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I "cervellini" delle riforme costituzionali di Renzi

Di Citizen Writers Venerdi 27 Giugno 2014 alle 01:00 | 0 commenti

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Riceviamo dal prof. Renato Ellero, ex senatore, e pubblichiamo - Premesso che in tutti gli Stati democratici mai il governo propone riforme costituzionali, le quali sono riservate esclusivamente al parlamento. E premesso anche che il presidente del Consiglio, essendo pure segretario del Partito Democratico, dimostra in modo inconfutabile la natura illiberale di questo governo.

Non si è fascisti perché ci si chiama fascisti, ma si è fascisti, neri o rossi che sia, nel momento in cui ci si comporta come tali.

Detto questo debbo rilevare che la sera del 24 giugno nella desolazione calcistica dell'Italia ebbi a intrattenermi per alcuni minuti nell'ambito di una altrettanta desolazione quale la trasmissione Ballarò (eccettuato Crozza) ebbi a sentire una signora di nome Deborah Serracchiani vicesegretario nazionale del Pd nonché presidente della Regione Friuli, affermare che l'unico a non avere «la immunità» è il presidente del consiglio Matteo Renzi. Capisco il leccapiedismo portato all'eccesso, ma mi domando chi abbia promosso all'esame di diritto costituzionale questa signora. Infatti vorrebbero i deputati avere le guarentigie che hanno i membri del governo in quanto tali. Infatti il presidente del consiglio e i suoi ministri, parlamentari o non che siano vedono regolate le loro guarentigie dall'articolo 96 della costituzione e dalla legge costituzionale speciale dell'89 del 16 gennaio numero 1. Evidentemente nei suoi studi di diritto costituzionale l'avvocato Serracchiani si è limitata anello studio all'articolo 68.
Ora che queste persone vogliano modificare la Costituzione mi viene uno scompenso cardiocircolatorio. Ai nomi di Renzi, Serracchiani, Alessandra Moretti, Marianna Madìa e Maria Elena Boschi, la Costituente contrapporrebbe alcuni nomi di questo tipo: Giovanni Leone, Giuseppe Bettiol, Giuseppe Dossetti, Giorgio La Pira, Aldo Moro, Costantino Mortati, Concetto Marchesi, Palmiro Togliatti, Paolo Rossi, Piero Calamandrei, Aldo Bozzi. Mi fermo perché potrei sembrare Maramaldo alla battaglia di Gavinana. Mi permetto solo di far notare che nell'ambito della riforma del Senato sarà proprio da capire come «lor signori» gestiranno normativamente le garanzie del governo previste con legge costituzionale in rapporto alla Camera. Non voglio dir altro perché mi divertirò a vedere i cervellini di questi legislatori costituzionali che non capiranno un accidente di ciò che ho detto. Proprio perché hanno un cervellino.


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