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Festival Biblico, tutti gli appuntamenti del 28 e del 29 maggio

Di Redazione VicenzaPiù Venerdi 27 Maggio 2016 alle 14:55 | 0 commenti

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Festival Biblico
Il sabato del Festival Biblico prevede ben 22 appuntamenti, 22 incontri con la Bibbia tra conversazioni, arte, musica e spettacoli. Tutti con unico scopo: pensare alla Pace come un obiettivo possibile. L’evento principale sarà la grande “Giornata di Pace” nelle piazze del centro storico di Vicenza. Tra gli ospiti più attesi Bahat, don Ciotti, Andreoli e Olivero. Ma vediamo nello specifico  l’agenda di questo sabato “biblico”. La mattina inizierà alle 9.00 nella chiesa di Santo Stefano con la meditazione “Come canterò le tue misericordie!” a cura della teologa Antonella Fraccaro.

Dopo la preghiera e la meditazione incentrata sulla figura di Charles de Foucauld e la misericordia, prenderà il via il laboratorio sul tema della schiavitù secondo l’esperienza del Beato e a proposito di alcune forme odierne di schiavitù, a riguardo della lotta di de Foucauld contro la schiavitù nei suoi primi anni nel Sahara.
Sempre alle 9.00, nell’Aula Magna del liceo scientifico Quadri in Viale Carducci 17, il pedagogista Italo Fiorin terrà la conferenza “Service Learning – Bambini esploratori, alla ricerca di verità, di giustizia e di pace”. L’appuntamento, curato dalla FISM, racconterà il progetto svolto in tutte le Province della Regione Veneto in un campione di Scuole dell’Infanzia paritarie. All’incontro sono invitati docenti, genitori e rappresentanti delle istituzioni. Alle 10.00, sotto la tenda del Festival in Piazza Duomo, si terrà il confronto “Spazi di perdono – La società interrogata dal carcere” con il biblista Fabrizio Valletti, il medico Stefano Tolio e gli operatori Giuseppe Chemello e Morena Rotini. L’evento prende il via a partire dalle tante storie quotidiane, per raccontare la prospettiva biblica di chi opera tra la Sanità Penitenziaria e chi invece lavora nei Servizi per le Dipendenze e del privato sociale tra le misure alternative e i percorsi di inclusione. Al termine lo spettacolo-animazione guidato dal Progetto Jonathan dal titolo “La giustizia aggiustata”, che coinvolgerà anche il gruppo giovani del Festival.
Viaggio nell’iconografia della Crocifissione in programma alle 10.00, presso le Gallerie d’Italia del Palazzo Leoni Montanari, con l’evento “Il bacio della morte: Con un bacio tu tradisci il Figlio dell'uomo? (Lc 22,48)". L'ascolto della pagina biblica, attraverso la riflessione di Lidia Maggi, si trasformerà in visione, con il commento teologico dell'icona di Dario Vivian. Sempre Maggi e Vivian saranno protagonisti, alle 11.30, al Tempio di Santa Corona, dell’animazione “Esaù e Giacobbe: il bacio che riconcilia”, con gli interventi musicali a cura degli studenti del Conservatorio di Musica "A. Pedrollo" di Vicenza. La narrazione orale di Lidia Maggi farà gustare il sapore dei racconti, mentre il commento di Dario Vivian alle immagini aggiunge colore alle parole. Il tutto per favorire l'appetito biblico e indurre a nutrirsi delle Scritture. Ai partecipanti verrà consegnato un buono per un aperitivo al Dabar, il café del Festival.
Quale ruolo possono avere le donne nella costruzione della pace? Come conciliare la profezia che spinge all’utopia con la realtà quotidiana della storia? È questa la domanda che guiderà, alle 10.00, nella Sala Sette Santi del Santuario di Monte Berico, la conversazione con la storica Adriana Valerio “Donne e religioni”, uno sguardo tra storia e profezia. Sempre alle 10.00, all’Oratorio del Gonfalone in Piazza Duomo, l’incontro con Sergio Paronetto e don Maurizio Mazzetto su “Misericordia è profezia e politica”, per diventare più umani con Papa Francesco. "La pace non si gode, si crea", diceva Paolo VI. Alla luce del V Convegno ecclesiale di Firenze “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo” è importante ribadire come non ci sia umanesimo senza pace e non ci sia pace senza la cura della nostra ferita umanità. Paronetto e don Mazzetto illustreranno la teologia-pratica nonviolenta di Papa Francesco, come enunciata nell’Evangelii Gaudium. Ancora alle 10.00 presso il Palazzo delle Opere Sociali in Piazza Duomo il primo dei tre eventi dell’edizione 2016 della “Linfa dell’Ulivo”. Protagonista l’archeologo Dan Bahat con la conferenza “Il re Davide conquista Gesrusalemme?” tra storia, Bibbia e nuove scoperte archeologiche. Guardare alla città di Gerusalemme, città della pace, significa interrogarsi non solo sul suo significato archeologico ma su ciò che l’archeologia rivela dei millenni di storia di questa città unica, descritta dai testi biblici e crocevia di culture e religioni. L’appuntamento è a cura dell’Ufficio Pellegrinaggi Diocesi di Vicenza.
Alle 10 prenderà il via in Piazza dei Signori, con i comici “Marco e Pippo” “Una Giornata di Pace”:  Animazioni, laboratori, pic-nic e spettacoli per le famiglie e... per tutti. Piatto forte il “Marco e Pippo time”, brevi show allo scoccare di ogni ora (10, 11, 12, 15, 16 e 17) con protagonista l’ “unico duo che è un trio”: il sabato in piazza vedrà l’entusiasmante ricerca di un tesoro chiamato Pace anche attraverso laboratori aperti a tutti per raccontare la Pace (in programma continuativamente dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 17): “dìSegni dìPace” in Piazza dei Signori per dipingere la pace e contribuire alla composizione di una grande scritta in Piazza dei Signori, “Fiori di Pace” in Piazza Duomo per decorare l’aiuola della Piazza, “Iconografia” in Piazza delle Erbe per giocare con il legno e infine il “Corner scuole” in Loggia Capitaniato per declamare e cantare quanto composto sul tema del Festival.  Accanto a questi laboratori, anche le “5 tappe per la Pace” a numero chiuso, che si terranno alle 10.30, 11.15, 12, 15 e 15.45: sarà possibile scegliere tra “Scopriamoci - La forza interiore” in Piazza delle Erbe, attività esperienziale, individuale e guidata sul tema delle nostre emozioni, necessità e priorità, “Incontriamoci - La consapevolezza nelle relazioni”, in Piazza Castello, dinamiche e giochi di ruolo per andare oltre la propria "zona di comfort”, ”Trasformiamoci - La scelta della nonviolenza”, in Piazza De Gasperi,  esercizi per stimolare e allenare la creatività della nonviolenza, “Pachmama - L’amore per la madre terra” in Piazza Duomo, fronte Gonfalone, con macroconflitti e gessetti colorati per individuare piste di lavoro "glocal” e infine “Raccontiamoci - Storie di vita da un mondo con troppe frontiere” in Piazza delle Poste: Diari di viaggi, i protagonisti raccontano… La “Giornata di Pace” proseguirà, dalle 13 alle 15, con un “Pic-nic di pace” nel Giardino del Vescovo in piazza Duomo. Ognuno può portare il proprio cibo oppure può prenotare il “pranzo” a questo link: https://www.eventbrite.it/e/biglietti-pic-nic-una-giornata-di-pace-prenotazione-cesto-25571604357.
Durante il pic-nic saranno proposti "giochi dal mondo” a cura delle associazioni di cittadini stranieri presenti nel territorio. Alle 17.00, infine, ci sarà un FlashMob per la PACE in Piazza dei Signori.
Verrà consegnata alla città la grande scritta “Pace” colorata con i disegni realizzati nel corso della giornata. Chiude la “Giornata di pace”, alle 18.00, al Teatro San Marco di Vicenza, in Contrà S. Francesco 76, lo spettacolo “Brundibar - Il suonatore di organetto” del compositore ceco ebreo Hans Krása su libretto di Adolf Hoffmeister, originariamente rappresentata nel 1943 dai bambini del Campo di concentramento di Theresienstadt nella Cecoslovacchia occupata. Protagonisti l’orchestra, i solisti e il coro di voci bianche delle scuole musicali "Novák” e "Zandonai”, con la direzione di Klaus Manfrini, la guida del coro di Veronica Pederzolli e per la regia di Michele Comite.
Dopo la mattinata, in concomitanza con gli eventi nelle Piazze della “Giornata di Pace”, il Festival riprenderà nel pomeriggio, alle 15.30, sotto la tenda di Piazza Duomo con la conversazione tra don Luigi Ciotti, il sociologo Nando Dalla Chiesa e il direttore di Famiglia Cristiana Antonio Sciortino dal titolo “Dialoghi di giustizia”. Nel ricordo della figura del giudice siciliano, l’attualità delle sfide di giustizia e legalità di fronte a un malaffare sempre più subdolo e nascosto nelle pieghe di economia e politica. La storia dell’Italia sarà tratteggiata attraverso la lettura di Nando Dalla Chiesa - autore de "Il giudice ragazzino" - e la testimonianza civile ed ecclesiale di don Luigi Ciotti, un testimone sempre presente nella sfida della legalità e della giustizia. L’appuntamento sarà trasmesso in TV in differita su Telechiara domenica 5 giugno alle 21.
Alle 16.00, al Palazzo delle Opere Sociali, la lectio magistralis della biblista Nuria Calduch-Benages su “Donna Sapienza e la Giustizia”, ad ingresso libero ma con accesso prioritario per i possessori della card del Festival sino alle 15.45. Donna Sapienza è la personificazione più straordinaria della Bibbia. Nei libri sapienziali della Bibbia essa si presenta con molti e diversi volti: come bambina, sorella, giovane, anfitrione, madre e maestra; guida e compagna di viaggio, fidanzata e moglie accogliente. Volti diversi, ma pur sempre femminili, tutti complementari che saranno descritti con passione dalla studiosa e religiosa spagnola, con l’introduzione del biblista Andrea Varliero. Seguirà il laboratorio esperienziale sulla Bibbia, Bibliodramma, a cura dell’Associazione Nazionale Bibliodramma, presso la Sala dell’Arco al terzo piano del Palazzo delle Opere Sociali. Il Bibliodramma è una proposta esperienziale di incontro delle persone e della loro vita concreta con la Parola di Dio. L'approccio bibliodrammatico permette di rendere "profondamente vissuta" la lettura di un brano biblico, favorendone una comprensione profonda e ancorata alla dimensione interiore dei partecipanti. È un’esperienza di gruppo in cui si utilizzano varie modalità espressive e diversi linguaggi: corporeità e sensorialità, linguaggio verbale, emozionale, grafico-pittorico e foto-linguaggio. Coinvolge tutte le dimensioni della persona, armonizzando i linguaggi della fede con le capacità di apprendimento e comunicazione dei soggetti a cui si rivolge. Particolarmente adatto per impostare uno stile catechistico attivo e per percorsi spirituali del profondo.
Alle 16.00, nella chiesa di San Gaetano, la conversazione con il sociologo Enzo Pace su “Religioni in guerra e religioni per la pace”: l’appuntamento è ad ingresso libero, ma con accesso prioritario per i possessori della card del Festival sino alle 15:45. Il sociologo dell’Università di Padova traccia un quadro appassionato dei motivi della guerra religiosa, tra pretesti e motivi identitari.
Alle 16.30, all’Oratorio del Gonfalone in Piazza Duomo, l’incontro “Misericordia all’opera” con Cristina Simonelli, teologa, presidente del Coordinamento teologhe italiane e autrice di Pregare Dio per i vivi e per i morti (EMI), Christian Albini, coordinatore del Centro di Spiritualità di Crema e autore di Sopportare pazientemente le persone moleste e  don Giovanni Nicolini, fondatore delle Famiglie della Visitazione, cappellano dell’Ospedale S. Orsola di Bologna e autore di Visitare i carcerati.
Incalzati dalle domande del giornalista Lorenzo Fazzini, gli autori illustreranno i gesti, concreti e spirituali, con cui la secolare sapienza del cristianesimo ha riassunto l’invito di Gesù ai suoi discepoli: «Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro». Come vivere oggi le opere di misericordia? Piccoli suggerimenti per praticare un cristianesimo semplice.
Alle 17.30, sotto la tenda del Festival di Piazza Duomo il confronto con lo scrittore e saggista Paolo Curtaz “Ritorno. Incontrare il Dio della misericordia”. Tutta la conversazione ruoterà attorno a questa domanda: Qual è stata la prima volta che ho incontrato Dio?  Una nuova serie di letture bibliche intorno al tema giubilare della misericordia. Alle 18.00 al Palazzo delle Opere Sociali, il biblista Antonio Pitta, introdotto dal biblista Aldo Martin, terrà la lectio magistralis “Giustificati per la fede, in pace con Dio”, un’analisi delle prospettive e delle tensioni su giustizia e pace nel pensiero di Paolo. I testi paolini delineano la giustizia di Dio e la pace come identificate in Cristo stesso, autentica giustizia e autentica pace dell'uomo. Alcuni testi permetteranno di entrare nel senso concreto indicato dalle Scritture, non come astratta affermazione di una presenza di Cristo tra gli uomini ma come costruzione concreta di una giustizia e una pace rinnovate dal messaggio di salvezza.
Il celebre psichiatra Vittorino Andreoli, alle 18.30, al Tempio di Santa Corona traccerà il profilo de “La pace interiore”. Come sappiamo la pace si costruisce a partire dalle piccole cose. Lo ha ricordato recentemente papa Francesco: «Nel piccolo c’è tutto». Lo stile di Dio che agisce nelle piccole cose ma che ci apre grandi orizzonti è stato al centro della meditazione del Pontefice. Partendo da queste parole lo psichiatra Vittorino Andreoli scandaglierà l'animo di alcuni personaggi che nella storia hanno deciso i destini dell'umanità aiutandoci a scoprire le fragilità umane che tanto peso possono avere sullo scenario mondiale complessivo. Si tratta di creare un collegamento tra le piccole cose e i grandi eventi, pace o guerra compresi. Questo appuntamento sarà trasmesso in differita su Telechiara martedì 31 maggio alle 20.50.
"Dialoghi di pace”, alle 19.00, sotto la tenda del Festival di Piazza Duomo. Ernesto Olivero, fondatore del Sermig – Arsenale della Pace di Torino, interpellato dalle domande del giornalista Fabio Zavattaro, tra musiche e domande, a partire dalla sua biografia, si domanderà come sia possibile costruire cammini e tempi di pace.
Il sabato sera del Festival prenderà il via alle 20.30 con lo spettacolo “Oro d'ore”, in Piazza dei Signori, perfomance di danza con Silvia Bertoncelli, Valentina Dal Mas, Jessica D’Angelo, Paolo Ottoboni, Francesco Pacelli della Compagnia Naturalis Labor. "La giustizia e la pace si baceranno” è insieme una supplica e una promessa per un tempo a venire, senza alcuna assicurazione su quando, se e come quel tempo diventerà mai presente. Eppure la nostra attesa non sarà vana se saprà tenere aperto in qualche momento uno spiraglio per una luce che viene da un presente a venire. Questi momenti preziosi sono l’oro delle ore, il valore non ponderabile della nostra presenza nel tempo, la dismisura di cui avere cura come il pellegrino del Libro d’ore di Rilke, da cui prende spunto il titolo di questa performance. Tra la colonna del leone di San Marco e quella del Redentore, tra la terra e il cielo, la danza comporrà in Piazza dei Signori degli affreschi simbolici dei tempi e degli uomini in cui per un momento possa brillare, come oro, la speranza per un altro presente. Seguirà alle 21.30, sempre in Piazza dei Signori, lo spettacolo “Mille papaveri rossi”, un lungo viaggio nella canzone italiana alla scoperta delle canzoni che hanno raccontato la pace. "Mille papaveri rossi”, evidente riferimento a un popolarissimo brano di Fabrizio De André, è un percorso in parole e musica tra alcune canzoni italiane che trattano egregiamente, da diverse angolature, il tema della pace. Dieci voci tutte femminili le interpretano, intervallate da commenti e racconti di Enrico de Angelis. Canteranno Raffaella Benetti, Giuliana Bergamaschi, Claudia Bidoli, Grazia De Marchi, Laura Facci, Deborah Kooperman, Veronica Marchi, Ilaria Peretti, Alice Ronzani e Terry Veronesi. Agli strumenti Enrico Breanza, Marco Pasetto, Luca Pighi e Luca Zoccatelli, letture di Sandra Ceriani.
“Quale futuro per l’Africa? – Storie e scenari dal continente dimenticato” è il titolo del dialogo che si svolgerà sotto la tenda del Festival in Piazza Duomo alle 21.00 e che vedrà intervenire il mediatore internazionale Mauro Garofalo e la giornalista Anna Pozzi con la moderazione di Giandomenico Cortese. Quale futuro per l’Africa e quale futuro per noi? Il continente più dimenticato e sfruttato non chiede solo giustizia e pace per sé ma diviene costruttore di nuovi scenari a livello globale.
In contemporanea, sempre a partire dalle 21.00, al Palazzo delle Opere Sociali si terrà il confronto tra il filosofo Silvano Petrosino e il teologo Maurizio Chiodi su “Reciprocità, giustizia e pace”. Moderato dal filosofo Leopoldo Sandonà, l’incontro sarà incentrato sulla regola d’oro sintetizzata in Mt 7, 12: "Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti”. Una regola di scambio, potenzialmente egoistico, o regola di giustizia che permette di aprire gli spazi della sovrabbondanza, del dono che si fa perdono e misericordia?
L’edizione numero 12 del Festival Biblico si chiude con una domenica di incontri e appuntamenti attenti all’attualità e con un grande messaggio di Pace lanciato da piazza dei Signori con “Religioni per la Pace”.  Tante religioni insieme, con il pubblico del Festival, per testimoniare in pratica, prima ancora che con la riflessione, la necessità dell’unità nella costruzione della pace. La mattinata si aprirà alle 10.00 alle Gallerie d’Italia nel Palazzo Leoni Montanari, con la lettura iconografica a cura dei teologi Dario Vivian e Lidia Maggi “Il bacio della vita: "Vi era nel giardino un sepolcro nuovo...". La riflessione sulla pagina biblica della deposizione di Cristo dalla croce contenuta in Gv 19, 41 risuonerà prima attraverso le parole di Lidia Maggi, per poi trasformarsi in visione con il commento teologico dell’icona di Dario Vivian. Sempre Maggi e Vivian saranno protagonisti, alle 11.30, al Tempio di Santa Corona, dell’animazione “Mosè: il bacio che sigilla la liberazione”. La narrazione orale di Lidia Maggi farà gustare il sapore dei racconti, mentre il commento alle immagini di Dario Vivian aggiungerà colore alle parole, grazie agli interventi musicali a cura degli studenti del Conservatorio di Musica “A. Pedrollo” di Vicenza. Un’esperienza per favorire l'appetito biblico e indurre a nutrirsi delle Scritture. Ai partecipanti verrà consegnato un buono per un aperitivo al Dabar - il café del Festival.
Alle 10.00, nel Palazzo delle Opere Sociali, secondo appuntamento con la “Linfa dell’Ulivo” per ascoltare la testimonianza di Maddalena Santoro “Un seme che cresce” sulla figura del fratello, don Andrea, fidei donum della diocesi di Roma ucciso a Trebisonda dieci anni fa. Un incontro per guardare alla Turchia, crocevia tormentato, attraverso le parole e la vita spesa per la pace di don Andrea Santoro. Le terre degli Atti degli Apostoli, grazie all’esempio di don Andrea, diventano terra di nuova profezia e latrici di nuove testimonianze. L’appuntamento è a cura dell’Ufficio Pellegrinaggi Diocesi di Vicenza.
La domenica mattina del Festival proseguirà alle 10.30, all’Oratorio di San Nicola in Stradella San Nicola 2, con la conversazione/spettacolo “La terza via dell’arte” con il pianista e direttore Filippo Faes, il biblista Martino Signoretto e l’introduzione di Giovanni Costantini. Quale giustizia è possibile all’interno del nostro attuale modello di sviluppo? E qual è stato il momento in cui l’umanità ha optato per tale modello, imboccando la strada che ci ha condotti alla crisi attuale? Ipotizzando che oggi siamo testimoni della fine di un ciclo storico, quando è avvenuto il suo inizio? La conversazione tra il pianista Filippo Faes e il teologo Martino Signoretto, con la partecipazione di tutto il pubblico presente, andrà alla scoperta dei sorprendenti “avvertimenti” inviati dai poeti e dai musicisti romantici.
Il Vangelo di Luca, da molti definito il “Vangelo della Misericordia” sarà raccontato alle 11.00, sotto la tenda del Festival in Piazza Duomo, dal teologo Josè Tolentino Mendonça. Introdotto dal giornalista di Avvenire Alessandro Zaccuri, Mendonça nel suo intervento “La misericordia sconcertante di Gesù” cercherà si velare il segreto dell’arte narrativa di Luca, contenuto nella rivelazione dell’identità messianica di Gesù.
La mattinata del Festival si concluderà con la Lectio Magistralis della biblista Marida Nicolaci, alle 12, al Palazzo delle Opere Sociali. Introdotta dal giornalista Simone Bruno, la Lectio “"Un frutto di giustizia viene seminato con la pace" a partire dall’espressione contenuta nel diciottesimo versetto del terzo capitolo della Lettera di Giacomo affronterà il cuore del tema di questa edizione del Festival Biblico, dedicato all’incontro possibile tra Giustizia e Pace. La Lettera di Giacomo permette un approfondimento specifico sul tema delle opere e della misericordia; oltre a uno sguardo complessivo su diverse parti del testo biblico, è possibile trovare riassunto nel cammino di una breve ma ficcante lettera neotestamentaria il senso della vita di fede e della costruzione di una giustizia nei gesti quotidiani. Di fronte a una fede individuale o disincarnata, Giacomo richiama il cristiano alla concretezza della testimonianza di fede. L’ingresso è libero, ma i possessori della card del Festival potranno godere dell’accesso prioritario sino alle 11.45.
Il pomeriggio si aprirà alle 15.00, al Palazzo delle Opere Sociali, con una “Tavola rotonda interreligiosa”, per capire come le diverse fedi possano collaborare e diventare insieme motori di giustizia e di pace? Dialogheranno padre Stefano Cavalli dell’Istituto Studi Ecumenici di Venezia, Kamel Layachi della Comunità islamica del Triveneto, Vittorino Robiati Bendaud della Comunità ebraica di Milano, Yoshikazu Tsumuraya del Movimento Buddhista Giapponese Rissho Kosei-kai e Svamini Hamsananda Giri dell’Italian Hindu Union. Interpellati da Paolo Frizzi del movimento dei Focolari, docente di dialogo interreligioso, i rappresentanti delle diverse fedi cercheranno di trovare insieme vie di pace possibili a partire proprio dal confronto tra i credenti. Ingresso libero, con accesso prioritario fino alle 14.45 per i possessori della card del Festival.
Alle 15.00, sotto la tenda del Festival don Antonio Mazzi, introdotto dal giornalista Carlo Giorgi, presenterà il suo ultimo libro “Gerusalemme, dove tutti siamo nati?”, raccolta di colloqui con personalità del mondo della Chiesa, della cultura e della società civile, sul loro rapporto con Gerusalemme e la Terra Santa. Dallo scrittore Dominique Lapierre ad Andrea Bocelli, da Bruno Forte al rabbino Abraham Skorka, da Moni Ovadia a padre Raniero Cantalamessa. L’appuntamento sarà a cura di “Edizioni Terra Santa”.
Sempre alle 15.00, ai Giardini del Tempio di Santa Corona, il centro di produzione teatrale “La piccionaia” propone lo spettacolo “Partire è un po’ morire?”. Uno spettacolo interattivo che partirà degli stereotipi e dei pregiudizi, portando gli spettatori a sperimentare direttamente come il gruppo possa influenzare relazioni ed i comportamenti, fino al conflitto, la violenza e l’emarginazione. Lo spettatore si troverà a decidere personalmente se di attivarsi e reagire, oppure se subire ed adeguarsi. Una proposta teatrale che nasce dalla lunga esperienza di palcoscenico unita ad una altrettanto approfondita esperienza di conduzione di laboratori teatrali con i giovani da parte di Carlo Presotto che con lo strumento della radioguida, messo a punto del progetto di sperimentazione Silent Play, propone una innovativa modalità di rapporto tra attori e spettatori, integrando azioni fisiche e voci registrate, colonna sonora e musica dal vivo. Tra le guide dell’esperienza anche Paola Rossi, Matteo Balbo, Lucia Ferraro e Anna Novello. L’esperienza sarà replicata anche alle 16.30 e alle 18.
L’ultimo pomeriggio del Festival proseguirà alle 16.00, al Tempio di Santa Corona, con la conversazione “Corpi di donne e Sacre Scritture”. Una lettura popolare e femminista della Bibbia e della Vita con la biblista Maria Soave Buscemi e la religiosa Federica Cacciavillani. Accompagnate dall’arpa di Elena Biasi e dal trombone di Stefano Ticani, Buscemi e Cacciavillani continueranno l’approfondimento sulla lettura femminista della Bibbia iniziato al Festival Biblico 2014 con la sezione “La Bibbia e le donne”, arricchito ora con la voce, l’esperienza, lo studio della lettura popolare della Bibbia in sud America e in varie altre parti del mondo, dove donne cristiane coinvolgono le comunità a comprendere i testi delle Scritture nella storia di popolo in cui sono nati i racconti biblici e nella storia di popolo in cui oggi vengono letti. L’impegno formativo di Maria Soave Buscemi è di una teologia "con i piedi nella terra”, a incrociare tutte le terre di mezzo dove giustizia e pace si incontreranno nell'incontro dei popoli e delle culture.
Alle 16.00, con replica alle ore 20.00, in Piazza dei Signori “Oro d’ore”, performance di danza sul tema “Giustizia e Pace si baceranno” con la Compagnia Naturalis Labor e le coreografie di Silvia Bertoncelli. "La giustizia e la pace si baceranno” è assieme una supplica e una promessa per un tempo a venire, senza alcuna assicurazione su quando, se e come quel tempo diventerà mai presente. Eppure l’attesa non sarà vana se saprà tenere aperto in qualche momento uno spiraglio per una luce che viene da un presente a venire. Questi momenti preziosi sono l’oro delle ore, il valore non ponderabile della nostra presenza nel tempo, la dismisura di cui avere cura come il pellegrino del Libro d’ore di Rilke, da cui prende spunto il titolo di questa performance. Tra la colonna del leone di San Marco e quella del Redentore, tra la terra e il cielo, la danza, attraverso i passi di Silvia Bertoncelli, Valentina Dal Mas, Jessica D’Angelo, Paolo Ottoboni e Francesco Pacelli comporrà in Piazza dei Signori affreschi simbolici dei tempi e degli uomini in cui per un momento possa brillare, come oro, la speranza per un altro presente.
Sempre alle 16.00, all’interno della chiesa di San Gaetano, il biblista Maurizio Marcheselli terrà la Lectio Magistralis "Per dirigere i nostri passi sulla via della pace". A partire dall’ultimo versetto del Benedictus, il Cantico di lode pronunciato da Zaccaria, Marcheselli si soffermerà su alcuni aspetti della riflessione neotestamentaria sulla pace: il collegamento tra pace e Regno di Dio e la pace come esito della riconciliazione operata da Dio in Gesù Cristo. La riflessione continuerà entrando nel cuore dell’insegnamento di Gesù sulla pace intesa come dimensione centrale di ogni relazione. Tre gli aspetti decisivi della via di pace proposta da Gesù secondo Marcheselli: Dio è un Padre celeste che ha cura di tutti gli uomini, senza eccezioni (Mt 5,43-45); la rinuncia alla violenza è parte integrante della giustizia maggiore, resa possibile dal compimento messianico della legge e dei profeti (Mt 5,38-42); l'impegno per la pace come espressione della presenza del Regno è riconoscibile anche al di là della cerchia precisamente definita dei discepoli di Gesù (Mt 5,9).
"Cristo contro Cesare” è il titolo dell’interessante approfondimento storico che si terrà alle 16.00, nella chiesa Evangelica Metodista di Contrà San Faustino, con il biblista e pastore valdese Eric Noffke e l’introduzione di Franco Macchi. La nascita dell’impero romano precedette solo di poche decadi quella del cristianesimo e, con Augusto, Roma divenne definitivamente la capitale del mondo gravitante intorno al Mediterraneo, dandosi le strutture politiche, ideologiche e teologiche necessarie per garantire lunga durata al potere conquistato con le armi. Dal canto suo, il cristianesimo, un movimento giudaico che celebrava l’ascesa al potere universale del Signore del mondo, Gesù Cristo, sempre nel primo secolo poneva le basi per diventare, trecento anni dopo la morte di Gesù la principale religione dell’impero. Uno degli elementi che rese possibile questo incontro, qualunque valutazione vogliamo darne, è l’influenza che la teologia imperiale romana ebbe proprio sui primi discepoli di Gesù, quando ancora costituivano un piccolo gruppo di persone sparse nella vastità del mondo antico.
Questo incontro/scontro originario tra Cristo e Cesare è stato riscoperto dagli esegeti da circa quindici anni; la continuità con alcune ricerche passate è data dal ruolo preponderante svolto dagli strumenti offerti dalla sociologia, mentre la novità sta nella solidità nei risultati ottenuti.  Nel corso della conferenza, sarà messa in evidenza l’evoluzione, interna al Nuovo Testamento, della tensione tra un sentimento antagonista, in cui il regno di Dio sostituisce l’impero, e una posizione che accentua, invece, la paziente sottomissione alle autorità. Furono due atteggiamenti direttamente proporzionali all’accentuarsi o all’attenuarsi della tensione escatologica, perché, con il progressivo raffreddamento dell’iniziale forte attesa della parousia, sempre più impellente diviene la necessità dare una risposta alla domanda se Roma sia il nemico, oppure se per i cristiani sia possibile trovare un posto nell’impero. “Punti d’incontro tra le religioni” il nome della conversazione in programma alle 16.30 all’Oratorio di San Nicola. Sarà presentata la nuova collana “Punti d’incontro” delle Edizioni Messaggero Padova, che punta a ritrovare, con testi scritti in più lingue, gli elementi d’incontro tra le grandi religioni nel contesto attuale. L'incontro, moderato dal direttore del Messaggero di Sant’Antonio fra Fabio Scarsato, vedrà la presenza di una voce per ogni religione più una voce laica: Marco Boato, giornalista e sociologo; Lidia Maggi, teologa, pastora battista; Yahya Zanolo, imam, responsabile Co.re.is Triveneto; Sabina Zenobi, ebrea e docente di religione.Uno sguardo all’America Latina, nelle zone schiacciate dalla malavita dove non c’è spazio né per la giustizia né per la pace. “Il fenomeno Maras” sarà al centro della conversazione delle 17 sotto la tenda del Festival in piazza Duomo, con la giornalista di Avvenire Lucia Capuzzi, il missionario Giancarlo Munaretto, l’educatore Jaime Vacarodas e l’antropologo Paolo Grassi. A partire dalle domande della giornalista Antonella Palermo, testimonianza sul mondo della Maras, tra guerriglia nel centro e sud america e prospettiva delle metropoli occidentali in cui si diffonde la cultura della violenza e della morte. Attraverso l’esperienza di una coraggiosa giornalista, le periferie del mondo si connetteranno con le periferie sociali, urbane ma anche esistenziali delle nostre città.
Terzo e ultimo evento sotto l’egida dell’edizione 2016 della “Linfa dell’Ulivo” alle 17.30, all’Oratorio del Gonfalone, dove andrà in scena la conversazione “Terre bibliche tra guerra e pace”. Alla luce dei conflitti in Sira, Libano, Palestina, Israele e Iraq, terre teatro delle vicende bibliche, cosa possono offrire oggi le religioni per comprendere e superare le cause dei conflitti? La biblista suor Deema Fayyad della Comunità del monastero di Mar Musa in Siria rifondato da padre Dall’Oglio, da tre anni nelle mani delle milizie islamiste, offrirà la sua testimonianza in prima linea vissuta in una comunità a cavallo tra paesi, culture e religioni.
L’apertura dei primi quattro sigilli dell’Apocalisse, momento che vede il trionfo dell’Agnello che condivide la sua gloria con i credenti che ha salvato, sarà il focus della Lectio Magistralis del biblista Luca Pedroli alle 17.30 al Palazzo delle Opere Sociali. “Apocalisse: una lettura cristiana della storia”, con l’introduzione del giornalista Paolo Pegoraro, aiuterà a far luce anche sulla natura della simbologia che chiude il Nuovo Testamento: un quadro drammatico che però assume una luce nuova a partire da quel cavaliere sul cavallo bianco, non minaccia “apocalittica” ma figura del Cristo risorto che vince sul male e spalanca all’uomo l’orizzonte dell’eternità. Ingresso libero, ma con accesso prioritario per i possessori della card fino alle 17.15.
L’ultimo evento in cartellone per domenica 29 maggio è la conversazione “Religioni per la pace”, in programma alle 19, nella prestigiosa cornice di Piazza dei Signori. Tante religioni insieme, con il pubblico del Festival, per testimoniare in pratica prima ancora che con la riflessione, l’unità nella costruzione della pace. Dopo una breve introduzione a cura del presidente del Festival Biblico don Roberto Tommasi, ogni religione lancerà un messaggio, al quale seguirà un momento di silenzio e un momento simbolico finale in comune, per rilanciare oltre il Festival il messaggio di pace. Interverranno padre Stefano Cavalli dell’Istituto Studi Ecumenici di Venezia, Kamel Layachi della Comunità islamica del Triveneto, Vittorino Robiati Bendaud della Comunità ebraica di Milano, Yoshikazu Tsumuraya del Movimento Buddhista Giapponese Rissho Kosei-kai e Svamini Hamsananda Giri dell’Italian Hindu Union, con la moderazione di Paolo Frizzi del movimento dei Focolari, docente di dialogo interreligioso.
Il Festival proseguirà idealmente fino a mercoledì 1 giugno, quando, alle 18.30, al Palazzo delle Opere Sociali, porterà la sua testimonianza il premio Nobel per la Pace Adolfo Maria Pèrez Esquivel. La conversazione “Dio non uccide”, introdotta dal giornalista Francesco Comina, permetterà di immergersi nella vita del Nobel argentino, uomo di pace, tra Romero e papa Bergoglio, una storia e una vicenda politica simbolo della difesa dei diritti umani. Che legame c’è tra l’assenza di democrazia, l’abuso del nome di Dio nella politica e i crimini verso l’ambiente? Quali scenari del XX secolo possono insegnarci a evitare i conflitti ricorrenti nel nuovo Millennio? Dios no mata, Dio non uccide. Solo la prepotenza, la sete di potere, l’estasi di dominio e la paranoia dell’ordine tirano Dio nelle pieghe dell’ideologia religiosa negativa, facendone un idolo della paura, della morte e della vendetta. Accadde proprio così in Argentina negli anni Settanta quando un regime si proclamava pubblicamente tutore del cristianesimo e nel contempo affilava le leve taglienti di una delle macchine più spietate del Novecento. I tentacoli di questa civiltà cristiana allevata al culto del dio sterminatore, perseguitò studenti, giovani, operai, contadini e anche l’altro versante della Chiesa, quella che aveva cercato di fare l’opzione preferenziale per i poveri secondo lo spirito della teologia della liberazione. Insomma, il Cristo del sistema uccideva il Cristo del Vangelo. Due Chiese adoravano Dio in maniera totalmente differente.
Una storia commovente quella di Esquivel, che merita di essere consegnata ai più giovani perché sappiano quello che è accaduto pochi anni fa in un mondo ferito dalle ideologie di dominio asservite al puro interesse di mercato. Ingresso libero, ma con accesso prioritario per i possessori della card fino alle 18.15.


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