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Graduatorie e insegnanti meridionali, intervengono Ciambetti e Donazzan

Di Redazione VicenzaPiù Mercoledi 6 Agosto 2014 alle 17:21 | 0 commenti

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Regione Veneto - “Credo che la misura nel mondo della scuola vicentina sia colma: la retrocessione di tanti insegnanti precari vicentini e veneti scavalcati nelle graduatorie da docenti del Mezzogiorno è uno scandalo, una vergogna”. L’assessore al bilancio e agli Enti locali della Regione del Veneto, Roberto Ciambetti, non usa mezzi termini nel bollare “l’ennesima ingiustizia che colpisce i cittadini veneti”.

“Proprio in questi giorni – sostiene l’assessore – abbiamo visto come il Governo per penalizzare il Veneto, e mi riferisco alla vicenda dei fondi compensativi per il rigassificatore di porto Viro cancellati nel silenzio dei parlamentari veneti di maggioranza con un emendamento al decreto Competitività,  ha di fatto eliminato una norma e calpestato una sentenza del Consiglio di Stato. Non è stata modificata invece la norma che favorisce la mobilità degli insegnanti per cui le graduatorie vicentine, e più in generale del Nord Italia, vedono promossi docenti del Mezzogiorno che scavalcano i precari veneti”.

“Più che di mobilità – continua Ciambetti – parlerei di flussi dal sud al nord con il rischio che, nel volgere di pochi anni, molti di questi insegnanti, dopo aver ottenuto a scapito dei nostri giovani la tanto agognata cattedra, chiederanno il trasferimento presso casa o nelle loro regioni d’origine. Così le norme a favore dei veneti vengono cancellate e quelle che li penalizzano vengono applicate: a fare le spese non sono solo i nostri docenti precari, uomini e donne che da anni prestano servizio nelle nostre strutture scolastiche, ma anche gli studenti e le famiglie. Vorrei ricordare, infatti, che proprio le nostre scuole, grazie al lavoro anche di tanti docenti precari, sono ai vertici nazionali come testimoniano da ultimo i risultati anche delle prove Invalsi, da cui emerge nettamente il divario con la struttura scolastica del Mezzogiorno”.

“La formazione – conclude Ciambetti – è una delle chiavi di volta dello sviluppo e del benessere: sappiamo quanto conti avere giovani formati e all’altezza delle sfide della competitività: avere una scuola forte, capace di insegnare al meglio, è un fattore di sviluppo e fino a oggi i nostri insegnanti, non ultimi i precari, hanno assolto questo compito. Sconvolgere le graduatorie è un atto insensato, che ci danneggia tutti”.

 

“La Regione Veneto sta seguendo con particolare attenzione, e anche con preoccupazione, l’evolversi della rivisitazione delle graduatorie scolastiche in atto da parte del Ministero dell’Istruzione in queste ultime settimane. La cosa ci riguarda in modo specifico perché se le cose restano così significherà – visto che  in Veneto alcune graduatorie risultavano già esaurite - in pratica che i nostri insegnanti precari aventi diritto al ruolo, in particolare in una disciplina come Matematica, saranno superati nelle graduatorie ‘a pettine’ da quelli di altre regioni con più punteggio”.

Lo afferma l’Assessore regionale all’istruzione Elena Donazzan in relazione alla situazione che si sta presentando nelle graduatorie scolastiche delle regioni del Nord,  in particolare nel Veneto, dove a seguito di una pronuncia del Consiglio di Stato c’è l’obbligo di fare graduatorie cosiddette ‘a pettine’, vale a dire che nelle graduatorie regionali dove ci sia disponibilità vanno inseriti i precari in esubero di altri territori  regionali.

Donazzan ricorda che, secondo i dati forniti dall’Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto, sono 300 i posti di insegnanti in più richiesti al Ministero per il prossimo anno scolastico da destinare alle scuole di ogni ordine e grado (dalle scuole per l’infanzia alle primarie, dalle secondarie di primo grado a quelle di secondo grado).

“Per affrontare questa difficile questione  - annuncia l’Assessore - ri-proporrò, nella prossima riunione del coordinamento nazionale degli Assessori regionali all’istruzione, ciò che già proposi tre anni fa e che allora fu stoppato dalle Regioni del Sud: servono altri criteri, non solo quello dei punteggi, non solo quello delle graduatorie autorizzate in esubero che riguardano quasi sempre solo le Regioni del Sud perché il Veneto, ad esempio, è stato ligio nell’osservanza dei numeri degli aventi diritto. Riproprorrò pertanto al tavolo nazionale la regola della ‘residenzialità’: si deve prevedere che l’insegnante precario nell’ accettare l’inserimento nel ruolo si assuma la responsabilità di restare almeno cinque anni nel territorio dove gli è stata assegnata la cattedra”.

“Era ed è  una proposta di tutto buon senso – fa presente  l’Assessore veneta – perché sappiamo tutti quando delicata sia la questione della continuità dell’insegnamento per gli studenti e le famiglie. Allora quest’indicazione fu bocciata dalle Regioni del Sud. Ritengo che attualmente le condizioni siano abbastanza cambiate per poter riproporre questo correttivo perché anche grandi città come Napoli e Roma stanno soffrendo ora dello stesso problema da noi segnalato. Conto pertanto che la proposta veneta sia considerata con maggior attenzione”.

 


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