti di Penteo. Dioniso, figlio di Zeus e della mortale Semele, torna a Tebe, sua città natale, per ristabilire la centralità del suo culto. A regnare sulla città trova Penteo, suo diretto cugino che, scorgendo nel culto orgiastico dionisiaco un pericolo per l'etica e l'ordine pubblico, ordina l'arresto di Dioniso. Ma il dio, sapendo della curiosità di Penteo nei confronti dei riti a lui dedicati, riesce a sedurlo e a condurlo sul monte Citerone affinché possa soddisfare la propria brama di spiare di nascosto le orge delle Baccanti. Una volta sul Citerone, nascosto tra le fronde di un albero e intento a spiare, Penteo non si accorge di essere stato scoperto dalle Baccanti, prima tra tutte dalla madre Agave: avendo preso parte al culto dionisiaco e non riconoscendo il figlio per via dello stato estatico di cui il rito era portatore, Agave divora ferocemente Penteo insieme alle altre Menadi. Si compie così la terribile vendetta di Dioniso che ristabilisce a Tebe la centralità del suo culto.
Il Dioniso e Penteo messo in scena dal Lemming è pensato come una relazione-opposizione fra attori e spettatori, come sempre coinvolti drammaturgicamente nel lavoro. Lo spettatore si ritrova a vivere sul proprio corpo il ruolo di Penteo, prototipo del cittadino/spettatore moderno, che vuole vedere senza essere visto; contro di lui gli attori/baccanti compiranno la loro vendetta, che avverrà , per l'appunto, nel segno di Dioniso, Dio del teatro, di una ritualità terrena, della sacralità dei corpi e della Zoè, cioè di quella forza indistruttibile che deve essere sempre propria del teatro.
Nell'antica Grecia, infatti, il teatro, sotto il segno di Dioniso, si configurava come una relazione fondata sulla reciprocità ("io ti vedo mentre tu mi vedi" afferma il Dio nella tragedia di Euripide), come rito collettivo il cui scopo era quello di giungere ad una comunione-dispersione delle soggettività , a favore di una osmosi col divino, col tutto.
Questa relazione si dà invece come impossibilità nella tragedia Le Baccanti di Euripide. La relazione, infatti, è qui oppositiva, lo sguardo si fa distaccato, voyeuristico e ciò rende impossibile ogni reciprocità , ogni tensione ad una reale unione.
DIONISO e PENTEO del Lemming, non può essere così uno spettacolo compiutamente e felicemente dionisiaco, perché qui esso potrà manifestarsi soltanto come vendetta. Vendetta contro le consuetudini e le finte ritualità del teatro, vendetta contro attori e spettatori, polarizzati in uno statuto che, per quanto potrà apparire abolito, verrà riaffermato proprio mentre sembrerà capovolgersi.
Con Dioniso e Penteo. Tragedia del Teatro, il Lemming rivendica quindi in modo radicale il teatro come esperienza ustionante, come luogo dove è possibile dare spazio ad una relazione autentica tra attori e spettatori e il cui scopo deve sempre essere quello di condurre gli spettatori al centro della tragedia, facendogli così vivere una vertigine emotiva che non può lasciare indifferenti.
BIGLIETTO UNICO 15 EURO.
PER INFO E PRENOTAZIONI:
Teatro del Lemming
Centro internazionale di produzione e ricerca - il teatro dello spettatore
c/o AB23 - Contrà Sant'Ambrogio 23, 36100 VICENZA
tel: 327. 3952110
mail: [email protected]
www.teatrodellemming.it
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