Ciambetti: "L'Italietta di sempre"
Mercoledi 28 Agosto 2013 alle 11:56 | 0 commenti
Roberto Ciambetti, assessore al bilancio regione Veneto - La strada per superare la crisi economica e' chiara: bisogna razionalizzare la spesa pubblica, dare l'avvio ad una profonda riforma dello stato chiamato ad essere piu' leggero, piu' efficiente e meno costoso per il cittadino. Bisogna liberare la gestione del bene comune, bene di tutti, dal peso di lobby, corporazioni, poteri e interessi di pochi.
In Italia si e' scelta ben diversa strategia: la riforma dello stato si e' trasformata  nello smantellamento dello stato sociale, nei tagli al decentramento, senza incidere nelle centrali di costo strutturali degli apparati centrali; non riuscendo a contenere la spesa statale, si sono aumentate le imposte e dilatato il debito pubblico; una classe politica in forte crisi s'e' affidata ad una casta burocratica  tanto incapace di risolvere le emergenze quanto maestra nel dare risposte ai propri problemi.
Le ultime uscite del governo Letta confermano questo scenario drammatico: mentre ovunque in Europa la spending review e' passata attraverso la diminuzione dei dipendenti pubblici, diminuzione possibile attraverso una modernizzazione degli apparati, da noi si arriva a stabilizzare i precari, cioe' si aumentano gli organici e mentre milioni di lavoratori dovranno lavorare fino a 66 anni di eta' prima di giungere alla pensione, una parte di dipendenti pubblici potra' godere di un ritorno al passato, quando la mannaia Fornero non s'era ancora abbattuta sulle aspettative di tanti lavoratori.  Se tutto cio' non bastasse, si continua nella strada dei tagli lineari, che non tengono conto in nessuna maniera dei contributi dati alla razionalizzazione e ottimizzazione della spesa pubblica. Insomma, a pagare sono sempre gli stessi: i lavoratori, le aziende private, non certo le sacche dell'inefficenza della Pubblica Amministrazione, ne' le banche che hanno assorbito miliardi e miliardi di Euro di tutti senza sostenere l'economia reale, ne' infine la immensa platea del clientelismo che costituisce l'ossatura del consenso politico. La democrazia italiana e' malata e non la si vuole curare, ne' riformare..
Finiscono le ferie, tante aziende rischiano di non aprire piu', per molti si prospetta un autunno drammatico, le banche continuano a stringere i cordoni della borsa e sullo sfondo si delinea la grande crisi mediterranea con i suoi venti di guerra e i suoi tragici problemi. Nel mezzo del Mediterraneo l'italietta di sempre, quel paese dove i governi comprano il sostegno popolare delle aree depresse con il pubblico impiego, i prepensionamenti le tasse fatte pagare alle regioni produttive, i favori garantiti alle lobby di sempre.
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.