Guido Piovene nei Colli Berici: itinerario eno-letterario tra le ville del Palladio
Domenica 6 Aprile 2014 alle 19:29 | 0 commenti
Da VicenzaPiù n. 269 in distribuzione di Ester Tomè - In questo periodo di prime fioriture di marzo, nell’umidità di una domenica che ricorda le estati bavaresi, allo svagato cittadino vicentino non resta che addentrarsi nelle campagne dei nostri Colli Berici per inaspettate escursioni che integrano ad un paesaggio antico il sapore del vino e del buon cibo.
Arrivato alle porte di un paese campagnolo sotto la maestosa ‘palestra di roccia’ che sovrasta tutto il circondario con la sua ombra di montagna e il moderato passaggio di alpinisti di altri tempi, si presentano le romantiche ville venete. Le pregiate dimore di una nobiltà chiaramente decaduta, affittate in parte a vivaci attività di osti ciarlieri, che fanno di tanta bella architettura un business per i loro vini rinomati e i cibi veloci. Così la ghiacciaia della villa ‘Trento - Da Schio’ è incredibilmente disponibile ai pochi e indolenti turisti della domenica, che possono sorseggiare del Souvignon locale, tra i mezzobusti di bacchi scrutanti, resti delle preziose arti scultoree che arredavano la struttura del tempo, e che ora fanno capolino tra le mensole della locanda.
Procedendo per il centro del paese, alla destra di una facciata di villa seicentesca ‘Godi - Crescenzio’, improbabile invenzione di un architetto eccentrico, dove la serliana è reinventata in un arco esagonale, si trova la deliziosa osteria ‘Ca d’oro’.
La struttura, peraltro bellissima con bifore eleganti e stipiti decorati con bassorilievi di marmo bianco, è  gestita da due colorite signore e molto presto sorprende con alcune rivelazioni inaspettate. Le due locandiere infatti, lamentando con le solite chiacchiere la crisi di clienti, il poco parcheggio, la ristrutturazione del pavè che limita il passaggio, meravigliosamente dichiarano un’anacronistica ingerenza dei ‘Conti’ nell’imposizioni di affitti troppo alti nelle loro strutture commerciali.
All’ignaro visitatore della domenica, già stordito di parole e vino, questa improvvisa rivelazione fa salpare la mente, alla deriva, verso ricordi di economie del passato e alla storia antica delle nostre terre, gestite e spartite da una nobiltà Veneziana, di un’antica Serenissima sovrana su tutto l’entroterra veneto, resa fantasma dalle sconfitte e dagli accordi napoleonici dell’800.
Il pensiero del passato permane dentro il suo cuore anche mentre esce, ringraziando per l’ottimo Cabernet e, un poco intristito, si addentra nostalgico per il sentiero che conduce alla sopraelevata villa Thiene, adiacente alla chiesetta barocca di San Mauro Abate. Ma la mente è ancora lì e si sente come uno dei letterati del secolo scorso, di quelli che celebravano nei romanzi il rimpianto per Vicenza, capitale culturale mancata, perno cruciale di una Repubblica Veneziana, tristemente caduta. Pensa a Guido Piovene e a un romanzo epistolare che aveva letto e da tempo dimenticato, ambientato fatalità negli stessi luoghi e attribuito con un azzardo dei critici alla reale vicenda della famiglia dei Thiene.
Il testo, dal titolo Lettere di una novizia, narrazione scandalistica di un’ambigua vocazione tra passioni, tradimenti e omicidi nella cerchia dei rampolli di un vicinato di nobili, al visitatore pare indubbiamente ambientato qui, a Costozza. Per il turista, ormai trasformato in sognatore, il romanzo dove menzogna e autenticità si contaminano a vicenda sembra proprio lo specchio di questa frazione di provincia, che mescola il passato al presente, la finzione storica alla realtà attuale.
Ormai è già mezzogiorno, e l’estasi culturale che lo ha rapito cede il posto alle terrene necessità dello stomaco. Si allontana allora da questo centro incantato, salutando sulla destra le pareti rocciose, dipinte dalle macchie rosse e blu dei radi alpinisti incuranti del pericolo delle pietre umide. Si avvia per i tornanti della collina verso la sua locanda preferita, per festeggiare tanta cultura e l’inaspettata occasione di fantasticare offerta da questa scampagnata domenicale.
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