GdF pizzica società vicentina con evasione fiscale internazionale di 38 mln di euro
Giovedi 6 Febbraio 2014 alle 11:35 | 0 commenti
Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Vicenza - I militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Vicenza - nel corso di una verifica fiscale condotta nei confronti di una società vicentina a capo di un gruppo di imprese ubicate anche in Europa, Asia ed America -  hanno individuato una società “esterovestitaâ€, cioè con sede fittizia all’estero, contestando redditi non dichiarati al fisco per gli anni d’imposta dal 2002 al 2010 pari a quasi 38 milioni di euro, per un imposta evasa di oltre 8 milioni di euro, denunciando i relativi responsabili all’Autorità Giudiziaria.
Al fine di garantire la pretesa impositiva dello Stato, è stato proposto all’Autorità Giudiziaria il “sequestro per equivalente†di beni nei confronti dei responsabili del reato fino a concorrenza di circa 4,5 milioni di euro, importo pari alle imposte evase dalla società per le annualità d’imposta dal 2007 al 2010, le uniche ove è possibile applicare tale strumento cautelare.
L’esecuzione del provvedimento, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Vicenza, ha portato al sequestro complessivo di 19 immobili, 2 veicoli, rapporti bancari e quote azionarie per circa 2,5 milioni di euro complessivi.
In particolare, a seguito dell’attività di verifica e d’indagine condotta nei confronti della società vicentina, sono emersi elementi caratterizzanti una pianificazione fiscale internazionale volta a conseguire un indebito risparmio d’imposta mediante lo strumentale utilizzo di una società commerciale di diritto americano, i cui redditi, in ragione del favorevole regime fiscale, non sono stati sottoposti ad alcuna tassazione.
E’ stato, infatti, acclarato che il management della società Italiana, amministrando direttamente la società americana e con il coinvolgimento di altra società del gruppo residente in Malesia, ha sottratto ricavi assoggettabili a tassazione in Italia mediante un’artificiosa proceduta commerciale volta a dirottare negli Stati Uniti i profitti realizzati dalla commercializzazione di componentistica elettronica che, diversamente, sarebbero dovuti ricadere in capo alla società italiana.
La condotta sopra descritta, segnalata alla competente magistratura, ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati dei tre amministratori Italiani e di una  persona di nazionalità inglese per il reato di “omessa presentazione della dichiarazione†della società americana, risultata di fatto “esterovestitaâ€, in quanto priva di reale autonomia ed operatività e creata al solo fine di usufruire del regime di esenzione della tassazione nel territorio statunitense.
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