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Marchio di Qualità Veneto, Ciambetti: uno strumento per il lavoro e i consumatori

Di Redazione VicenzaPiù Mercoledi 10 Luglio 2013 alle 21:27 | 0 commenti

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Roberto Ciambetti, assessore regionale al bilancio - “Il marchio di Veneto mi auguro possa essere uno strumento che aiuti le nostre imprese e tuteli i consumatori. La vera forza del Veneto, infatti, è la qualità del nostro lavoro, la capacità di fare ed essere impresa: da questa capacità nasce un prodotto di qualità che andava tutelato e promosso e questo era l’obiettivo che mi posi quando iniziai a stendere il Progetto di Legge 23 approvato quest’oggi dal Consiglio regionale del Veneto”.

L’assessore regionale Roberto Ciambetti, primo firmatario della legge che istituisce il marchio di Qualità Veneto, non nasconde la sua soddisfazione “per una legge che ha una doppia valenza – ha detto Ciambetti – tutelare il consumatore, difendendolo da frodi e produzioni scadenti, difendere il lavoro delle nostre imprese. Mi spiace soltanto che il dibattito in aula sia stato immiserito da polemiche nelle quali i partiti, e i loro esponenti, dimostrano soltanto posizioni preconcette indipendentemente dalla validità di un provvedimento” L’assessore Ciambetti  non intende tuttavia indugiare nella polemica, anzi: “Proprio una recente ricerca firmata da Unioncamere nazionale e Symbola  - ha spiegato l’ideatore del marchio di qualità Veneto - ha portato alla luce una caratteristica fino ad oggi sottovalutata dell’economia veneta:  l’industria creativa, che comprende architettura, design e produzione di stile, artigianato, comunicazione e branding in cui il Veneto è ai vertici nazionali dopo Toscana e Marche. Ebbene questa industria chi la difende? Chi difende settori tradizionali in cui siamo maestri ma in cui abbiamo fin troppi imitatori truffaldini? Pensiamo al patrimonio che abbiamo perso nel non essere riusciti a difendere  l’industria del Vetro, ad esempio, in cui eravamo ai vertici mondiali per stile e qualità: anche solo passeggiando per Venezia ci rendiamo conto di cosa significhi l’alluvione di sottoprodotti made in Cina,  prodotti magari, anzi senza magari, in condizioni di autentico dumping sociale oltre che ambientale. Ecco allora che un marchio di qualità diventa un simbolo di una presa di coscienza: l’anima migliore del migliore veneto nasce nel lavoro e deve svilupparsi nel rispetto di precise norme di tutela dei diritti di chi lavora, dell’impresa e della società che ruota attorno a quel sistema economico.  Certo – ha concluso Ciambetti – c’è sempre chi preferisce l’economia di carta, quella fatta da speculazioni, titoli derivati, swap come c’è chi non ha capito che dobbiamo fare gioco in squadra comune per salvare posti di lavoro e tenere a casa nostra le nostre aziende. Ogni azione utile per questo fine, come spero sia il marchio Qualità veneto,  dovrebbero avere il voto e il sostegno unanime perché in gioco non c’è solo la tradizione, il passato di una grande rete di piccole e medie imprese, ma il futuro”

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