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Il patto "dell'instabilità" soffoca il Veneto, Zaia: vittime di ingiustizia, la corda si sta spezzando

Di Filippo Zenna Sabato 23 Marzo 2013 alle 16:13 | 0 commenti

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Ormai è diventato il patto dell'instabilità, un cordone che stringe al collo un Veneto già in difficoltà "respiratorie". I problemi son tanti, il bilancio approvato mercoledì notte servirà a mettere toppe un po' ovunque, supportando soprattutto le piccole e medie imprese ed aprendo uno spiraglio per chi versa in condizioni disperate grazie allo stanziamento del fondo per le emergenze sociali.

Ma i soldi che la Regione ha restano blindati in una cassaforte a doppia mandata. Son lì, ma non possono essere toccati, sfruttati per alleggerire il peso della crisi che ha colpito anche la vecchia Eldorado d'Italia. Bisogna allinearsi al patto di stabilità che ormai opprime la Regione e soffoca i comuni. La manifestazione dell'Anci tenutasi giovedì a Roma non ha portato a risultati concreti. Ed allora il governatore del Veneto Luca Zaia è tornato all'assalto per rivendicare piena autonomia nella gestione delle risorse che la sua regione ha saputo conservare ed amministrare. Le parole del presidente leghista sono chiare, inequivocabili, fortissime: "La corda si sta davvero spezzando". Messaggio di tensione dietro il quale si nascondono fervore e volontà di violare una normativa ritenuta ingiusta. "Noi non possiamo dire ai 165mila disoccupati del Veneto ed agli oltre 600mila possessori di partite Iva che i soldi ci sono ma non possono essere toccati perché di fatto sequestrati per coprire buchi e sprechi di altri. Il patto di stabilità va eliminato per gli enti virtuosi come il Veneto". Più il cappio sarà stretto più il rischio d'insurrezione diventerà elevato. Non è una minaccia, dice, ma una conseguenza logica delle difficoltà legate al patto di stabilità: "Sta affossando l'Italia ed in maniera particolare il nord produttivo. Mi rivolgo al governo uscente e a quello che forse nascerà. È uno scandalo parlare di interventi per la ripresa senza prima risolvere una questione così grande: siamo di fronte ad una delle più grandi ingiustizie di sempre". Non è la prima volta che Zaia lancia segnali d'allarme. Il suo progetto di macro-regione aveva ed ha tra le finalità la possibilità d'avere maggiore autonomia attraverso un potere di rappresentanza assai più ampio. Ma per unire Veneto, Lombardia e Piemonte il percorso è lungo. La crisi generata dal patto di stabilità va invece risolta al più presto: "Chi si sta occupando di costituire un nuovo Governo ponga attenzione al Paese reale e alle oramai non rinviabili necessità dell'Italia che produce. Mettano in campo tutti i punti che vogliono, ma ne aggiungano uno, lo svincolo dal Patto di Stabilità, senza il quale non sono ulteriormente rinviabili scelte e conseguenti azioni da parte degli Enti Locali, Comuni e Regioni in testa".

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