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Cig in deroga a Vicenza, Cgil: rimuovere il blocco e stanziare nuove risorse

Di Redazione VicenzaPiù Venerdi 2 Agosto 2013 alle 16:05 | 0 commenti

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CGIL Vicenza - “Si aggrava ulteriormente la situazione dei lavoratori che attendono il pagamento della cassa integrazione e mobilità in deroga da diversi mesi”. A dirlo è la segreteria della Cgil di Vicenza che spiega: “Da un paio di settimane la Regione Veneto, su indicazione del Ministero del Lavoro, non autorizza più domande di Cig in deroga poiché gli importi già autorizzati (circa 160 milioni di euro) hanno superato il finanziamento assegnato al Veneto (110 milioni di euro).

Al 31 luglio 2013, a livello regionale, sono state autorizzate circa 5.000 domande di Cig su 11.000 presentate, mentre le domande di mobilità 2013 sono ancora bloccate per mancanza di risorse. Inoltre rimangono ancora da pagare una parte di domande di mobilità a 'scavalco' tra il 2012 e il 2013”.

“I numeri di Veneto Lavoro – continua la segreteria - piazzano Vicenza al primo posto tra le provincie del Veneto in quanto a domande di Cig/d: 2.383 domande, pari al 22,9% del totale, per 11.922 lavoratori. Si tratta per il 71% di dipendenti da imprese artigiane, per il 20% di lavoratori del terziario, seguono l’industria e le cooperative. Lavoratori deboli, quindi, che hanno urgente necessità di recuperare un reddito, in attesa di una ripresa del lavoro che pare lontana”.

“La scelta della Regione e i relativi dai vincoli governativi non sono condivisibili: l’utilizzo effettivo della Cig in deroga (il cosiddetto tiraggio) si sta attestando attorno al 20% (come nel 2012) e le risorse a disposizione (circa 50 milioni) devono essere stornate ai lavoratori! Da parte sua il Governo deve trovare almeno un miliardo e mezzo per garantire la completa copertura degli ammortizzatori in deroga 2013 e stanziarne almeno altri tre nella legge di stabilità per il 2014”.

La segreteria della Cgil quindi conclude: “Questa situazione di incertezza non è più sostenibile, c’è un’emergenza sociale che non può essere sottovalutata da nessuno. Bisogna andare oltre la logica degli ammortizzatori sociali, il che significa mettere in atto una svolta nella politica economica e sociale del Governo e dell’Europa che rilanci gli investimenti e l’occupazione, specie quella giovanile”.

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