Gaudeamus igitur Veneti dum sumus: ha perso soprattutto Moretti e non solo il PD
Lunedi 1 Giugno 2015 alle 09:46 | 3 commenti
Intuita, descritta, perfino preannunciata è arrivata puntuale la sconfitta del candidato del Partito Democratico che con sicumera aveva addirittura palesato di diventare la prima donna nel Veneto Presidente. Il popolo nel quale risiede la vera democrazia, comunque anche se avesse vinto, ha ben riflettuto e ha decretato non la sconfitta del Partito, ma quella personalissima del candidato. Se paragoniamo il risultato odierno a quello delle elezioni europee, la sconfitta è ancora più cocente; proprio il risultato europeo aveva fatto presumere che alla candidata sconfitta fosse possibile la vittoria.
Destreggiandosi con l'appoggio di bei nomi del capitalismo vicentino, la candidata ha promesso tutto e di più ad ogni settore della vita civile del Veneto. Promesse elettorali che si appoggiavano sulla mancanza di una chiara visione della politica. A dire il vero in ciò riflettendo quello che accade a Roma, dove Renzi ritiene ancora che la politica si risolva nella gestione dei poteri dello Stato con aggiustamenti continui in corso d'opera. No, per la politica è necessaria una visione chiara e precisa. L'avevano Marx, l'aveva Lenin, l'aveva Gramsci, Togliatti, Natta, Berlinguer e perfino Occhetto e qualcosa pure D'Alema, ma oggi...
Il Veneto non si è aperto al cambiamento, diranno per consolarsi nel Partito Democratico, in realtà non c'era proposta di cambiamento e se c'era la candidata non è riuscita né a proporla né a sostenerla.
"Onore ai vinti", ma, per favore, costoro non facciamo finta di fare autocritica. Se ti sconfiggono, la colpa non è degli altri, questa è solo una scusante, la colpa è tua. Se Luca Zaia e i movimenti e Partiti che lo sostenevano, ha vinto, vuol ben dire che aveva per i cittadini elettori le proposte migliori, quelle credibili e che danno la prospettiva migliore. Ad esse la maggioranza, che è il principio stesso della democrazia, ha dato l'appoggio, decretando la fine di un'avventura politica che è transitata a Roma, a Strasburgo, ma che non ha lasciato traccia.
In Inghilterra, patria del liberalismo, il candidato perdente si allontana dalla politica con le dimissioni, attestando la sua incapacità di vincere. Accadrà così anche per la candidata del Partito Democratico? Oppure resterà a (far finta di) guidare l'opposizione, se non si dimette, portandosi a casa un congruo stipendio, per giunta senza responsabilità di governo.
Oggi comunque si apre un'era di nuova responsabilità anche per Luca Zaia e per la sua maggioranza, che deve continuare, anzi deve migliorare la buona politica e la buona amministrazione, con intelligenza anche ad evitare che qualche altro mariuolo si insinui a fare i propri interessi anzichè quelli di tutta la Regione Veneto.
Gaudeamus igitur Veneti dum sumus, godiamo dunque finchè siamo veneti.
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