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Discordia in laguna

Di Marco Milioni Domenica 24 Marzo 2013 alle 11:47 | 0 commenti

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Il sito bonifiche del gruppo Aim a Marghera, dopo la tempesta giudiziaria degli anni passati, torna al centro della scena con una dura vertenza sindacale. Cgil e il management di San Biagio incrociano le lame senza risparmiare colpi mentre la vicenda potrebbe presto intrecciarsi ai destini delle elezioni comunali di Vicenza

 

La vertenza che sta mettendo in contrapposizione Aim Bonifiche e Cgil Venezia, ha i semplici tratti della querelle sindacale o ci sono ulteriori retroscena da approfondire? Le richieste che avanzano i lavoratori sono completamente fuori scala rispetto alle necessità aziendali o ci sono margini di manovra? E soprattutto il gruppo Aim sta affrontando la vicenda come si comporterebbe qualsiasi impresa o il suo status di soggetto pubblico domanda una attenzione particolare?

Sono questi i quesiti che aleggiano sull'intera partita in corso tra il capoluogo berico e la laguna. Una partita deflagrata sulla stampa regionale a fine febbraio. A Marghera ci sono sei dipendenti di Aim bonifiche, di cui uno non è lontano dalla pensione, a dover fare i conti con una realtà industriale in declino e che, dopo gli scandali degli anni passati e della amministrazione dei primi anni Duemila, vede all'orizzonte una dissolvenza in grigio. «A farne le spese sono i lavoratori», a rischio licenziamento, a tre dei quali Aim chiede di fare un passo indietro accettando, per salvaguardare i livelli occupazionali, quello che in gergo tecnico si chiama demansionamento: ovvero qualifica diversa, da operaio specializzato in trattamenti di bonifica, a semplice operatore ecologico con dislocamento a Vicenza presso Aim Valore Ambiente.

Ad ogni modo in un primo momento gli operai accettano la proposta di distacco a Vicenza. Aim, dopo una lunga serie di trattative, redige la comunicazione ufficiale il 9 gennaio 2013. «Ma quando ci accorgiamo - spiega Davide Camuccio, responsabile organizzativo per Cgil-Filctem nel Veneziano - che le condizioni di lavoro sono inaccettabili si decide di fare un passo indietro rifiutando il distacco, il che è previsto dalla legge».

Più nel dettaglio i tre lavoratori che effettivamente devono recarsi ogni mattina a Vicenza per una giornata di lavoro che comincia alle sei e finisce alle 12 «senza nemmeno la pausa pranzo» lamentano l'impossibilità di usare mezzi pubblici e la decurtazione «de facto» di circa 350 euro al mese di un già basso salario a causa della trasferta di 120 kilometri al giorno tra andata e ritorno. Con l'aiuto del sindacato quindi chiedono di potere usare la vecchia Panda in dotazione allo stabilimento con carburante a carico dell'azienda. Chiedono poi che le sei giornate lavorative di sei ore ciascuna diventino cinque per lo stesso totale settimanale di ore «perché alzarsi ogni mattina tra le tre e mezzo e le quattro ti spacca». Ma è a questo punto che pochi giorni fa «arriva il niet di Paolo Colla, presidente di Aim» che secondo la Cgil mette i lavoratori di fronte ad un bivio: «O accettate o vi licenzio». Per la Filctem è un ricatto tanto che i gli stessi lavoratori iniziano a scioperare.

L'Aim capitanata dall'amministratore unico però non ci sta e replica a muso duro: «Si sostengono tesi non vere e sono comunicati dati non reali circa la situazione dei lavoratori impiegati presso la piattaforma di Marghera... L'attività di Aim Bonifiche si sta avviando verso la chiusura, e il gruppo non avrebbe alcun obbligo di ricollocare i sei dipendenti... Tuttavia, fin da subito per senso di responsabilità, e non solo a parole, Aim ha fatto tutto il possibile per individuare una alternativa occupazionale all'interno del gruppo. Tant'è che una lavoratrice è già impiegata da otto mesi presso il settore amministrazione di San Biagio, e due dipendenti sono tutt'ora operativi a Marghera. Per i tre rimanenti, previa consultazione, è stato proposto il distacco a Vicenza presso Aim Ambiente, mantenendo l'originario trattamento economico del contratto chimici, certamente più vantaggioso di quello Federambiente dei colleghi vicentini. Dopo pochi giorni dalla firma dell'accettazione del distacco e dall'inizio del servizio, a nome dei tre lavoratori, il rappresentante sindacale Filctem di Venezia ha avanzato una serie di richieste anche economiche: un orario posticipato di inizio turno; una pausa pranzo; un'auto aziendale; cinque e non sei giorni di lavoro settimanale. In alternativa, la cassa integrazione, ovvero la possibilità di godere di un trattamento economico completamente a carico della collettività, e destinato a lavoratori in reale stato di necessità. Il sindacalista ha anche dichiarato alla stampa che i dipendenti percepiscono 800 euro netti al mese, che le spese per la trasferta da Mestre a Vicenza si aggirano sui 400 euro; che l'azienda sta perseguendo un piano prestabilito per licenziare i lavoratori».

Un j'accuse tutto d'un fiato che provoca immediatamente la reazione della Cgil veneziana cui danno manforte i cugini della Cgil Trasporti di Vicenza. Sicché i botta e risposta diventano più frequenti sino a quando in questo clima una delegazione di lavoratori e sindacalisti di Aim bonifiche, sbarca a Vicenza e viene ricevuta nel primo pomeriggio del 5 marzo dal sindaco berico Achille Variati (Pd). L'incontro, dura non più d'una ventina di minuti.

«Al primo cittadino - fa sapere Davide Camuccio, responsabile Cgil Filctem di Venezia, abbiamo spiegato il dettaglio della vertenza aziendale che ci vede faccia a faccia col management del gruppo Aim, le nostre ragioni sono state debitamente ascoltate». Il capo dell'esecutivo dal canto suo spiega che pur apprezzando «la cortesia della visita» la sede naturale del confronto tra la parti è il tavolo tra lavoratori ed impresa alla quale l'amministrazione comunale, che ne è azionista unico, garantisce amplissima autonomia. Durante l'incontro Camuccio, che ha spiegato i timori dei lavoratori rispetto ad un vertice aziendale che in qualche maniera avrebbe costruito de facto le condizioni per obbligare i sei dipendenti di Aim bonfiche a licenziarsi, ha segnalato la necessità di un tavolo a tre davanti al quale seggano, oltre all'amministratore unico di Aim holding Paolo Colla e al sindacato, anche il comune di Vicenza quale azionista di riferimento. La questione quindi, pur rimanendo nell'alveo della vertenza sindacale assume un retrogusto sapidamente politico. A maggio a Vicenza si vota per le amministrative e nel carniere delle questioni in sospeso ora c'è anche la querelle Marghera.

Più in generale però la questione presenta un altro aspetto. L'area di Marghera, che in passato ospitò illecitamente centinaia di tonnellate di rifiuti pericolosi, ha pur sempre un elevato valore, almeno potenzialmente, in ragione dell'ampia banchina che le permette un facile accesso al prospiciente canale navigabile che porta sino al mare. «Per una grande azienda come Aim - spiega Camuccio - per di più in mano ad un ente pubblico come il comune di Vicenza, con tutto il dovere etico che ne dovrebbe derivare, non dovrebbe essere un problema venire incontro ad alcune piccolissime richieste di pochi lavoratori. Non vorremmo mai e non vogliamo nemmeno credere - aggiunge il sindacalista - che dietro l'intransigenza del management di Aim, vi sia la volontà di lasciare l'area senza lavoratori, magari in vista di una speculazione edilizia legata al futuro urbanistico del comparto. Nessuno nega - sottolinea Camuccio - che Aim cerchi di valorizzare l'area e di conseguenza il patrimonio di Aim bonifiche, ma non si capisce perché la cosa vada fatta sulle spalle di pochi lavoratori la cui posizione può essere salvaguardata davvero con poco. Si tratta di persone - chiude l'esponente di Filctem - che hanno lavorato per anni con serietà senza mai pretendere alcunché».


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