Quotidiano | Categorie: Politica

Galan voleva parlare, ma non lo fa ora che può

Di Redazione VicenzaPiù Sabato 26 Luglio 2014 alle 00:33 | 0 commenti

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Di D.P., Venezie Post

Aveva chiesto a più riprese di essere ascoltato dai magistrati veneziani per poter dimostrare la sua innocenza, e più di recente aveva insistito per poter parlare in sua difesa davanti ai colleghi deputati, ma oggi - nel giorno dell'interrogatorio di garanzia - Galan si è avvalso della facoltà di non rispondere, affidando le sue ragioni a una memoria scritta di 35 pagine

Una mossa prevedibile e in realtà annunciata («Voglio parlare da uomo libero - aveva dichiarato Galan nei giorni scorsi - non da detenuto in un carcere») e così l'incontro odierno nel penitenziario di Opera col gip di Milano, Cristina Di Censo - chiamata ad ascoltarlo per rogatoria per conto della magistratura lagunare - è durato solo mezz'ora. Perché Galan, assistito per l'occasione dall'avvocato Giuseppe Lombardino, davanti al giudice non ha aperto bocca.

Nelle 35 pagine di memoria difensiva, però, ha spiegato quella che è la sua verità. Liquidando come calunnie tutte le accuse piovute su di lui da parte dei vecchi sodali di un tempo. Galan ha così cercato di smontare punto per punto le chiamate in correità fatte dall'ex segretaria Claudia Minutillo, dall'ex presidente del Consorzio Venezia Nuova Giovanni Mazzacurati e dall'imprenditore-manager Piergiorgio Baita («Il più intelligente tra i costruttori», secondo una celebre definizione dello stesso ex Doge). Galan ha spiegato i contrasti maturati negli anni con l'ex segretaria, legati anche al fatto che - come ricorda l'avvocato Antonio Franchini, legale dell'ex governatore veneto assieme a Niccolò Ghedini - la Minutillo «aveva di fatto una gestione esclusiva della segreteria attraverso contatti di cui il presidente non era informato».

Nelle carte depositate, Galan farebbe riferimento a specifici episodi evidenziando la sua totale estraneità a qualsiasi vicenda corruttiva. Per quanto riguarda i lavori per la sua villa a Cinto Euganeo (in provincia di Padova), Galan ha respinto fermamente l'ipotesi che siano stati pagati di fatto da Baita. «Non esiste che lui abbia pagato» è la tesi dell'ex governatore e ministro. Nella memoria l'indagato farebbe poi riferimento a movimentazioni bancarie riconducibili a propri conti correnti che dimostrerebbero che ogni spesa è stata pagata da lui e non da altri. Relativamente alle accuse di Mazzacurati, il parlamentare di Fi ha inoltre ricordato che sono molto generiche e che né il presidente del Cvn né Baita hanno mai detto di avergli consegnato del denaro.

«Non si comprende a questo punto - evidenzia Franchini - chi gli abbia mai consegnato dei soldi. Risulta poi dalle carte processuali - sostiene il legale - che Mazzacurati si appropriava dei soldi. È comodo quindi dire "li ho consegnati" a questo o a quello per poi coprire le proprie responsabilità». Per il legale della difesa, in sostanza, attraverso la memoria depositata, Galan «ha dato una risposta puntuale a tutte le contestazioni». Sul piano difensivo, intanto, l'attenzione si sposta al primo agosto prossimo quando il tribunale del riesame affronterà la questione della richiesta di scarcerazione: «Lì - spiega Franchini - discuteremo sui gravi indizi di colpevolezza e sulle esigenze cautelari».

Insomma, la linea difensiva dell'ex presidente di Regione resta quella di negare gli addebiti e contrattaccare gli accusatori. Nel frattempo, agli amici che gli hanno fatto visita in carcere, Galan non ha nascosto la sua amarezza e delusione: anzitutto per la lontananza dalla figlia di sette anni, ma anche per la scarsa solidarietà dimostrata dai colleghi di Forza Italia: a parte l'avvocato Ghedini, Daniela Santanchè e pochi altri, il grosso del partito si è mostrato freddo nei suoi confronti. A peggiorare la situazione, l'attacco dei 5s, che dopo il "giallo" sulle improvvise dimissioni dall'ospedale di Este, sollevano dubbi sulle sue condizioni cliniche. «Nei documenti ospedalieri - si legge in un documento diffuso dal M5S - si attesta nei confronti di Galan una "patologia perfettamente compatibile con un trasporto in Parlamento per difendersi" (la citazione è in realtà una libera considerazione del procuratore di Venezia Carlo Nordio, ndr). E non a caso - proseguono i 5s - apprendiamo ancora da notizie di stampa che la procura di Venezia avrebbe sequestrato l'incartamento clinico del deputato. Ma - concludono - senza doversi sempre rimettere alla magistratura, chiediamo alla presidenza della Camera di fare chiarezza sulla vicenda».

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