Il piano faunistico-venatorio della Provincia di Vicenza promosso nel rispetto dell'ambiente
Venerdi 23 Maggio 2014 alle 14:22 | 0 commenti
Provincia di Vicenza - Il nuovo Piano Faunistico-Venatorio elaborato dalla Provincia di Vicenza è stato licenziato dalla Commissione Vas (Valutazione ambientale strategica) della Regione a pieni voti e con i complimenti per avere saputo armonizzare le due anime del piano, quella venatoria e quella ambientalista.
Un bel risultato per il settore provinciale Gestione Risorse Faunistiche, guidato dal dirigente Ferdinando Bozzo, per un lavoro iniziato nel 2011 e che ora, passato brillantemente lo scoglio della Vas, è pronto per l’approvazione in Giunta e Consiglio regionali prima di diventare esecutivo.
“E’ la prima volta –spiega Bozzo- che un piano venatorio viene sottoposto al visto della Commissione Vas. Un procedimento nuovo, che ha allungato i tempi e richiesto maggiore completezza della documentazione, tra cui uno studio accurato sulle possibili incidenze negative della pianificazione faunistico-venatoria sull’ambiente, con l’obiettivo della salvaguardia ambientale.â€
Un obiettivo pienamente condiviso dalla Provincia di Vicenza, che l’ha concretamente tradotto in misure di tutela degli habitat, progetti di censimento e monitoraggio della fauna selvatica al fine di perseguire l’equilibrio dell’ecosistema, ripristini ambientali per garantire la vivibilità e la riproduzione della fauna.
Argomento di accesa discussione è stato il disturbo causato dal rumore degli spari e quindi la necessità di prevedere adeguate distanze dalle zone di ripopolamento della fauna. Ma come calcolare questa distanza? Tra le diverse ipotesi avanzate dalla Regione e dalle altre Province, tutte basate su riferimenti teorici, Vicenza si è proposta per una prova di validazione sperimentale. Con un perito acustico si è proceduto ad una accurata indagine sul territorio provinciale per individuare i siti più rappresentativi dove poter esaminare il rumore degli spari in differenti condizioni ambientali e utilizzando armi di diverso tipo. Di qui una puntuale relazione tecnica, non affidata alla teoria ma alla sperimentazione concreta, tanto che Vicenza ha fatto scuola e anche la Provincia di Treviso, per il proprio piano faunistico, si è avvalsa dei risultati ottenuti da Vicenza.
“Il Piano –sottolinea Bozzo- è frutto della collaborazione dei nostri uffici con gli uffici regionali, come testimoniato anche dalla Commissione Vas. Fondamentale anche l’apporto delle associazioni venatorie, con cui abbiamo costantemente dialogato, e di tutti i portatori di interesse e dei cittadini che hanno presentato ben 96 osservazioni al Piano, tutte attentamente valutate e accolte laddove se ne ravvisasse l’opportunità .â€
Un dialogo non sempre facile, ma ritenuto indispensabile in una provincia che conta il maggior numero di cacciatori del Veneto, regione dalla radicata tradizione venatoria, e che si deve confrontare con un territorio fortemente urbanizzato, dove la presenza dell’uomo è spesso pesante e invasiva. “Nonostante ciò –afferma Bozzo- siamo riusciti a contemperare le esigenze del mondo venatorio con il rispetto dell’ambiente, evitando vincoli privi di ragionevolezza ma pretendendo di contro un atteggiamento di responsabilità .â€
Il tutto, giova ricordarlo, a costi limitatissimi per la Provincia di Vicenza che ha elaborato il Piano quasi esclusivamente con risorse interne, a riprova della professionalità dei tecnici dell’ente. “A fronte di Province –conclude con orgoglio Bozzo- che hanno speso fino a 100mila euro tra consulenti ed esperti esterni. In tempi di spending review un bel risparmio per i vicentini.â€
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