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I migliori (lettera agli indifferenti)

Di Citizen Writers Sabato 9 Novembre 2013 alle 14:40 | 0 commenti

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Riceviamo da Giorgio Langella e pubblichiamo - In questi ultimi anni ho conosciuto belle persone. Hanno nomi semplici. Teresa, Luigi, Francesco, Giulia … Del resto, sono persone semplici che vivono vite normalmente difficili. Ma vivono con la testa alta, senza piegare la schiena. Non hanno amicizie altolocate. Non cercano raccomandazioni.

Non hanno i numeri di telefono di ministri che li possano aiutare. Non sono famosi. Non sono, neppure, esenti da difetti. Anzi, probabilmente, ne hanno tanti, normalmente tanti. Ma sono difetti da poco. Queste persone non cercano la notorietà. Semplicemente, vorrebbero vivere una vita normale, senza dolore. Ma sono “caduti” in una storia grande, loro malgrado. Una storia che è una delle tragedie del lavoro più devastanti del nostro paese. E lottano, ogni giorno, ogni istante della loro vita per ottenere verità e giustizia per chi è morto di lavoro alla Marlane di Praia a Mare. Lottano con testardaggine e caparbietà, nonostante tutto, perché la tragedia che hanno vissuto (e vivono) fatica ad essere conosciuta. Lo fanno perché sono eroi? No, lo fanno perché non hanno potuto scegliere altrimenti. Lo fanno perché non possono farne a meno. Sono vittime, parenti delle vittime, persone che non accettano che possano esistere soprusi, sfruttamento, indifferenza.

Sono le persone migliori del nostro martoriato paese. Ma queste persone sono invisibili. Lo sono perché vivono una storia della quale è meglio non parlare. Una storia volutamente occultata. Una storia che ci parla di un numero altissimo di morti di cancro. Morti in silenzio, dopo anni di sofferenza e lavoro senza protezione, in luoghi, evidentemente, insicuri. Una storia che ci parla di terreni inquinati da rifiuti pericolosi interrati nei pressi della fabbrica. Una storia che ci parla di sfruttamento dell'uomo sull'uomo.

La tragedia che si è consumata alla Marlane-Marzotto è una storia poco conosciuta. Forse perché chi si è ammalato ed è morto non ha un cognome famoso. Cognome famose che hanno, invece, gli imputati eccellenti (padroni e grandi dirigenti d'azienda) di un processo che sembrava non iniziare mai e che è diventato un processo che, forse, non finirà mai. Un processo che si trascina, tra mille cavilli, sospensioni e impedimenti di vario genere, verso la prescrizione e l'oblio. E che la recente proposta di “transazione bonaria” fatta dalla Marzotto alle parti civili di revocare le rispettive costituzioni in giudizio in cambio di denaro, probabilmente, non porterà alla conoscenza della verità né farà giustizia alcuna. Una proposta di transazione che sfrutta la stanchezza e gli oggettivi bisogni delle parti civili le quali non si possono né si devono accusare di nulla qualora la accettassero.

Tutto sta avvenendo nell'indifferenza generale. Ed è l'indifferenza, la grande protagonista di questa storia.

Indifferenza, innanzitutto, dei mezzi di informazione nazionali, impegnati nella diffusione di notizie molto meno importanti e nel pettegolezzo. Indifferenza, poi, di governi impegnati solo a sopravvivere senza intaccare ricchezze e privilegi. Indifferenza di ministri della giustizia altrimenti molto impegnati a tutelare conoscenti ricchi che “soffrono” perché accusati di reati gravissimi e, per questo, vengono incarcerati. Indifferenza che è di chi sa e si volta dall'altra parte … perché è difficile e duro, signori, guardare in faccia quello sfruttamento dell'uomo sull'uomo, quella “normale violenza” che normalmente avviene nel nostro paese così “civile”. È doloroso rendersi conto delle ingiustizie. È faticoso lottare per tentare di combatterle. E, allora, è facile, molto facile alzare le spalle, fare finta di nulla, dire che, tanto, sono cose che succedono e accadranno sempre e credere che i morti della Marlane-Marzotto (e di tante altre storie ad essa simili) non siano mai esistiti.

Non è così. Le vittime della Marlane-Marzotto, nonostante l'indifferenza, sono reali. 

Sappiate, voi, signori che, per cinismo o vigliaccheria, chiudete gli occhi, voi, signori, che siete sordi, ciechi e muti di fronte alle tragedie del lavoro, che, chi soffre e lotta per ottenere verità e giustizia per i morti della Marlane, non è indifferente alla vostra indifferenza. E sappiate che questi veri e propri eroi sconosciuti sono “i migliori” anche se non sono ricchi né famosi. Sappiate che loro, comunque, sono vincitori perché hanno visto e sanno capire. E quando si guardano allo specchio vedono figure fiere, con la schiena diritta e gli occhi aperti. E non devono chiedere nulla a nessuno.

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