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Grillo a Vicenza tra comunali, caso Santorso e grana Rossano

Di Marco Milioni Venerdi 17 Maggio 2013 alle 16:31 | 0 commenti

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A poche ore dall'arrivo di Beppe Grillo a Vicenza il M5S, che a livello Veneto lancia strali sul caso Santorso, scalda i motori in vista delle amministrative del capoluogo ma rimangono alcune questioni sospese soprattutto in provincia. Frattanto gli attivisti si interrogano sulla possibilità da parte del candidato sindaco Liliana Zaltron di confermare l'ottimo risultato registrato dal movimento alle politiche di marzo.

L'ex comico genovese da settimane è in giro per l'Italia con i suoi fedelissimi con l'obiettivo di dare
una ulteriore scintilla ai candidati alla carica di primo cittadino. Il tutto avviene mentre alcuni autorevoli personaggi pubblici come, ta gli altri, Adriano Celentano, Marco Travaglio, Dario Fo' e Massimo Fini, hanno da diverso tempo e in modi diversi accreditato il M5S come l'unica forza in grado di esprimere una coerente opposizione «all'inciucio in atto in parlamento» tra centrodestra e centrosinistra.

Il prologo. Ad ogni modo nella primavera dello scorso anno i grillini si presentarono in un centinaio di comuni ottenendo parecchi risultati lusinghieri. Sarego nel Vicentino fu il primo comune a fregiarsi delle cinque stelle. Poi toccò a Mira nel Veneziano, a Comacchio, nel Ferrarese sino al botto di Parma. Adesso col vento in poppa delle politiche la base spera in un qualche bis, anche se nel tempo le tensioni interne si sono moltiplicate.

In terra berica. Nel Vicentino, la grana che stasera potrebbe finire sotto il naso di Grillo è quella di Rossano Veneto dove una querelle tra le due anime del movimento (quella della prima ora più pacata ed incline ad un approccio soft ai problemi) si è scontrata con quella più arrembante che si è unita attorno alla candidatura a sindaco di Marco Bigolin, piccolo imprenditore locale, proviene da una famiglia di mugnai notissima in paese, uno dei leader della protesta contro l'insediamento nel comprensorio di un sito di rifiuti pericolosi.

Lo scontro. In queste ore i suoi aficionados sono ancora furenti. In paese in fatti il centrodestra è ancora diviso in due aree. Da una parte c'è il gruppo vicino all'eurodeputato Lia Sartori e al leghista Flavio Tosi, area che esprime giunta e maggioranza. Dall'altro c'è la base che si raccoglie attorno all'ex assessore provinciale del Pdl Morena Martini. Una frammentazione che avrebbe dato grandi chance di vittoria ad un M5S assurto alle cronache anche per le battaglie ambientaliste. La candidatura di Bigolin sarebbe sfumata però a causa del tentativo (poi abortito perché carente dei requisiti di legge a partire dalle firme) di costruirne attorno una di area cinque stelle, ma riferibile a Paolo Pigatto, uno dei primi simpatizzanti del M5S in zona. Quando lo staff di Grillo però ha constatato la presenza di due soggetti interni ed in concorrenza avrebbe deciso di non concedere il logo a nessuno dei due raggruppamenti. Anche se secondo gli attivisti del gruppo Bigolin, la lista concorrente non era nulla più che una azione di disturbo studiata a tavolino anche con l'appoggio di un pezzo del meetup area pedemontana Veneta noto come Apv. Un gruppo che avrebbe funzioni di coordinamento ma che a detta dei suoi detrattori si sarebbe trasformato in una sorta di direttivo de facto senza riconoscimenti formali. Accuse immediatamente rispedite al mittente peraltro.

Le manovre. E così dalla fine di aprile le braci hanno continuato ad ardere sotto la cenere quando pochi giorni fa alcuni esponenti del raggruppamento vicino a Bigolin sono entrati in possesso di una serie di e-mail: apriti cielo. L'idea che per una manovra di corridoio anche in buona fede si rischi di consegnare il comune a quell'ala del Pdl vicinissima all'onorevole azzurro Giancarlo Galan fa alzare a tutti la pressione. Di più, le missive vengono viste come una sorta di libro di bordo delle manovre di corridoio rispetto alle quali alcuni membri di spicco di Apv interloquiscono con i referenti della lista «anti Bigolin» il quale viene accusato di avere fatto parte del Pdl sino a poco tempo fa. Ma in uno degli scambi epistolari della mailing list contestata si legge un passaggio preciso in cui pare si si cerchi di mettere a punto una strategia mediatica comune tra l'area che fa riferimento ad Apv e il gruppo avverso a Bigolin: «...Ridurrei il tutto a un qualcosa di più sintetico, in cui dire che si è cercato fino all'ultimo di presentare un'ica lista... cosa purtroppo non andata a buon fine... Eviterei per ora accenni all'iscrizione al Pdl che è un buon jolly se riuscirete a trovare dichiarazioni a supporto...».
E ancora un'altra e-mail ed un'altro passaggio: «Abbiamo cercato sino all'ultimo di mediare... Tuttavia il riavvicinamento sembrava ormai impossibile. Di qui, la decisione di presentare la nostra lista in concorrenza con quella di Bigolin». Un passaggio pesante perché gli oppositori di quest'ultimo non erano mai venuti allo scoperto giacché solo lo staff di beppegrillo.it conosce nomi e cognomi dei sottoscrittori della lista poi abortita.

Il candidato e la vice garante. Bigolin (in foto) dal canto suo è laconico e spiega: «Io sono stato simpatizzante ed iscritto al Pdl dal 2010 al 2011 senza alcun ruolo amministrativo per di più. La cosa l'ho resa pubblica, l'ho dichiarata a tutti, tanto che non era stata posto alcuna situazione ostativa alla mia canditatura». Ma frattanto la situazione è diventata rovente. I due gruppi si guardano in cagnesco. Per di più c'è una nota redatta da Annamaria Conte, coorganizzatrice del meetup Apn che ha mandato su tutte le furie il gruppo di Bigolin il quale ritiene l'azione di Apn assimilabile a quella «di un direttivo di partito, una sorta di soviet creato per esercitare il potere». Dinamite per chi fa «dell'ognuno vale uno» la sua bandiera. E la nota «dei mal di pancia», indirizzata il 13 aprile via e-mail recita così: «In esecuzione della delibera dell'assemblea Apv dello scorso 10 aprile, trasmetto richiesta di chiarimenti. Attendo vs risposta in merito. Saluti». E nell'allegato si legge: «Con la presente si chiede una relazione urgente, da farsi ai referenti eletti Apv, in relazione all'incontro “Fare impresa” previsto per il prossimo 19 aprile... Tale relazione si rende necessaria per verificare i contenuti della serata e le modalità di presentazione della stessa attraverso stampa, data l'appartenenza dei vostri gruppi alla stessa Apv e l'utilizzo dei canali comuni per la pubblicizzazione dell'evento... Tale relazione dovrà essere effettuata entro 24 ore dalla ricezione della presente... In merito alla lettera inviata dal gruppo Rmc alle piccole e medie imprese si è rilevato un uso non autorizzato del simbolo del Movimento 5 Stelle. Precisiamo che il meetup Area Pedemontana è stato riconosciuto come ufficiale e ha la possibilità dell'uso del simbolo in quanto al suo interno è presente Barbara Guidolin, che lo ha in concessione. La stessa, quindi, sotto sua responsabilità, autorizza i gruppi all'uso del simbolo. Vi esortiamo, pertanto, a non fare più uso di questo simbolo senza prima aver chiesto l'autorizzazione a chi ne è responsabile o aver esposto l'attività in Apv». Firmato «il vice garante Annamaria Conte». Quest'ultima interpellata per una replica al momento non risponde.

Santorso. Frattanto però a livello veneto il M5S muove contro la giunta regionale dopo le rivelazioni di vicenzaPiù di ieri sulla questione dei cosiddetti collaudi fantasma all'ospedale di Santorso nell'alto vicentino. In una nota al vetriolo diramata alcuni minuti fa il M5S scrive: «La notizia ci lascia basiti per la sua gravità perché a spiegare le cose in questi termini, sempre secondo la stampa locale, è addirittura il segretario generale della sanità veneta, Domenico Mantoan..., che delinea il tutto in una lettera inviata addirittura al presidente della regione Veneto Luca Zaia. Al presidente chiediamo chiarimenti urgenti».


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