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Coldiretti: l'orso continua ad uccidere e la Regione si dice vittima della burocrazia statale

Di Redazione VicenzaPiù Sabato 28 Giugno 2014 alle 14:35 | 0 commenti

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Coldiretti Vicenza - “L’orso è ben più tutelato dei nostri allevatori, delle loro imprese, dei posti di lavoro e del turismo che tutto ciò genera. Se andiamo avanti di questo passo ci vedremo costretti a suggerire caldamente ai nostri soci di abbandonare i territori pericolosi e non presidiati adeguatamente dalle forze dell’ordine, per limitare i danni”.

Con queste dure parole i presidenti provinciali di Coldiretti, Martino Cerantola e di Confagricoltura Vicenza Michele Negretto intervengono all’indomani del tavolo riunitosi ieri in Regione Veneto alla presenza dell’assessore regionale Daniele Stival e del presidente della Commissione Ambiente Nicola Finco, proprio a distanza di poche ore dall’ennesimo attacco della belva dell’Altopiano. “Pare difficile definire animale questo orso – proseguono Cerantola e Negretto - in quanto non si tratta più di un individuo che cerca cibo per sopravvivere, ma di un vero e proprio cacciatore, che semina terrore tra gli animali, tra gli allevatori e, se non verrà rapidamente fermato anche tra le persone”. Ammontano ad otto i bovini finora aggrediti ed uccisi dal plantigrado denominato M4, ai quali si aggiungono molti altri capi feriti o gravemente compromessi sul versante della riproduzione e della produzione. Danni diretti che difficilmente saranno equamente pagati e danni indiretti che, invece, non sono neppure riconosciuti. “Il tavolo regionale è stato una grande delusione – proseguono Cerantola e Negretto - e denota l’estrema fragilità ed impotenza delle nostre istituzioni, incapaci di farsi valere e, soprattutto, di tutelare cittadini ed aziende, quindi l’economia del territorio. Un livello istituzionale, quindi, attorno al quale dovrà maturare un’attenta riflessione se questi sono i risultati”. Unico punto messo a segno, peraltro a metà, fermo restando che l’orso non potrà essere né spostato, né catturato, è la richiesta al Ministero di istallare un collare per il radiocontrollo. “Le normative europee di tutela degli orsi e la burocrazia – concludono Cerantola e Negretto - impediscono al buon senso di farsi spazio, determinando una situazione di insicurezza gravissima. Sono già molti gli allevatori che stanno valutando di riportare a valle i propri animali, mentre i greggi di pecore salteranno la stagione. Gli sventurati che hanno subito danni saranno difficilmente risarciti per intero, in quanto i fondi regionali in materia sono irrisori. Occorrono misure urgenti a difesa di cittadini ed aziende del territorio. Deve finire il tempo delle chiacchiere, per lasciare spazio alla concretezza”.

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