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Diseguaglianze sociali in salute, Sernagiotto: gravano del 20% su costi socio-sanitari

Di Redazione VicenzaPiù Venerdi 8 Marzo 2013 alle 15:47 | 0 commenti

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Regione Veneto - "Le diseguaglianze sociali nella salute che colpiscono le parti più fragili della popolazione europea (anziani, disabili, infanzia, popolazione immigrata, donne) gravano almeno per il 15% sui costi della sicurezza sociale e per il 20% su quelli sociosanitari sostenuti dalle istituzioni pubbliche in Europa. Nel 2007 sono stati 141 i miliardi di euro l'anno che sono impiegati per sopperire alle diseguaglianze sociali in salute in Europa.

Questo problema è presente anche nel Veneto e rischia di aggravarsi per la perdurante crisi economica e di riguardare non solo le parti tradizionalmente fragili della popolazione ma anche la classe media che si sta impoverendo e magari inizia a rinunciare a certe visite mediche perché si deve pagare il ticket". Le preoccupazioni per l'allargarsi di questa forbice che pone problemi seri alla tenuta sociale e sanitari dell'Europa sono state espresse stamani a Venezia, all'Isola di San Servolo, l'Assessore regionale ai servizi sociali Remo Sernagiotto che è intervenuto al convegno internazionale "Le diseguaglianze sociali in salute. Sfide e prospettive", atto conclusivo del progetto europeo Re.THI (Regions Tackling Health Inequalities). 
"La Regione Veneto - ha aggiunto l'Assessore veneto - è stata a capo di un progetto europeo per ridurre tali "iniquità di salute" e ha deciso di inserire la lotta alle diseguaglianze in salute, prevista anche dal Piano SocioSanitario Regionale 2012-2015, all'interno dei propri Piani di Zona cioè della programmazione locale sociosanitaria, per promuovere interventi finalizzati a garantire l'accesso alle informazioni e ai servizi per questi gruppi fragili". 
E' intervenuto al convegno anche Erio Ziglio, responsabile dell'Ufficio Europeo O.M.S. per la salute e lo sviluppo con sede a Venezia. "Le diseguaglianze in salute - ha detto Ziglio - nella Regione Europea sono al centro dell'agenda "Health 2020" (Salute 2020) proposto dall'Ufficio Europeo dell'O.M.S. ai suoi 53 Paesi membri. Tra i 27 Paesi dell'Unione Europea e quelli della parte orientale dell'Europa, secondo l'esponente dell'O.M.S., in particolare della ex Unione Sovietica c'è una differente aspettativa di vita di 20 anni. Ciò significa che se in Italia si muore a 85 in un Paese dell'Europa orientale si muore a 60/65 e queste differenze esistono anche all'interno degli stessi Paese e all'interno delle grandi città dell'Europa dei 27. Affrontare e ridurre queste iniquità - ha detto - con strategie e programmi che promuovano in ogni Paese la salute materno-infantile, dell'adolescenza, dell'età adulta e degli anziani, che sono legate a vari fattori come il livello d'istruzione, l'occupazione, il reddito, l'ambiente di lavoro, è oltre che una questione di diritti umani anche economicamente vantaggioso".


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