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Il mediatore culturale parte dai bambini delle scuole

Di Citizen Writers Domenica 7 Luglio 2013 alle 07:22 | 0 commenti

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Di Marina Grulovic per la rubrica autogestita "StranIeri, italiani oggi" da da VicenzaPiù n. 257 in distribuzione e sfogliabili comodamente dagli abbonati online   

L'idea di formare la figura di mediatore culturale è nata circa tredici-quattordici anni fa, quando i flussi migratori erano piuttosto frequenti. Era sorta l'esigenza di una persona straniera con buona conoscenza della lingua, della cultura e delle tradizioni italiane e altrettanto della lingua, della cultura e delle tradizioni del paese d'origine. 

Il ruolo principale del mediatore culturale è di fare da tramite tra le due parti e facilitare la comunicazione e comprensione tra loro. In questo modo si evitano possibili conflitti e si risolvono varie problematiche. Il nostro lavoro l'abbiamo iniziato nelle scuole. I bambini appena arrivati in Italia si sentono isolati, imbarazzati, lasciano dietro le loro piccole spalle il proprio mondo: i nonni, gli amici, gli insegnanti, i vicini di casa , i cari posti... Interrompono il loro percorso scolastico per iniziarne un altro, completamente sconosciuto! La lingua diventa un ostacolo in tutti i campi: non riescono a seguire il programma didattico, creare amicizie, comunicare con i compagni di classe e quando gli altri ridono loro restano tristi! E proprio qui che il mediatore diventa uno strumento indispensabile, deve aiutare l'inserimento del bambino nella nuova realtà, spiegare le differenze e le somiglianze tra le due lingue, i due paesi, i due mondi diversi. Spesso i bambini sono accompagnati dalla paura che deve essere eliminata e sostituita con la sicurezza e la fiducia in ss stessi! Hanno bisogno di un sostegno stabile e di un punto di riferimento. Tutte queste attività si svolgono in stretta collaborazione con gli insegnanti dai quali si ricevono compiti, suggerimenti, osservazioni. E' un lavoro reciproco in cui, necessariamente si scambiano le opinioni e i metodi di lavoro con lo scopo di aiutare l'inserimento dell'alunno nella classe in maniera più efficace e il più presto possibile.
Un altra difficoltà che affrontano i bambini stranieri è che hanno spesso genitori
con una scarsa conoscenza dell'italiano e che non sono, quindi, in grado di dargli una mano nello svolgimento dei compiti a casa.
Tutti questi fatti ci fanno capire che queste piccole creature devono fare un percorso molto complicato, che, per chi non ne è al corrente, non sembra così!
E pochi sanno quanto è importante il compito del mediatore che deve "entrare nell'anima" del bambino, essere suo, soprattutto, amico, poi insegnante, e infine "un soffio del paese d'origine"!
Invece i bambini nati in Italia da genitori immigrati, oppure con almeno un genitore non italiano vivono la realtà in un altro modo!
I bambini sono la ricchezza del pianeta e a volte, spesso bisognerebbe seguire quel che pensano e che dicono!


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