Il comitato Gay Pride agli assessori: "siamo un quinto della popolazione regionale"
Giovedi 10 Luglio 2014 alle 21:34 | 0 commenti
Dopo le dichiarazioni (leggi qui) di tre assessori comunali della Regione Veneto, Isi Coppola, Elena Donazzan e Massimo Giorgetti in merito alla scelta di non dare il patrocinio della Regione del Veneto al Gay Pride del Nordest organizzato quest'anno a Venezia, il Comitato Venezia Pride 2014 ha deciso di rispondere alle "opinioni assurde e fuori dal tempo" espresse dai tre esponenti regionali.
"Il Comitato Venezia Pride 2014 apprende con sorpresa l'opinione espressa dalla sig.ra Donazzan e dai suoi colleghi Coppola e Giorgetti.
Notiamo con soddisfazione che l'assessora rispetto allo scorso anno, in cui ci chiedeva via mail ufficiale il significato delle parole gay, lesbica, bisessuale, perlomeno quest'anno è riuscita ad informarsi abbastanza da avere un'opinione.
Spiace che però non abbia trovato il tempo di partecipare alle manifestazioni su cui vanta posizioni così drastiche, si sarebbe accorta che dietro la presunta ostentazione non c'è che orgoglio per la propria identità e per i propri affetti, e che le lobby non sono altro che movimenti di cittadine e cittadini che chiedono pari dignità civile e sociale.
Condividiamo tuttavia con l'assessora Donazzan e con i suoi colleghi l'apprensione per il momento difficile in cui stiamo vivendo, contrariamente a lei però riteniamo che le difficoltà non possano essere superate se non partendo dai diritti, diritti uguali per tutte e tutti, e dal senso di solidarietà condivisa. La scusa delle "ben'altre priorità " ci risulta infatti incomprensibile visto che la Regione Veneto non sembra impegnarsi particolarmente su nessun fronte di tutela. Ricordiamo alla sig.ra Donazzan il taglio dei fondi per le associazioni contro la violenza sulle donne, e la mancata attuazione delle iniziative previste contro l'omofobia. Speriamo che per il prossimo anno l'Assessora si accorga prima delle nostre iniziative e che nei prossimi 12 mesi riesca a maturare un'opinione più seria sui diritti di un quinto della popolazione della sua regione".
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