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D-School, a scuola di talento

Di Tiziano Zarantonello Martedi 15 Luglio 2014 alle 21:26 | 0 commenti

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Un moderno allevamento di giovani talenti. La D-School nel ruolo di incubatrice e 24 ragazzi del vicentino da trasformare in aquile del digital business. Creatore del progetto è il Gruppo Develon, di Lorenzo Gottin, ma c'è anche la collaborazione della Regione Veneto e della Fondazione Cuoa, presso la cui sede è stato oggi presentato. Si tratta di ragazzi prevalentemente inoccupati, tra i 20 e 35 anni, che in dieci mesi avranno la possibilità essere seguiti da un team eterogeneo formato da docenti, professionisti e imprenditori (nella foto ragazzi con età media di 30 anni impiegati nelle start-up del Gruppo Develon).

Il fine è quello di arrivare a distillare due nuove start-up che riescano ad affermarsi nel settore del digital marketing. A ciascuna verrà assegnato un capitale iniziale di ventimila euro di cui quindici mila finanziati con modalità agevolata ed il restante a fondo perduto. Dei 24 giovani però, solo alcuni riusciranno a far parte delle due neonate aziende. Tra loro c'è Alice, 25 anni, laureata in Scienze Politiche e Mass Media. Davide, 23 anni ed un diploma allo scientifico e Lorenzo, che dopo il Quadri ha studiato Belle Arti, indirizzo grafico. Ma c'è anche chi come Marco, 32 anni, già da una decina lavora nell'ambito dei sistemi produttivi. Sono il risultato della selezione di un centinaio di curriculum e ciò che li entusiasma, dicono, è l'ambiente collaborativo e di condivisione, per nulla gerarchico.

L’amministratore delegato del Gruppo Develon Lorenzo Gottin (da sinistra), l’assessore regionale all’istruzione, formazione e lavoro Elena Donazzan e il direttore generale della Fondazione Cuoa Giuseppe CaldieraTra le personalità chiamate ad occuparsi della formazione dei ragazzi vi è anche il prof. Claudio Ronco, luminare della nefrologia che vanta numerosi riconoscimenti a livello internazionale. A suo dire, ciò che sta portando l'università italiana a una vera e propria "miseria culturale" è la conoscenza, spesso poca, utilizzata come fonte di potere anziché fonte di arricchimento comune. L'allievo che supera il maestro, secondo Ronco, è un'eventualità auspicabile nonché necessaria. Anche Elena Donazzan, assessore regionale all'Istruzione, oltre che alla Formazione ed al Lavoro, condivide le parole del professore. Nonostante le università venete siano tra le migliori, permane comunque una rigidità di fondo che, secondo la Donazzan, non permette una selezione della docenza seria e dinamica. Più in generale vorrebbe che il settore pubblico fosse caratterizzato da una continua verifica dei risultati, in questo momento assente tanto quanto lo è la logica del merito.

È altrettanto vero, però, che è proprio il settore pubblico a permettere a questo tipo di progetti di vedere la luce. Il Fondo Sociale Europeo, in particolare, eroga i fondi che poi la Regione Veneto assegna alle proposte più meritevoli. Il percorso è dunque finanziato attraverso 130 mila euro di fondi pubblici e 40 mila invece sono stati messi sul tavolo da Develon. Entro aprile 2015 tale percorso dovrà dare i suoi frutti, mostrando quanto la formazione abbia cambiato in meglio questi ragazzi.

 

Di seguito la nota ufficiale di Develon

D.School: l'impresa si fa formazione
È stato presentato oggi presso la sede della Fondazione Cuoa a Vicenza "il nuovo centro per la formazione digitale", realizzato dal Gruppo Develon in collaborazione con la Regione Veneto e la stessa Fondazione Cuoa.
D-School nasce nel febbraio del 2014 come dipartimento di studi focalizzato su progetti formativi mirati e modelli di business innovativi, sulla scia dell'esperienza di formazione interna autofinanziata, che il Gruppo Develon realizza già dal 2012.
All'interno dell'innovativa digital company vicentina che sviluppa e integra social media marketing, content strategy, web marketing ed e-commerce, la D.School diventerà uno spin off aziendale con la mission dichiarata di formare ed adottare giovani talenti digitali, coinvolgendoli in un percorso di incubazione di nuova concezione.
Ispirata infatti ai modelli dei migliori e più longevi incubatori statunitensi, la D-School adotta lo schema di business proposto da Alexander Osterwalder, il Business Model Canvas, che disegna il percorso di una start up con un approccio volutamente customer oriented, ovvero diretto all'offerta di soluzioni che offrano il massimo valore possibile al panel dei futuri e possibili clienti, permettendo alla neo creatura aziendale di mettere a fuoco da subito l'idea e le necessità del business da percorrere.
Il primo esperimento formativo, che inizierà alla fine di luglio 2014, coinvolgerà 24 ragazzi inoccupati, preventivamente selezionati che affronteranno una formazione frontale in aula per tre mesi fino a fine settembre e una seconda fase di coaching e coworking fino ad aprile 2015.
Dieci mesi totali di trasmissione di contenuti e metodi, non solo sul mondo e la frontiera del business digitale, ma anche sui fondamentali per fare e gestire impresa: dalle modalità e strumenti per l'accesso al credito privato e pubblico al diritto commerciale, dalla contabilità fino alla formulazione di business plan per lancio e posizionamento prodotti.
La differenza con il modello degli incubatori attuali (siano essi certificati o meno) è proprio l'approccio formativo che la D.School assicurerà ai ragazzi. All'insegnamento tout court si integrerà un percorso di lavoro sui clienti dello stesso Gruppo Develon (training on the job), che metterà i giovani della D.School a fianco di 22 loro coetanei (in Develon sono occupati 70 giovani con una media di età di trent'anni) che già ora gestiscono le complessità quotidiane legate alle commesse strategiche di un panel di clienti top in Italia e all'estero, come Cariparma, Dainese, Ducati e Telecom Italia.
Un affiancamento propedeutico non solo all'incremento di conoscenza ed esperienza lavorativa effettiva, e in questo complementare alla formazione universitaria, ma anche un coworking sul campo, che permetterà di accelerare le proprie idee di business, confrontandosi ogni giorno con i ritmi dell'innovazione e con le logiche del mercato, in un campo selettivo come quello del business digitale, fatto di e-commerce, web marketing e strategie mobile.
Un'altra novità interessante: a fare da teacher e formatori ai corsisti ci saranno anche eminenti figure dell'imprenditoria veneta e nazionale come l'industriale Francesco Zonin, il prof. Claudio Ronco Direttore della divisione di nefrologia, dialisi e trapianto renale all'ospedale San Bortolo di Vicenza, ma anche gruppi musicali come i vicentini The Sun, realtà emergente della musica italiana, che argomenteranno le necessità di sintesi fra il loro core business aziendale (il vino, la medicina, la musica) e le frontiere aperte dall'inventiva digitale.
Ma con la formazione, per quanto specializzata e dai tratti innovativi, non si forniscono ai ragazzi under 30 delle prospettive reali di sviluppo delle loro pressanti attese e non si struttura il lancio e il posizionamento delle loro idee.
È per questo che la D.School, finanziata in questo da un bando europeo per il biennio 2014-2015, costituirà entro aprile del prossimo anno due nuove start up focalizzate sui settori del digital marketing e dell'Internet of Thinghs, quest'ultimo uno dei segmenti del digitale deputati a fornire un'identità elettronica alle cose e ai luoghi dell'ambiente reale.
Le due aziende avranno un capitale iniziale di ventimila euro, cinque mila a fondo perduto e quindici mila con la modalità del finanziamento agevolato, per potersi da subito confrontare con le spese di costituzione e avvio societario.
Il modello elaborato dalla D.School, e anche in questo diverso dagli incubatori tradizionali, permetterà poi ad un pool di imprese selezionate di poter investire nella crescita e nello sviluppo del business così concepito. Lo stesso raggruppamento di società sarà coordinato dal Gruppo Develon, che potrà assurgere anche al ruolo di investitore diretto, vista la sua esperienza nell'impostazione e gestione di business complessi, coadiuvato in questo dalla Finanziaria Regionale Veneto Sviluppo S.p.a..
Develon infatti, partecipata al 25% del proprio capitale dalla Finanziaria Regionale, ha all'attivo dal 2013 il lancio riuscito di 5 "pillole d'impresa" fra le quali vanno annoverate Fully Commerce, la società del Gruppo attiva nel ramo dell'e-commerce, dove sono occupati 15 giovani digitali e dove a breve ci saranno altre 7 assunzioni e Iterap la software house del Gruppo che con i progetti Accomuna (per l'inserimento degli stranieri in Italia) e H Benchmark (strumento on line messo a disposizione delle strutture alberghiere per aiutare il comparto nella propria gestione), arriverà ad occupare 10 collaboratori entro la fine del 2014.

Ma anche così non tutti e 24 i giovani riusciranno a entrare nel mondo del business reale da subito.
Lo schema imprenditoriale adottato dalla D-School è infatti studiato per lanciare le due idee imprenditoriali più significative, innovative ma anche più meritevoli di interesse in prospettiva per il mercato. Ne consegue che le costituende realtà aziendali aggregheranno quindi solo una parte dei giovani formati.
Per arginare questa problematica legata alla sicurezza e al futuro del capitale umano così lungamente formato verranno coinvolte molte realtà dell'impresa multi settoriale veneta, sempre coordinate dal Gruppo Develon, che permetteranno anche a quei giovani, che non riusciranno ad essere inglobati all'interno del percorso di realizzazione delle start up, di poter essere assorbiti nel mondo lavorativo attraverso un percorso di placement, evidenziando un curriculum così arricchito da conoscenze di sicuro valore e impatto per le aziende che cercano di innovarsi.

Ma l'evoluzione del progetto non si ferma qui: Il Gruppo Develon infatti sta definendo una partnership bivalente con la Fondazione Cuoa presieduta da Matteo Marzotto, da sempre soggetto autorevole e accreditato nella gestione di progetti formativi business oriented.
Un sodalizio che da una parte occuperà il Cuoa stesso quale delegato alla gestione della formazione finanziata per i progetti futuri di digital business della D-School e che dall'altra mira ad espandere la formazione del Cuoa all'ambito del digitale, utilizzando i giovani formatori di Develon come teacher nei corsi di formazione e aggiornamento rivolti dalla business school internazionale agli imprenditori, con l'obiettivo di accrescere conoscenze e competenze digitali per chi fa già impresa.

" Ai giovani va fornita specializzazione digitale - commenta Lorenzo Gottin presidente e a.d. del Gruppo Develon - e vanno aiutati e condotti non ad esplorare il mondo dell'innovazione in generale, ma ad eccellere nella conoscenza e applicazione di un settore applicativo specifico in questo complesso mercato. La formazione è sul campo, fra le difficoltà della quotidianità e le esigenze di misurare e ponderare bene il proprio progetto - continua il manager di Develon - riuscendo ad imparare a leggerlo sotto diverse declinazioni, dalle potenzialità effettive di sviluppo alla redditività reale. La D.School è fatta per durare negli anni - conclude Lorenzo Gottin -e strutturata finanziariamente in modo tale che le nascenti imprese ne alimentino altre due nell'anno successivo e così via, sperando di contribuire a ridurre nei giovani l'assenza di prospettive per il futuro."
"Le aziende si devono rafforzare con competenze capaci di metterle sul mercato mondiale: lingue straniere, linguaggio tecnologico, nuove comunicazioni", afferma l'Assessore regionale all'istruzione, formazione e lavoro, Elena Donazzan.
"Non si tratta più di pubblicità ma di penetrazione nei mercati internazionali attraverso commercio digitale, tecniche di comunicazione e di vendita capaci di azzerare la distanza e far vincere le nostre produzioni nazionali. Il nuovo artigianato digitale ha bisogno di nuove figure figure professionali e quindi vi è quindi bisogno di nuova formazione. L'incontro felice tra la prestigiosa realtà del Cuoa e la geniale dinamicità dell'azienda Develon porterà alle imprese venete e italiane ad una crescita e ad un loro rafforzamento".
"Siamo un'azienda da sempre attenta ai cambiamenti di mercato e sappiamo che oggi la qualità del Made in Italy e del vino italiano è fondamentale ma non è più sufficiente: per essere riconosciuti sui mercati internazionali bisogna saper produrre e saper comunicare." Dichiara Francesco Zonin. "Da questo punto di vista, i social network sono un canale estremamente interessante perché forniscono la possibilità di dialogare attivamente coi consumatori. Il fattore umano è dunque decisivo per la gestione ottimale di questi media e, per tali ragioni, noi guardiamo certamente con grande positività a una scuola che formi nuove professionalità legate a questo ambito".


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