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Con una mamma serba o con due vecchi vicentini è sempre amore

Di Citizen Writers Domenica 7 Aprile 2013 alle 15:06 | 0 commenti

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Di Marina Grulovic per la rubrica autogestita "StranIeri, italiani oggi"

La Pasqua dei cattolici, e io sono una serbo croata cattolica, è appena passata (per gli ortodossi la Pasqua quest'anno cade il 5 maggio, ndr). Dovevano fiorire le viole, le campanelline, i giacinti ...ma questo freddo invernale non ha intenzione di darci tregua.

Comunque anche in tempi di crisi sono stati belli anche i preparativi per la Santa Festa con le vetrine dei negozi adornate ed abbellite dalla presenza delle classiche decorazioni pasquali, dalle uova di cioccolato di ogni tipo e di dimensione. Il sentimento religioso delle persone credenti si è animato ancora di più per la resurrezione di Gesù Cristo. Da alcuni anni per me la Pasqua rappresenta un periodo di profonda riflessione. In coincidenza di questa giornata si risvegliano in me i ricordi passati. L'infanzia vissuta con i miei genitori è quasi sempre presente e affiorano i ricordi: vestiti nuovi, i dolci che preparava mia madre, la mancia di mio padre, tutti i bei momenti insieme a loro. Ben presto, però, tutto ciò finisce, mia madre viene a mancare e l'incantesimo svanisce. Gli anni passavano con malinconia ma il tempo mi aiutava a crescere e a far maturare in me la forza per superare gli ostacoli. Una volta arrivata in Italia, il mio modo di vivere cambia radicalmente con l'inizio del nuovo lavoro, da assistente agli anziani. E proprio loro, i miei datori di lavoro, mi hanno restituito quello che il destino mi aveva tolto: la gioia dei momenti vissuti accanto a persone care, con cui condividere affetti, lacrime e sorrisi. Suscitavano in me sempre di più la voglia di dare il massimo impegno, il loro rispetto e la fiducia nei miei confronti mi rendeva felice.
Non si notavano più le differenze culturali, linguistiche, esisteva solo la lingua del cuore, porta universale verso la felicità! Nella mia mente sono frequenti gli incroci di bei ricordi: le nostre passeggiate, le risate, i pranzi, le cene, i nostri piccoli segreti. Quanto ero contenta di avere qualcuno a cui potevo raccontare le mie storie, qualcuno che riusciva a comprendermi e darmi, magari qualche consiglio!
Altrettanto piacevole era ascoltare i racconti del loro passato e capirne i piccoli desideri cosi da immedesimarmi con loro ed essere un appoggio.
E' proprio la Pasqua che desta in me indimenticabili ricordi di begli episodi vissuti accanto a quelle persone a me care: con l'arrivo della primavera la natura che si sveglia le rendeva più serene, più affettuose. Tutto questo riempiva il mio cuore di allegria e gliene sono riconoscente. Ecco però il ciclo della vita ripetersi: anche questi miei cari vecchietti non sono più con noi. Ma loro vivono nel profondo del mio cuore, nell'aria che respiro, nella città in cui vivo. Prosegue il mio cammino orgogliosa di averli incontrati ... Buona Pasqua passata, cari miei!


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