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Spunta la Fincedi. Cunico, Cassingena, Preto e Segalla: nel Vicenza Calcio gatti, Pinocchio e volpe "all together"

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Mercoledi 9 Luglio 2014 alle 00:39 | 0 commenti

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Massimo Manduzio, responsabile delle pagine sportive de Il Giornale di Vicenza, due giorninfa ha dato finalmente del bugiardo a chi, in vari ruoli del Cda, gestisce il Vicenza Calcio, e ha invitato i proprietari o sedicenti tali ad andare via dopo il nostro, umile, invito a Il Giornale di Vicenza a non farsi più prendere in giro dai vari scenografi del Vicenza Calcio che da tempo abusavano anche della buona, anche se "pigra", fede dei cronisti tifosi.

I vari Sergio Cassingena, Danilo Preto e Tiziano Cunico, presidenti a turno del club di Via Schio a parte due ininfluenti periodi con Gianni Polato e Massimo Masolo, da anni giocano alle tre carte alle spalle dei tifosi biancorossi annunciando e prontamente smentendo improbabili se non ridicole, e forse mai realmente cercate, cessioni del glorioso Lane ai vari Esposito, Massone, Mehmeti, Mbock e chi più ne ha più ne metta di interlocutori a'altezza della storia della Nobile.

E non è mancato di nuovo il nostro supporto al mite Manduzio sbottato anche ieri, lunedì, ponendo una serie di domande, che sono di per se stesse delle condanne della loro mancata sincerità, a quei tre gatti, che si divertono a recitare da Pinocchio e a (far finta di) essere l'uno critico dell'altro o, è lo stesso, sodali l'un con l'altro.

Sempre ieri abbiamo, infatti, suggerito al responsabile dello sport del GdV tre domande aggiuntive sulle catene societarie di controllo o parallele al Vicenza Calcio (Finalfa, Pannorica, Fiduciaria Vicentina, River) e sui loro vertici, che vedono oltre a quei tre nomi la presenza ricorrente di Antonio Segalla, presidente dei collegi sindacali del Vicenza Calcio e di Finalfa, e di Mariano Valente.

Ma se quest'ultimo è ad di Finalfa e amministratore unico di River, vecchia scatola vicina a Cassingena e Preto, proprietaria del centro tecnico di Isola Vicentina e agenzia di comunicazione di Sisa, inquieta il povero cronista, che memore delle sue personali vicende giudiziarie deve segnalare ma non si permette di giudicare esiti ancora non definitivi di quelle altrui, che di River siano socie anche Maria e Rosaria Sgroi alle quali, entrambe di Palermo, si riferisce nella visura societaria questa poco rassicurante nota che si rifà presumibilmente alla faccenda Lo Piccolo che ha toccato anche Danilo Preto: "con decreto di sequestro preventivo n. 90/09 r.m.p. del 19/06/2009 del tribunale civile e penale di Palermo sez. misure di prevenzione è stato disposto il sequestro della quota pari a 8,333% dell'intero capitale sociale per un valore nominale di 6.500 euro già intestata alla società Pannorica srl".

Se l'onnipresenza di Valente e Segalla impedisce a Cassingena di essere credibile quando fa lo gnorri sulla trattativa del duo Preto - Segalla con l'avvocato Atzeni, rappresentante con tutta probabilità di Antonio Rosati, anche lui, riferisce Manduzio, non proprio in odore di santità per sue passate e fallimentari gestioni calcistiche e per il suo coinvolgimento in indagini con al centro la 'ndrangheta lombarda, la lettura di altri dati  societari, oltre a sue frequenti contraddizioni, non esime da sospetti di pinocchismo anche Tiziano Cunico.

L'attuale presidente ha recitato in questi giorni, dopo le rivelazioni di Manduzio sulle bugie societarie, nei panni del severo fustigatore di Cassingena, cosa che, per la verità, ha fatto col sottoscritto apertamente in una vecchia intervista ufficiale, quando sembrava fuori dai giochi societari, ma che ha bissato di recente in una chiacchierata che sapeva tanto di confidenza pilotata e complice per rabbonirsi il vecchio cronista che ora ne riferisce aggiungendo i dati societari a cui accennavamo.

Ebbene l'imprenditore di Caldogno, noto per i Byngo che gestisce oltre che per alcune sue attività immobiliari successive a quelle nel settore dei supermercati in cui ha conosciuto il Cassi, ci esibiva dialetticamente, ammiccando, il suo "potere" sull'amico «costretto dai soci a rimanere presidente di Sisa senza remunerazione - sottolineava Cunico - per sostenere con la permanenza al vertice la responsabilità di vecchi problemi da lui generati» ma da Cunico, invero, non precisati.

Ma la goduria di Cunico si esaltava quando evidenziava ulteriormente la presunta "debolezza" di Cassingena affermando che lui, Tiziano, invece, era (ed è) «il presidente del Cda di Fincedi Padana, la  finanziaria Sisa a cui fa capo il Cedi centro nord gestito da Sergio e non solo e nella quale risiede il vero potere del gruppo...».

Detto che di Fincedi Cunico, oltre che presidente, è socio insieme ai proprietari dei supermercati dell'area e a Sergio Cassingena, mentre una quota consistente è in mano a Gestioni Commerciali spa di Camisano, tra i sindaci, sia pure col ruolo, questa volta, di supplente chi c'è?

Ma sempre lui, Antonio Segalla. 

Un grande professionista, di sicuro, ma probabilmente anche la volpe della finanza societaria del gruppo dei tre gatti vicentini in odore di Pinocchio: Cunico, Cassingena e Preto. 

La  "volpe", professionalemnte parlando, è presente anche nelle due strutture di vertice guidate da Cunico, Fincedi e Vicenza Calcio, e, quindi, è uomo di fiducia non solo di Cassingena ma anche dell'attuale presidente del club di via Schio

Ora della sua "contiguità" volpina, dopo le nostre rivelaziono, vorrebbero liberarsi, a dar fiato ad alcune voci sentite di persona, anche i referenti di Fiduciaria Vicentina, da ieri, lunedì, spaventati, anche se tecnicamente incolpevoli, non tanto dai tanti, troppi intrecci con Pannorica, la fiduciaria di "fiducia", dicono, proprio di Antonio Segalla, ma dall"essere soci, per conto, ovviamente, di terzi ignoti, delle due signore Sgroi, le cui quote sono state sequestrate nell'ambito di indagini in corso per reati di mafia... 

Come avremmo preferito non riferire di questa marea crescente di dubbi, che sono troppo vicini a drammatiche certezze, sul ponte di comando del Vicenza Calcio!

Ma, a nostro rischio e pericolo, siamo convinti che l'unico modo per aiutare i colori biancorossi a riemergere dalle ceneri sia rifuggere da ogni tipo di omertà.

Noi e Manduzio lo stiamo facendo.

Ma il Cda di Sisa, di cui Sergio Cassingena è presidente, effettivo da visura o in ostaggio come sostiene Cunico, prenderà posizione su una vicenda che, comunque, tira in ballo suoi rappresentanti di vertice e una catena di distribuzione che nel 2013 ha fatturato circa 3,3 miliardi di euro grazie a 450 soci con 1950 punti vendita?

E la Banca Popolare di Vicenza, nonostante la dichiarata e umana amicizia tra Gianni Zonin e Sergio Cassingena, tranquillizzerà i suoi soci sul fatto che finanziare, sia pure con adeguate garanzie, Il Vicenza Calcio in questa situazione di confusione gestionale e di mancata trasparenza della proprietà sia "cosa buona e giusta"?

Azzerare per ricostruire è stata la scelta vincente fatta a Napoli e Firenze... 

Ora sono ai vertici del calcio in Italia e giocano in Europa.

Grazie a presidenti veri e senza fiduciarie. 


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