Quotidiano | Categorie: Politica

Così regnava il Doge Galan con Sartori e Minutillo

Di Redazione VicenzaPiù Giovedi 3 Luglio 2014 alle 21:41 | 0 commenti

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Di Gianfranceo Turaso da L'Espresso

Lui l'ha conosciuto bene. Piergiorgio Baita, ex numero uno operativo ed azionista della Mantovani con il 5 per cento, ha dovuto confrontarsi con Giancarlo Galan e il suo entourage per gran parte del regno di Galan in Veneto (1995-2010). «Dividerei la sua vicenda in tre fasi», ha raccontato Baita all'Espresso.

«Prima del 2005 Galan dipende da due donne destinate ad entrare in conflitto. Sono Lia Sartori, parlamentare europea, e Claudia Minutillo, segretaria del governatore. Fra loro si arriva a una sorta
di spartizione. Sartori si tiene la sanità e i rapporti politici con la sinistra in consiglio regionale. Minutillo gestisce la struttura amministrativa della regione e l'agenda personale di Galan, tanto che tutti dovevano passare da lei per essere ricevuti dal governatore
».
La seconda fase, a partire dal 2005, è segnata dal matrimonio di Galan con Sandra Persegato. La nuova moglie mette nel mirino Minutillo che ha bisogno di essere piazzata altrove. Per quanto sia scarsa la simpatia reciproca, è Sartori che va da Giovanni Mazzacurati a perorare la causa della rivale dicendo: «Qui assumete chiunque (l'espressione originale è più pittoresca, ndr), potete prendere anche lei».
Il presidente del Consorzio Venezia Nuova (Cvn) si mette a disposizione. Offre a Minutillo una consulenza targata Cvn e un posto nella controllata Thetis, prima di essere nominata amministratore delegato di Adria Infrastrutture, società del gruppo Mantovani partecipata dallo tesso Galan con il 7 per cento. In quel periodo, Minutillo e il suo convivente Walter Ambrogio Colombelli iniziano a operare con la cartiera sanmarinese Bmc, utilizzata per i fondi neri del Consorzio prima e della Mantovani poi. Oltre alla gestione delle fatture false, Minutillo fa valere il suo rapporto politico con Renato Chisso, assessore veneto alle Infrastrutture e fedelissimo di Baita, e con i funzionari regionali piazzati nei posti chiave. «In teoria», prosegue la ricostruzione di Baita, «Chisso era il delfino di Galan e doveva succedergli. Ma prima delle elezioni del 2010, dopo che Silvio Berlusconi lascia la Regione alla Lega, Galan molla Chisso
e punta su Marino Zorzato, uomo di Niccolò Ghedini. Chisso riesce a farsi confermare dalla giunta di Luca Zaia grazie alle sue buone relazioni con il mondo leghista e con Flavio Tosi, in particolare
». A quel punto, è già tutti contro tutti. Finisce agli stracci con Galan che nella conferenza stampa di lunedì 23 giugno spara a zero sui cappotti di Chanel da 16 mila euro dell'ex segretaria e lei che rimanda le accuse al mittente.


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