Comitato di crisi sanità protesta a palazzo Balbi: a rischio 1000 posti di lavoro
Martedi 12 Marzo 2013 alle 21:05 | 0 commenti
Incatenati, ma non imbavagliati. Una quarantina nel cortile di Palazzo Balbi in rappresentanza di 103mila cittadini veneti firmatari, di quasi duecento strutture ambulatoriali e di oltre 3300 dipendenti. Il Comitato di crisi regionale della sanità veneta s'è riunito stamattina per protestare civilmente nel piazzale della Regione Veneto contro i tagli drastici e potenti alla sanità privata convenzionata. Fin dalle 11 del mattino si sono raccolti per invocare a voce alta e con cori da stadio l'intervento di Luca Zaia, il "presidente assente" (così l'han definito).
Per più di due ore han richiesto il confronto, aumentando l'intensità dei cori durante il dopo-giunta che il governatore ha tenuto con Ciambetti e Coletto, rispettivamente assessore al bilancio ed alla sanità . La spending review prevedeva una riduzione dell'1% circa, la sanità privata convenzionata è stata invece tagliata in media del 30%. In tanti son già finiti in cassa integrazione per la delibera stilata a dicembre ed esecutiva già a gennaio che ha svuotato il fondo di ben 50 milioni: da 160 a 110. Situazione insostenibile che mette a rischio altri mille posti di lavoro con conseguenze pesanti sulle prestazioni della sanità in Veneto. Una dirigente della Regione ha informato della disponibilità al dialogo dell'assessore Coletto, i manifestanti però non han voluto saperne: "Con lui abbiamo già parlato diverse volte, vogliamo incontrare il presidente". E Zaia, forse per pressioni mediatiche, ha deciso di accettare il face to face nel pomeriggio sull'onda dell'improvvisa e forte spinta mediatica. "Bastava parlare e non saremmo stati qui", spiega con toni pacati uno degli incatenati, che poi prosegue: "Il 17 marzo a Padova faremo una grossa manifestazione, porteremo in piazza la gente. E se persisterà questa situazione di stallo manifesteremo ancora". Rincara la dose Lina Ravagnin, una delle rappresentanti del comitato di crisi: "Istituzionalmente non si possono ignorare oltre 100mila cittadini veneti. Ormai da Zaia non ci aspettiamo più nulla". Il presidente finge quasi di cadere dalle nuvole nel dopo-giunta: "Non sapevo fossero qui" esordisce (in realtà , i manifestanti avevano anticipato con anticipo la protesta), poi continua: "Cercheremo di affrontare il problema, non giochiamo mica a guardia e ladri". La questione, delicatissima, viene delegata così all'assessore alla sanità Luca Coletto: "C'è una proposta in itinere che contiamo di condividere per riequilibrare i tagli. La regressione riguarda tutti, l'obiettivo è razionalizzare e fare rete. Non c'è nessuna guerra in corso e vogliamo solo un confronto sereno che come risultato ricrei la pace sociale. Abbiamo risorse in disponibilità che possono dimezzare i tagli, ma per la razionalizzazione e la messa in rete di questi laboratori ci vuole tempo". Quel tempo che per un migliaio di famiglie è il primo nemico perché più scorre più il posto di lavoro diventa precario.
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